Costruire una casa del tè

Convinto che gli edifici possano essere realizzati da non professionisti, l’architetto giapponese Teunobu Fujimori ha costruito una casa del tè al Barbican, con gli studenti della Kingston University.

L’architetto e storico giapponese Terunobu Fujimori ha progettato un casa del tè per la mostra “The Japanese House” al Barbican di Londra. La struttura è una delle due opere in scala 1:1 commissionate per l’occasione, accanto a una replica della Moriyama House disegnata da Ryue Nishizawa.

 

Fujimori è convinto che gli edifici possano essere realizzati da persone non specializzate, e la Tea House segue questo principio: infatti, è stata costruita dagli studenti e dai tutor della Kingston University sotto la guida dell’architetto giapponese Takeshi Hayatsu. Il rivestimento esterno utilizza il Yakisugi, un legname carbonizzato prodotto utilizzando la tradizionale tecnica di carbonizzazione giapponese. Il laboratorio per la realizzazione di questo materiale è stato tenuto al Weald and Downland living museum nel West Sussex nel gennaio 2017. La struttura è stata prefabbricata nei laboratori dell’Università. Le maniglie in bronzo, i lampadari in ceramica, il focolare, il vaso e gli sgabelli in compensato sono stati realizzati a mano dagli studenti della Kingston, all’interno dei corsi di design del prodotto e di mobili.

Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate
Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate
La casa del tè di Fujimori fa parte di un giardino che interpreta un tradizionale giardino del tè, e ne rappresenta la forma e la disposizione in funzione della tradizionale cerimonia. Il maestro del tè del XVI secolo Sen No Rikyu ha stabilito tre principi, e Fujimori li segue fedelmente: un piccolo ingresso posizionato in disparte, un spazio interno raccolto e un focolare col fuoco acceso nella stanza. Gli ospiti sono invitati a entrare attraverso un cancello rivestito di legname carbonizzato, dividendo l’esterno dall’interno. Un percorso stretto porta a una ciotola d’acqua e una lanterna per lavarsi le mani prima di entrare.
Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate
Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate
Quando si raggiunge la casa del tè, sopraelevata su assi di castagno e travi di quercia, gli ospiti sono invitati a togliersi le scarpe ed entrare da sotto attraverso una scala. L’interno è di 3x3 metri – la dimensione di quattro tatami e mezzo – una misura standardizzata 400 anni fa in Giappone. Lo spazio è progettato per ospitare sei persone sedute attorno al focolare centrale. La struttura non segue certe tradizioni giapponesi, come l’uso del tatami, i divisori di carta shoji e Tokonoma, e la nicchia per i manufatti ornamentali. Gli ospiti si siedono su un pavimento intonacato, di fronte a un angolo della stanza decorato con carbone sul gesso bianco, un vaso di ceramica e un paralume fatto dagli studenti che illumina dei fiori vivi.
Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate
Terunobu Fujimori, Tea House, Barbican, 2017. Foto Ben Tynegate

fino al 25 giugno 2017
Tea House
Progettato e costruito da Terunobu Fujimori e Takeshi Hayatsu
The Japanese House: Architecture and Life after 1945
Barbican Centre
Silk Street, Londra

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