– Emergent Vernacular Architecture ha disegnato una piazza ad Haiti per dar vita a un nuovo spazio pubblico dopo il terremoto che coinvolgesse la comunità per ridurre i disagi sociali.
– “Lucienne Day: Living Design”, in mostra alla TheGallery a Bournemouth, celebra la vita e l’opera di una delle designer più influenti dal secondo dopoguerra, nata 100 anni fa.
– Issei Suma ha realizzato un ristorante immerso nella natura delle montagne giapponesi con spazi interni completamente disadorni, come in una capanna primitiva.
– La storia del Sirius Building, progettato da Tao Gofers nel 1978, innesca una riflessione più ampia sull’architettura brutalista australiana che, solo se supportata da un ampio movimento d’opinione e dall’interesse della comunità, potrebbe rivelare una natura sorprendentemente resistente.
– In mostra alla Ayyam Gallery a Beirut, “As Cold as a White Stone” esplora quello che Lara Zankoul definisce “l’intorpidimento e il gelo dei rapporti umani in epoca contemporanea.”
– Attraverso sfere magnetiche per accendere o spegnere la luce, la lampada da tavolo Heng progettata dal designer cinese Zanwen Li è un vero antidoto alla noia.
– Snøhetta ha progettato la settima stanza del Treehotel in Svezia, creando un tipico rifugio nordico sospeso dove interno ed esterno diventano un tutt’uno con la foresta.
– Architetti da tutto il mondo hanno risposto all’appello dello IUAV di Venezia, inviando 132 taccuini con proposte, schizzi e contributi per la ricostruzione della Siria.
– Situata in una radura a 700 metri di quota, in prossimità del Passo del Cavallo, questa residenza progettata da Camillo Botticini Architetti è attenta al rapporto con il paesaggio e con il suolo.
– Ramón Esteve ha ristrutturato un ristorante a Valencia dal carattere industriale, utilizzando materiali grezzi assieme ad altri più raffinati, come rame e marmo.
In apertura: Lara Zankoul, Triangle, 2016, Ayyam Gallery, Beirut