Racconto corale

Con la direzione artistica di Emanuele Guidi, la prima mostra dell’AR/GE Kunst di Bolzano propone un racconto corale per riportare l’attenzione su ciò che istituzione, arte e comunità potrebbero significare.

Un’espressione efficace per descrivere la mostra all’AR/GE Kunst di Bolzano, che ha inaugurato a settembre con la nuova direzione artistica di Emanuele Guidi, potrebbe corrispondere a una vecchia affermazione di Stephen Willats, che negli anni Sessanta scriveva: “The artwork having a dynamic, interactive social function”.
AR/GE Kunst, Bolzano
In apertura: Prologue II. Photo S.T.I.F.F. Qui sopra: Lorenzo Sandoval e S.T.I.F.F., Mutant Matters, AR/GE Kunst, Bolzano. Photo S.T.I.F.F.
La funzione sociale è il concetto che meglio associa le opere in mostra a un’idea curatoriale e che prende posizione già a partire dal titolo: “Prologue Part One”. Prologo è l’esortazione che chiama alla lettura, peraltro non troppo metaforica, di un racconto corale che si esprime attraverso forme, immagini e parole, illustrando pratiche e memorie per riportare all’oggi l’attenzione su ciò che istituzione, arte e comunità, sono o potrebbero significare.
AR/GE Kunst, Bolzano
Lorenzo Sandoval e S.T.I.F.F., Mutant Matters, AR/GE Kunst, Bolzano. Photo S.T.I.F.F.
Ed è proprio Stephen Willatz a fornirci la prima chiave di accesso per la comprensione di “Referencies, paperclips and Cha Cha Cha”, titolo della mostra e omaggio a Cha Cha Cha, libro d’artista realizzato da Willats e pubblicato nell’82. L’opera, smembrata e riallestita per l’occasione, è l’esito di un lavoro dedicato allo storico Cha Cha di Londra, un club dove la cultura post punk aveva ridefinito la propria nozione di “comunità”, rispondendo con la “funzione sociale” della musica e della libertà d’espressione alle politiche liberiste messe in atto dal governo Tory, che avevano cominciato lo smantellamento del vecchio welfare state. Il Cha Cha club era un luogo di resistenza a Margaret Thatcher e alla sua celebre affermazione “la società non esiste, esistono gli individui”.
AR/GE Kunst, Bolzano
Lorenzo Sandoval e S.T.I.F.F., Mutant Matters, AR/GE Kunst, Bolzano. Photo S.T.I.F.F.
Vedere la realtà non più da un unico punto di vista, ma affrancare piuttosto la possibilità di poterla costruire, seguendo ciascuno un proprio senso di appartenenza, è la traccia di questo lungo progetto che si esprime con Willats ma che si diffonde come un’eco negli altri lavori, a partire per esempio da Mutant Matters, opera realizzata dal collettivo di architetti S.T.I.F.F. in collaborazione col curatore e artista Lorenzo Sandoval. Un modulo autosufficiente, in grado di adeguarsi man mano alla dimensione fisica dello spazio, come luogo dell’esposizione e dunque della condivisione, dedicato all’interazione e allo scambio della conoscenza. Si tratta di una sedia replicata che, assemblata con altre, modifica il suo scopo originale per mutarsi in libreria, accogliendo una selezione di testi riesumati dall’archivio di AR/GE Kunst, oppure trasformandosi in agorà del dibattito, palco per la messa in scena, luogo della riflessione. Come è successo con la presentazione di Folk Fiction di Gareth Kennedy.
AR/GE Kunst, Bolzano
Prologue II. Photo Annelie Bortolotti
Il concetto di “autocostruzione” della realtà si riferisce alla scelta di partecipare alla formazione di un’identità sociale secondo principi di democrazia. Un processo che l’intellettuale americano Gene Sharp indaga nei suoi libri da oltre un ventennio e che gli artisti Curandi Katz (Valentina Curandi e Nathaniel Katz) hanno ripreso per presentare la versione rilegata di ventotto traduzioni del suo testo più famoso: From Dictatorship to Democracy. Diffuso attraverso il web in tutto il mondo, From Dictatorship to Democracy è stato utilizzato per la divulgazione di pratiche di resistenza pacifiche da molti movimenti di protesta. Dall’ex Jugoslavia fino all’Egitto della primavera araba.
Lorenzo Sandoval e S.T.I.F.F., Mutant Matters, AR/GE Kunst, Bolzano. Photo S.T.I.F.F.
Biblioteca Pacifista Azione #5: Dispersione è il titolo con cui gli artisti diffondono e condividono non solo il contenuto di un testo, ma anche la modalità copyleft con cui viene diffuso. Attraverso una fotocopiatrice è possibile appropriarsi della selezione di libri dell’Archivio della Galleria, portandosi a casa sul retro di ogni pagina anche parte del libro di Gene Sharp. Mentre da un lato della stanza il libro di Willats viene decostruito per fornire la lettura orizzontale di un’esperienza, sintomatica di tutta la sua ricerca d’artista, dall’altro, attraverso una gestualità meccanica, i libri si fondono e si ricompongono, allo scopo di condividere pratiche e fornire consapevolezza per produrre effetti sulla realtà.
Lorenzo Sandoval e S.T.I.F.F., Mutant Matters, AR/GE Kunst, Bolzano. Photo S.T.I.F.F.

Se democrazia non può prescindere da collettività, diviene inevitabile pensare che, in questo progetto, entrambe le parole abbiano trovato varie posizioni anche rispetto a eventi della storia. L’ultima (per citazione) opera in mostra, è un video di Hop Tucker che si ispira alle vicende legate alla resistenza al nazismo durante l’occupazione tedesca della Norvegia. Il video si limita a raccontare la storia della graffetta inventata dal designer Johan Vaaler, che non gli fu mai riconosciuta come oggetto di design vero e proprio, ma che trovò una funzione sociale in quel contesto storico. Venne infatti utilizzata, ci racconta il testo che scorre in sovrimpressione sul fondo nero del monitor, come elemento di riconoscimento tra i dissidenti, assumendo presto la funzione di un simbolo di appartenenza, e creando subito quell’effetto di comunità partecipata.

Non è difficile intuire che certe strategie di partecipazione e condivisione si sono riproposte anche in questi anni, come ci dimostrano gli eventi che si sono succeduti a catena in tutto il mondo. “La società non esiste”, diceva la Thatcher, “esistono solo gli individui”. Ma non tutti gli individui sono d’accordo.

AR/GE Kunst, Bolzano
A sinistra: Stephen Willats, Inside the night, 1982. Photo Annelie Bortolotti. A destra: Curandi Katz, Pacifist Library Action 5. Dispersal. Photo S.T.I.F.F.

Fino al 31 ottobre 2013
Prologue – Part One: References, Paperclips and the Cha Cha Cha
ar/ge kunst Galerie Museum
via Museo 29, Bolzano

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