Archiviate le celebrazioni dello scorso anno per il decimo anniversario, l’undicesima edizione della Vienna Design Week ha ripreso il suo format classico, anche se non sono mancate alcune piacevoli soprese. Il quartier generale del festival si è sdoppiato per rappresentare al meglio le due facce del “focus district”, il quartiere protagonista dell’edizione 2017, lo storico Rudolfscheim-Fünfhaus, da sempre diviso in due: la parte nord più densamente popolata, quella a sud d’impronta medievale.
Nella parte settentrionale, quartier generale era l’edificio conosciuto come “Blaue Haus”, vicino a una delle stazioni ferroviarie della città (la Westbahnhof) e alla fine della via dello shopping Mariahilfer Straße. La struttura, usata fino a poco tempo fa per accogliere i rifugiati, verrà distrutta a breve per ospitare un grande magazzino Ikea. A fronte della città che cambia, si evolve e si rinnova, la Vienna Design Week ha messo, come sempre, il proprio impegno per preservare le tradizioni, grazie al percorso Passionswege che ogni anno lega le attività artigianali al portato d’innovazione dei designer contemporanei della scena internazionale.
A rompere gli schemi è stato il designer olandese Jólan Van der Wiel al lavoro con il marchio del cristallo J. & L. Lobmeyr. Van der Wiel ha disegnato un vaso la cui forma deriva dall’acqua che scorre: esposto nello storico negozio di Lobmeyr, sembra quasi voler isolare lo spettatore dall’ambiente circostante per permettergli di concentrarsi esclusivamente sul rumore dell’acqua. Altri ospiti, ormai fissi, Swarovski e Rado hanno presentato le loro collezioni in qualità di partner del programma.
Tra le novità, l’Hotel Altstadt si è aperto al pubblico e ha mostrato quattro stanze progettate da altrettanti designer/architetti: Gregor Eichinger, Adolf Krischanitz, Ronald Nemetz e Lilli Hollein. Ognuno dei progettisti ha riconfigurato una camera di uno degli edifici storici del quartiere Spittelberg costruito da Siedek Victor e Tilgner Robert. Prova non facile, di confronto con l’edilizia viennese di fine Ottocento.
La nazione ospite di quest’anno è stata la Romania che, oltre a reinterpretare il design tradizionale, ha indagato le tematiche sociali più attuali. Notevole è stata la ricerca della facoltà di Architettura e Urbanistica di Timisoara intitolata “The Answering Machine”, che ha analizzato i flussi migratori della popolazione rumena e, in particolare, quelli dei giovani studenti e laureati in architettura.
La Technische Universität (TU) di Graz, collaborando con la cartiera italiana Fedrigoni, ha rivisitato il concetto di decorazione in chiave contemporanea. Cos’è un ornamento ai giorni nostri? Con l’utilizzo della carta fornita dall’azienda e delle sofisticate tecniche di taglio al laser, gli studenti hanno avuto l’opportunità di sperimentare diverse possibilità.
L’illustratore Francesco Ciccolella ha infine provato a rappresentare l’era della post-verità attraverso i suoi disegni nella mostra “Alternate realities”. La relazione dell’uomo con la realtà è il fulcro della sua esposizione, che ha raccontato storie visive tratte dalla vita di tutti i giorni, dove i confini tra verità e bugia tendono a confondersi.
Elisabetta Carboni, Bruno Melis
© riproduzione riservata
- Festival:
- Vienna Design Week 2017
- Titolo:
- A City Full of Design
- Direttore:
- Lilli Hollein
- Date di apertura:
- 29 September – 8 October 2017
- Quartier generale:
- Blaue Haus 15, Europaplatz 1, Vienna