Tallinn Architecture Biennale: bellezza in VR e auto-costruita

Con mostre, installazioni e conferenze, la biennale curata dall'architetta Yael Reisner racconta inconsueti rapporti tra estetica e modi di abitare.

A Tallinn è stata inaugurata la quinta edizione della Tallinn Architecture Biennale (TAB 2019), che ha come tema “Beauty Matters”, una celebrazione della bellezza in architettura. La curatrice della manifestazione Yael Reisner ha scelto un argomento molto insidioso: la bellezza è un valore diventato tabù nel dibattito architettonico, ma a cui l’architetta e educatrice israeliana guarda con ottimismo e sguardo interdisciplinare. TAB 2019 sviluppa un discorso antitetico a quel “Form Follow Function” che ha indirizzato pratiche e teorie in campo architettonico e non solo. 

Piaccia o meno, il tema evita l’ormai classica retorica delle biennali contemporanee, che evadono ogni presa di posizione con la scusa di “porre domande” o “iniziare un dibattito”. Invece qui la direzione è chiara: “la civiltà non potrebbe esistere senza l'esperienza della bellezza”, enunciano i manifesti in giro per la città per pubblicizzare la biennale. Reisner dichiara: “Torna l'impegno per l'estetica e la cura della bellezza, testimoniata nel passaggio culturale dalla presunzione di oggettività a una fiducia emergente nel soggettivo”.

Con l’obiettivo di ricercare e sperimentare nuove forme di bellezza in architettura, sono state sviluppate principalmente una mostra e un padiglione esterno, selezionato attraverso una open call, oltre a un simposio e diversi eventi collaterali.

Per “Beauty Matters” la curatrice ha invitato otto architetti a disegnare un’installazione per sperimentare inconsueti rapporti tra estetica e modi di abitare. La difficile scelta curatoriale è purtroppo sviluppata in modo confuso nell’organizzazione spaziale della mostra: i pochi contributi hanno dimensioni medio-grandi che meriterebbero una maggiore distanza tra loro. Manca una regola precisa nella loro distribuzione. Avere così pochi spunti è infine una scelta poco convincente per sostenere un discorso così complesso, vasto e ricco di interpretazioni. 

La parte più godibile è l’esperienza parallela in VR. L’architetta londinese Paula Strunden ha riprodotto tutti i progetti in 3d e creato esperienze immersive e omogenee tra di loro. Gli spaziosi ambienti digitali offrono una combinazione di stimoli visivi, uditivi e tattili che rendono la visita virtuale completa e godibile. Anche il padiglione esterno progettato da Gwyllim Jahn, Cameron Newnham (Fologram, AU), Soomeen Hahm Design (UK), Igor Pantic (UK) e Format Engineers (UK) è sorprendente per il rapporto tra forma e costruzione. La struttura di legno, giuntata con placche di metallo, è stata infatti costruita da manodopera non specializzata, che ha utilizzato dei visori di VR come guida per il corretto montaggio.

Tale tecnologia permette di realizzare in modo semplice ed efficiente strutture dalle forme complesse: un grande balzo in avanti per la DIY-Architecture che ci ha abituato a soluzioni costruttive elementari e progetti banali in nome della mancanza di risorse e della necessità di costruzione partecipata.

Questo progetto risponde a un quesito che ci ha seguito per tutta la nostra esperienza a Tallinn: “per chi è la bellezza?” Ci ha fatto venire in mente una frase celebre del teorico e attivista italiano Franco “Bifo” Berardi, che parafrasiamo (anzi, storpiamo un po’): la bellezza è sovversiva quando si collettivizza.

Evento:
Tallinn Architecture Biennale 2019
A cura di:
Yael Reisner
Partecipanti mostra curatoriale:
Sou Fujimoto, Kadri Kerge, KTA, Elena Manfredini, March Studio, soma, Space Popular, Barnaby GunningStudio& Yael Reisner Studio
Date di apertura:
11 settembre - 3 novembre 2019

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