Il lavoro di Andés Jacque e Office for Political Innovation ridefinisce la condizione politica della materia architettonica. Piuttosto che concentrarsi su oggetti isolati, il lavoro indaga la vita quotidiana, considerandola come il risultato dell’intersezione tra diversi fattori ed entità, che operano in tempi e scale differenti. I corpi, gli edifici, le specie vegetali, i social media e le risorse naturali sono assemblate in progetti in cui l’architettura è intesa come pratica politica. Lo studio interviene, riarticola, responsabilizza, propone confronto e disobbedienza. La materia è una realtà multipla, interscalare e performativa: una “transmateria” che risulta da spostamenti dal corpo al territorio, dal biologico al geografico, dall’offline all’online.

“Transmaterial Politics” presenta una selezione dei lavori sviluppati da Andrés Jaque e Office for Political Innovation. Si organizza attorno a quattro costellazioni di progetti, con formati e metodologie sempre diverse, per esplorare i vari modi in cui l’architettura partecipa alle quattro nozioni del politico: Sweet Domestic Arenas, Cosmopolitics, Performing Publicness e Sex and the So Called City.