Freedom of Movement

Migrazione, libertà di movimento, accoglienza nella video installazione esposta al MAXXI di Roma, concepita dalla coppia di artisti tedeschi Nina Fischer e Maroan el Sani.

Nina Fischer e Maroan el Sani, Freedom of Movement, video installazione a 3 canali, HD, 9:45 min, 2017
Più di 50 anni fa un maratoneta quasi sconosciuto di nome Abebe Bikila parte dall’Etiopia per partecipare alla maratona olimpica a Roma. Il 10 settembre 1960 corre, scalzo, 42 km in due ore e 15 minuti, segnando un nuovo record mondiale sotto l’Arco di Costantino, e diventando per sempre un’icona dello sport, simbolo dell’Africa liberata dal colonialismo. Questa grande impresa è un riferimento importante per gli artisti Nina Fischer e Maroan el Sani e per la loro opera Freedom of Movement, una video installazione che, attraverso la rivisitazione di quella memorabile maratona olimpica, si confronta col tema attualissimo delle grandi migrazioni e degli spazi destinati ad accoglierle.

 

Freedom of Movement si compone di tre proiezioni simultanee. Sul primo schermo, un corridore africano ripercorre sulle strade di Roma alcuni dei momenti e degli scenari architettonici che caratterizzarono la storica maratona; nel secondo video, un coro di giovani rifugiati africani attraversa gli spazi del Colosseo Quadrato dell’EUR dalla scala monumentale fino al tetto per intonare una canzone che affronta questioni legate all’identità originaria dei migranti e a quella del paese che li ospita; sul terzo schermo le riprese della maratona del 1960, intervallate da materiale d’archivio sulla costruzione dell’EUR e del Foro Italico, si sovrappongono alle immagini attuali di una corsa notturna di immigrati. 

Nina Fischer e Maroan el Sani, Freedom of Movement, video installazione a 3 canali, HD, 9:45 min, 2017
Nina Fischer e Maroan el Sani, Freedom of Movement, video installazione a 3 canali, HD, 9:45 min, 2017
La narrazione consente di riunire in un’unica opera la storia della maratona del 1960, l’attuale crisi creata dal flusso di rifugiati e migranti e il linguaggio silenzioso e controverso dell’architettura modernista romana, in particolare delle architetture per lo sport, bellissime e piene di contraddizioni. I rifugiati e i migranti di oggi corrono anch’essi a piedi nudi tra i monumenti della città, reclamando così il loro diritto alla libertà di movimento: in senso sportivo, ma anche come possibilità di essere accolti in un altro paese e ricominciare a vivere. Si sottolinea così il ruolo dello sport e della cultura nei processi di pace, integrazione e progresso civile.
Nina Fischer e Maroan el Sani, Freedom of Movement, video installazione a 3 canali, HD, 9:45 min, 2017
Nina Fischer e Maroan el Sani, Freedom of Movement, video installazione a 3 canali, HD, 9:45 min, 2017

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