Francis Kéré: “Vi racconto i miei nuovi progetti, due anni dopo il Pritzker”
“La sostenibilità è continuità”, racconta a Domus l'architetto che dice di “non ritenersi un intellettuale” e la cui opera è in piena espansione.
Lo studio Krupinski/Krupinska Arkitekter ha aggiunto un tassello contemporaneo ad una villa anni ’20 già trasformata nei ’70, con un eclettismo che conserva e valorizza tre modi di abitare.
“La sostenibilità è continuità”, racconta a Domus l'architetto che dice di “non ritenersi un intellettuale” e la cui opera è in piena espansione.
Il progetto della villa brianzola ora sede di Alcova, racconta tante storie: familiari, di impresa e di architettura moderna. E rappresenta bene l’incredibile contributo del suo territorio alla storia del design e del Salone.
Archikon Architects realizza un intervento senza concessioni alla morbidezza e restituisce alla comunità religiosa riformata della città un punto di riferimento per l’apprendimento e l’ascolto.
B-bis architecten valorizza una residenza del 1976 immersa nel paesaggio belga, e inserisce nuovi elementi nel rispetto delle preesistenze, tra mattoni e finestre circolari.
Una villa e una casa diventata atelier d’artista, progettate dal ribelle visionario, critico di tutti gli schemi del moderno, vanno ad arricchire il mercato delle architetture d’autore.
Un percorso nella capitale degli Emirati tra le vie congestionate di downtown e le strade polverose di Mina Zayed, nella spumeggiante Corniche, tra i palcoscenici culturali di Al Saadiyat e in mezzo al deserto, nella “città nuova” a zero emissioni di Masdar.
Il palazzo più sottile, il labirinto verticale più grande, il primo edificio costruito con nebbia artificiale: un giro del mondo attraverso le architetture da record.
Al workshop “Architecture for Outer Space”, studenti provenienti da tutto il mondo si sono confrontati con il tema dell’innovazione nell'ambito della colonizzazione spaziale, evidenziando il ruolo fondamentale dell’architettura nella progettazione delle basi lunari.
L’ultimo film di Andrew Haigh è una riflessione sulle relazioni, tra l’intimità degli spazi domestici e la desolazione della metropoli.
In linea con una storia di architetture “ostinate” e resilienti, una torre per uffici nella capitale messicana aggira i vincoli planivolumetrici dell’area divenendo un landmark nel tessuto urbano in evoluzione.
La “casa senza idea” di Fala Atelier è fatta di spazi ed elementi che decostruiscono l’abitare convenzionale per ricomporlo in una eccentrica domesticità.
Raccontiamo i cantieri più problematici, faticosamente conclusi dopo procedure interminabili o ancora in corso, dove il confine tra architettura ed epica è più che mai sfumato.
Dall’Unitè al Defender, dalla Fontana di Trevi a Pac-Man, passando per l’ormai introvabile Architecture Studio, ricostruiamo la lunga storia di affinità tra Lego e progetto.