È un Koolhaas visibilmente emozionato,
perfino meno brillante del solito,
quello che il 17 aprile scorso ha raccontato
il progetto per la nuova sede della
Fondazione Prada a Milano.
La zona di Largo Isarco è tuttora
un vero e proprio luogo di confine, popolato più di notte che di giorno
da drop-out d'ogni genere: dai
clandestini che bivaccano in altre
aree ed edifici totalmente abbandonati
ai senzatetto che trovano rifugio
per il sonno nel lontano dormitorio
comunale e il resto del tempo
vagano per strade sterminate. Una
metafora tanto perfetta quanto concreta
della fine ingloriosa dell'epoca
industriale (non solo lombarda,
ovviamente) di cui il bel complesso
acquistato da Miuccia Prada e
Patrizio Bertelli è una testimonianza,
per ora, spettrale. I sette diversi
edifici originali (magazzini, laboratori,
distillerie e perfino case per gli
operai) che circondano la grandiosa
corte, saranno conservati per ospitare
la collezione d'arte Prada (che
da sola, secondo Germano Celant,
curatore della Fondazione e gran
maestro della cerimonia di annunciazione
del progetto, copre circa
20.000 metri quadri). A essi verranno
aggiunti un grande spazio espositivo,
un auditorium e una torre. Il
progetto risalta come composizione
astratta di volumi, in cui i nomi affascinanti
scelti da Koolhaas per definire le funzioni (la "casa stregata",
la "torre come natura") non sembrano
suffi cienti a defi nire l'identità
di un oggetto che dovrà competere
con un contesto diffi cilissimo,
l'indifferenza del pubblico milanese
per l'arte contemporanea (al di là di
un'élite ristretta), e almeno altri due
musei annunciati (quello di Piano
per l'area ex-Falck e il ghiribizzo di
Libeskind per l'ex quartiere Fiera). SC
https://www.fondazioneprada.org
Koolhaas e la casa stregata
È un Koolhaas visibilmente emozionato, perfino meno brillante del solito, quello che il 17 aprile scorso ha raccontato il progetto per la nuova sede della Fondazione Prada a Milano.

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- 07 maggio 2008