Urbanism 1.01

Con un’esplorazione attiva dello spazio, il volume Urbanism 1.01 di Marco Citron propone una riscoperta dei caratteri rappresentativi dell’architettura di regime, anche attraverso una ri-produzione attenta e minuziosa dei codici visivi tipici dell’epoca.

 

Sfogliare il libro Urbanism 1.01 lascia nello spettatore un dubbio iniziale sull’origine delle foto che contiene. A uno sguardo superficiale questo oggetto appare come un album di cartoline di propaganda sovietica che l’artista ha pazientemente archiviato frugando tra i mercati dell’Est Europa. Il formato del volume contribuisce a convincere il pubblico che le immagini siano degli objets trouvés. Una catalogazione delle qualità banali del paesaggio che trova riferimenti, per la chiave ironica e nostalgica, nel progetto Boring Postcards realizzato da Martin Parr.

Marco Citron, <i>Urbanism 1.01</i>, Danilo Montanari Editore
Marco Citron, Urbanism 1.01, Danilo Montanari Editore
Rispetto alla catalogazione sarcastica di Parr, Urbanism 1.01 propone invece un’esplorazione attiva dello spazio. Si tratta, infatti, di una riscoperta dei caratteri rappresentativi dell’architettura di regime. Marco Citron, nel produrre ogni immagine contenuta nel libro ha eseguito materialmente una ri-produzione attenta e minuziosa dei codici visivi tipici dell’epoca. La serialità e il rigore formale delle immagini permettono di ottenere un’illusione temporale. La fotografia interpellata più volte nella rappresentazione dell’architettura per il suo carattere di rappresentazione esatta della realtà, è capace di svincolarsi dall’obbligo di prova tangibile. L’inganno generato da Citron attraverso un utilizzo libero del linguaggio fotografico permette di ricomporre un nuovo rapporto con il fattore tempo, elemento fondante dell’identità fotografica.
Marco Citron, <i>Urbanism 1.01</i>, Danilo Montanari Editore
Marco Citron, Urbanism 1.01, Danilo Montanari Editore
Le immagini sono, a volte, come in questo caso, degli specchi della realtà. Ribaltando il verso degli oggetti che rappresentano, possono realizzare un nuovo rapporto tra spazio e tempo. Si tratta di una relazione generata attraverso pochi elementi, sapientemente calibrati, che permettono di costruire l’apparenza superficiale dell’immagine. La ricerca cromatica è l’elemento essenziale per produrre lo spaesamento dello spettatore. La restituzione dello studio sulle cromie è esaltata dall’impostazione grafica curata da Syb Sybren Kuiper. Infatti, il libro associa a ogni immagine una pagina di colore puro che riprende le dominanti della fotografia alla quale è associata. Così il colore attraverso un processo di astrazione si fa materia pura: l’elemento che permette la costruzione illusoria della foto.
Marco Citron, <i>Urbanism 1.01</i>, Danilo Montanari Editore
Marco Citron, Urbanism 1.01, Danilo Montanari Editore

La cura minuziosa del dettaglio di ogni scatto accentua la creazione di un’atmosfera ingannevole. Per esempio le automobili d’epoca, che compaiono all’interno di alcune immagini, sono l’indizio di un processo selettivo condotto dal gesto fotografico. Citron ha atteso in maniera paziente e incondizionata il momento preciso in cui realizzare la foto.

Attraverso gesti semplici nella resa, ma complessi nella concezione visiva, l’artificialità del paesaggio urbano si fonde alla creazione artificiale del paesaggio nel gesto fotografico. Il valore intrinseco di queste fotografie va oltre lo statuto documentario, di prova del reale, in quanto queste foto sono capaci di scardinare gli stereotipi di un rapporto tra fotografia e oggetto rappresentato. Nelle fotografie di Marco Citron, il corpo architettonico non è più il soggetto di uno sguardo ma la materia capace di generare una ricerca visiva complessa. Così come ci suggerisce il testo “the brutalist architectural landscape”, scritto da Gerry Badger, il titolo Urbanism 1.01 simboleggia la prima lezione fondamentale di un corso di urbanistica.

Ma quali sono i contenuti del discorso visivo condotto da Marco Citron?

Marco Citron, <i>Urbanism 1.01</i>, Danilo Montanari Editore
Marco Citron, Urbanism 1.01, Danilo Montanari Editore
L’insieme armonico della sequenza si rivela come un repertorio omogeneo di edifici pubblici e privati, apparentemente senza qualità. La rappresentazione di Citron è capace di attribuire un nuovo valore formale e plastico a questi monumenti della modernità sovietica restituendo una dignità identitaria ai singoli oggetti. Si può dunque intuire che il messaggio implicito di questa prima lezione di urbanistica insiste sul significato visivo del monumento, inteso nella sua accezione etimologica di ricordo e di avvertimento. Infatti, le fotografie contenute del libro permettono di riflettere sul processo di resistenza alla trasformazione di un territorio.
Marco Citron, <i>Urbanism 1.01</i>, Danilo Montanari Editore
Marco Citron, Urbanism 1.01, Danilo Montanari Editore
In conclusione Marco Citron propone, in maniera sottile, una relazione tra fotografia e architettura capace di generare dei continui scambi sovvertendo il pregiudizio che vede la rappresentazione fotografica come strumento per la restituzione oggettiva e asettica dei fatti urbani. La sua è una ricerca sulla potenzialità dell’immaginario architettonico realizzata attraverso una ricerca visuale sulla rappresentazione iconografica.
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