Kentridge: Thick Time

Il Louisiana Museum of Modern Art presenta l’artista sudafricano William Kentridge, che ci indica quanto le nostre esistenze siano segnate dai concetti di territorio, tempo e ideologia.

William Kentridge: Thick Time
Sono trascorsi ormai 25 anni da quando William Kentridge ha stupito tutti con i disegni dei suoi cortometraggi animati che raccontano la storia dell’apartheid del suo Paese d’origine. In stop-motion i carboncini, che sono ancora la sua cifra stilistica, prendono letteralmente vita davanti agli occhi dello spettatore. Questo permette di seguire la genesi del disegno e come questo cambia, mentre l’artista continua a disegnarci sopra e mentre le tracce delle precedenti versioni svaniscono.
È a questa tecnica – tra le altre – cui Kentridge fa riferimento quando parla dello spessore del tempo, una sorta di distillazione o concentrazione del processo temporale. Il disegno resta lo strumento principale di Kentridge e il punto di partenza per la sua pratica ma, nel corso degli anni, è diventato molto più complesso e multiforme.

 

La mostra al Louisiana Museum si concentra sulle ultime opere dell’artista, nel periodo 2003–2016, la cui struttura segna un nuovo punto di partenza nell’opera di Kentridge. Nel corso degli ultimi quindici anni, la passione di una vita intera per il teatro, l’opera, la letteratura, il cinema e la musica è culminata in una serie di installazioni virtuose in cui tutte queste arti sono legate dalle immagini in movimento, dalle parole, dalla musica e dalla scenografia.

Al centro del lavoro di Kentridge troviamo l’umanità: colonizzata, oppressa, in fuga eppure sempre sognante. Con grande ironia, empatia e poesia le opere mostrano come gli esseri umani navigano nel mondo, e quanto siano segnati dal territorio, dal concetto di tempo e dall’ideologia.

 

Come introduzione all’universo di Kentridge la mostra presenta i dieci film Drawings for Projection (1989–2011); così come le marionette controllate dal computer Right Into Her Arms (2016); 7 Fragments for George Méliès, Day for Night and Journey to the Moon (2003); l’opera O Sentimental Machine (2015); la monumentale processione di ombre More Sweetly Play the Dance (2015), in cui le creature emarginate del mondo eseguire una danza di morte davanti allo spettatore; l’installazione The Refusal of Time (2012), parte della Collezione Louisiana; e, infine, il film Second-hand Reading una vitale e poetica enciclopedia Kentridgiana (2013).

Oltre alle grandi installazioni e opere cinematografiche, la mostra comprende una vasta gamma di sculture, oggetti e disegni. 

“William Kentridge – Thick Time” è co-prodotta in collaborazione con la Whitechapel Gallery di Londra, il Museum der Moderne di Salisburgo e la Whitworth Art Gallery di Manchester.

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