Il Vagón del Saber

In Ecuador, un gruppo di giovani architetti, coinvolti dall’amministrazione locale nel recupero del sistema ferroviario nazionale, trasforma un ex vagone merci in un incubatore culturale mobile.

Come viaggia il sapere di questi tempi? Di sicuro frequenta molto la Rete, dove tutti si sentono connessi anche se fisicamente separati e, in fondo in fondo, relegati in labirinti di solitudine. Si perde in rivoli di manifestazioni, tavole rotonde, eventi e happening, durante i quali gli organizzatori lo strattonano a destra e a sinistra secondo i propri desiderata. Alla fine, giunto a destinazione un poco sfiancato, il sapere perde spesso il potere di dare un senso all’esistenza della gente comune.
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In apertura: il Vagón del Saber durante un momento di formazione didattica. Sopra: il progetto del recupero dell’ex vagone merci fa parte di un piano governativo per il recupero del sistema ferroviario dell'Ecuador
Di solito, si pensa che siano le persone a dover cercare la conoscenza e non viceversa. Inoltre, nella maggior parte dei casi, il sapere viene tradizionalmente custodito in spazi istituzionali, come biblioteche e musei definiti da una precisa e reverenziale forma fisica. C’è però un caso recente in Ecuador, ideato da un gruppo di giovani architetti di Quito, in cui è la conoscenza a visitare direttamente i propri utenti. Viaggia addirittura lungo i binari della ferrovia, fermandosi di stazione in stazione lungo la costa del Paese sudamericano e palesandosi sotto forma di “centro culturale mobile”: è il Vagón del Saber progettato da Al Borde.
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Il vagone funziona come un incubatore culturale: può essere un piccolo teatro, uno spazio per la formazione o degli uffici itineranti
Fondato nel 2007 a Quito, il collettivo è formato da David Barragán, Pascual Gangotena, Marialuisa Borja e Esteban Benavides, che esercitano nel loro lavoro una forma contemporanea di regionalismo critico. Al Borde interviene spesso nelle zone più remote dell’Ecuador, dove in collaborazione con le comunità locali progetta e costruisce strutture comunitarie – come, per esempio, la scuola Nueva Esperanza completata nel 2009 a Manabí o i padiglioni d’accoglienza del parco naturale Yasuní, realizzati su incarico della Wildlife Conservation Society per la comunità di Nueva Providencia. Sono edifici eretti con materiali locali e poveri, e che vengono costruiti grazie all’apporto degli abitanti del luogo. Prendendo in prestito le parole di Paul Ricoeur, rappresentano un paradosso: “Sono moderni, ma sanno anche come ritornare alle origini”.
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Il Vagón del Saber si sposta, secondo necessità, lungo la linea ferroviaria della costa dell’Ecuador
Al Borde si distingue da uno studio di progettazione tradizionale, in quanto i processi di partecipazione condivisa sono elemento centrale del suo approccio: gli architetti cercano i loro utenti e non viceversa. Nel caso del Vagón del Saber, Barragán, Gangotena, Borja e Benavides hanno trasformato un vecchio vagone ferroviario, un tempo adibito al trasporto di merci, in una sorta di spazio pubblico, multifunzionale e itinerante: può tramutarsi in un piccolo teatro all’aperto con una capacità tra 60 e 80 spettatori od ospitare uno spazio di lavoro per 20 utenti.
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Gli interni e gli arredi sono stati studiati dal collettivo Al Borde in collaborazione con alcuni designer industriali
Studiato in collaborazione con progettisti specializzati in design industriale, il Vagón del Saber è pensato per funzionare come incubatore culturale nelle varie cittadine nelle quali farà sosta: privo di un programma funzionale definito, può ospitare eventi musicali e teatrali, e momenti di formazione delle comunità locali. Insomma, il Vagón del Saber deve sapersi adattare a tutte le funzioni di cui il suo gestore avrà bisogno. Allo stesso tempo, fa parte del piano di recupero del sistema ferroviario ecuadoregno portato avanti dal Governo locale.
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Gli interni possono essere modificati per accogliere funzioni di tipo diverso
La seconda vita del vecchio vagone non nasconde però quella precedente. La sua carrozzeria metallica dipinta di un rosso brillante esibisce ancora i segni del passato, del tempo in cui trasportava di paese in paese merci e oggetti. Oggi invece la sua carrozzeria, che gli architetti hanno lasciato intatta, non trasporta più manufatti fisici, ma storie e racconti.
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Il vagone prima del progetto di recupero

Vagón del Saber
Progetto:
Al Borde
Responsabile:
Jorge Noreña
Design industriale:
Juan Subia
Progetto della tenda tessile:
AAMAXIMA, Hernan Arias + Marcelo Pazmiño
Grafica:
Rolando González
Cliente:
Ministerio Coordinador de Patrimonio del Ecuador
Costruttore:
Juan Carlos Castillo

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