La rigorosa trasformazione di un bilocale a Milano

Con il progetto Multiply, l’architetto Enrico Forestieri esplora le potenzialità di trasformazione spaziale e percettiva di una piccola residenza poco “milanese”.

Liberare gli spazi da ogni fronzolo e mostrare i materiali da costruzione, utilizzare un linguaggio austero e un po’ grezzo, ottimizzare i pochi spazi disponibili. Fare di più con meno. Questa tendenza contemporanea ha motivazioni che si basano simultaneamente sugli aspetti materiali, costruttivi ed economici di un progetto.

L'approccio è reso popolare in Europa da studi come Brandlhuber+Emde, Burlon a Berlino, H Arquitectes a Barcellona e Lacaton & Vassal in Francia (non a caso ultimi vincitori del Pritzker Prize). Molto più complesso invece è trovare questa attitudine a Milano, città in cui l’egemonia culturale della “squisita borghesia” determina anche gli stili dominanti dell’interior design.

Un’affascinante ritratto degli ambienti domestici milanesi lo fa lo scrittore Federico Sargentone in un recente saggio su Pin-Up Magazine: “la semantica intorno all’ideale borghese non è una sorpresa, con connotazioni di eleganza, lusso, grandiosità e […] classe che rafforza la convinzione storicizzata della classe medio-alta come unico arbitro del gusto, il guardiano della dignità, il gruppo sociale dominante per eccellenza.”

Enrico Forestieri, Multiply, Milano, 2020. Foto Allegra Martin
Enrico Forestieri, Multiply, Milano, 2020. Foto Allegra Martin

In un contesto del genere il lavoro di Enrico Forestieri è una piccola anomalia. Con progetti come Orsonero Coffee, Penthouse for a composer (disegnati insieme a Matteo Pace), As time goes by, l’architetto sviluppa una ricerca sugli interni orientati alla valorizzazione degli aspetti materiali, del contesto, del progetto e di chi lo abita. Ultima realizzazione che segue questo filone è Multiply, la ristrutturazione di un piccolo appartamento all’interno di una tradizionale casa di ringhiera dei primi del Novecento. Con poche azioni, estremamente mirate, Forestieri elimina le tracce “rustiche” di interventi recenti e riporta alla luce le qualità spaziali originarie.

“L’intervento si concentra lungo la spina centrale e consiste in una struttura di superficie e materialità minime (per non sottrarre fisicamente e visualmente spazio agli ambienti principali) oltre che di peso minimo (per non gravare sulle precarie strutture esistenti). Il dettaglio è secco e le transizioni tra materiali rispondono ugualmente a scelte tecniche e compositive,” spiega l’architetto.

L’intervento si concentra lungo la spina centrale e consiste in una struttura di superficie e materialità minime.

Tutti i nuovi impianti sono ospitati da una piattaforma in calcestruzzo alleggerito, che marca la zona del nuovo intervento. Il nuovo blocco presenta superfici verticali con pannelli di legno multistrato e grandi porte girevoli in policarbonato opalino, che servono a disarticolare l’apparente compattezza del volume e a regolare le relazioni tra gli ambienti.

Multiply rende efficienti i pochi metri quadri – di questi tempi sempre più preziosi – del bilocale, evitando il rischio di un autocompiacimento tutto milanese e badando alla sostanza.

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