Discreet Violence

La mostra all’ETH di Zurigo indaga il rapporto tra architettura, produzione visuale, strategie militari e le politiche coloniali francesi durante la Rivoluzione Algerina.

Il colonnello francese Marcel Bigeard mentre discute le strategie militari di "regroupement", sezione operativa a Saïda, Algeria, 1959. © Flament, Marc / SCA / ECPAD
Durante la Rivoluzione Algerina (1954-1962) le autorità civili e militari francesi hanno profondamente riorganizzato il territorio urbano e rurale dell’Algeria, trasformato drasticamente l’ambiente costruito e impiantato nuove infrastrutture. Sono stati costruiti strategicamente insediamenti per mantenere l’Algeria sotto le regole coloniali francesi e proteggere gli interessi della Francia in Algeria. La mostra indaga il rapporto intrinseco tra architettura, strategie militari, politiche coloniali e produzione visuale.

 

La mostra presenta solo un aspetto di queste trasformazioni territoriali: la costruzione di campi controllati militarmente, soprannominati centres de regroupement, nelle aree rurali algerine. Questi spazi sono la risultante della creazione di zone proibite – zone senza legge – e hanno generato massicci trasferimenti forzati della popolazione algerina. Le unità militari speciali chiamate Sections administratives spécialisées supervisionavano l’evacuazione delle zone proibite, la deportazione della popolazione, la costruzione di campi e costruzioni temporanee, la conversione di campi permanenti in villaggi, il monitoraggio dei civili. L’obiettivo era quello di isolare la popolazione algerina dall’influenza dei combattenti per la liberazione nazionale e impedire un possibile supporto psicoloogico e morale.

Camp de regroupement a Taher El Achouet, Regione di Costantina, Algeria, luglio 1957 © Cuny, Claude / SCA / ECPAD
Camp de regroupement a Taher El Achouet, Regione di Costantina, Algeria, luglio 1957 © Cuny, Claude / SCA / ECPAD

fino al 3 giugno 2017
Discreet Violence: Architecture and the French War in Algeria
a cura di Samia Henni
ETH Zürich
Stefano-Franscini-Platz 5, Hönggerberg

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