Best of 2016 #interviste

Le interviste che abbiamo scelto tra quelle del 2016 spaziano per temi, progetti e visioni: tutte dimostrano la passione degli intervistati.

Guido Scarabottolo, Prontuario iconografico per il designer contemporaneo, La Grande Illusion
Per il meglio del 2016 abbiamo scelto quindici interviste a teorici, architetti, designer, curatori: da leggere anche a distanza di tempo perché è sempre interessante approfondire il punto di vista degli autori.

– Ritornato al design dopo una lunga assenza, Andrea Anastasio si racconta a Domusweb: dagli studi in filosofia agli incontri con Sottsass e Munari, dalla lunga parentesi in India ai progetti per il Salone.

– Dalia Chabarek e Camillo Boano intervistano Mona El Hallak, la donna che si è battuta per conservare l’edificio Beit Beirut, importante eredità storica della vecchia città.

– Dall’interesse per la dimensione sociale dell’architettura ai prossimi lavori a Roma e Città del Messico: Bêka e Lemoine si raccontano in occasione del primo “Festival on Festival” e dell’acquisizione da parte del MoMA dei 16 film finora da loro prodotti.

Matali Crasset ha realizzato per la mostra The Velvet Underground – New York Extravaganza, alla Philarmonie di Parigi, un percorso espositivo che intreccia sinergie visive e sonore.

– Come sfruttare l’enorme tesoro di conoscenze che circola per la Rete? L’antropologa dei media Stefana Broadbent racconta due approcci diversi: quello estrattivo di Amazon Mechanical Turk, e quello collaborativo di Wikipedia, “Fix my street” e “If you want to”.

– Aggirando l’ostacolo di una recensione impossibile, abbiamo chiesto a Guido Scarabottolo di raccontarci il suo provocatorio prontuario per il designer contemporaneo: 96 pagine tutte uguali, nate seguendo il filo di un ragionamento visivo.

– Dalla direzione artistica di Botteganove ai progetti personali del suo brand Attico, Cristina Celestino racconta come riesce a fare dialogare sapienza artigiana e visione contemporanea.

Olivier Leclercq racconta perché gli architetti parigini si riuniscono in assemblea ogni sera a discutere fino a notte fonda di spazio pubblico, immaginando un progetto comune di società.

– Due chiacchiere con la designer francese Constance Guisset: alla scoperta del suo lavoro, della sua personale teoria della relatività e della nuova mostra al Château de Courcelles di Montigny-les-Metz.

John Thackara, filosofo, scrittore, eclettico studioso, riassume il contributo decisivo del design che dà una forma concreta a una storia, sempre al servizio delle reali esigenze di chi vive in un luogo.

Volker Staab, fondatore di Staab Architekten, racconta il progetto di ampliamento del Bauhaus, dando voce allo spirito con il quale sarà posata un’altra pietra fondamentale dell’architettura.

– A Dharavi, un laborioso sobborgo di Mumbai, è nato un interessante esperimento museale dedicato al design coordinato da Amanda Pinatih e Jorge Mañes Rubio.

– Incontrato al recente convegno Urban Age ospitato alla Biennale Architettura 2016, Kunlé Adeyemi parla del valore della bellezza come strategia di sopravvivenza e dell’importanza delle comunità come Makoko.

Lluís Alexandre, uno dei curatori di “After Belonging” l’edizione 2016 della Oslo Architecture Triennale, ci ha raccontato di come l’architettura sia un processo aperto e interdisciplinare.

Silvana Bartoli e Celine Medina raccontano l’intervento su un castello neogotico che, attraverso la materia, la volumetria e la luce, instaura un dialogo fra la nuova architettura e la storia del luogo.

In apertura: Guido Scarabottolo, Prontuario iconografico per il designer contemporaneo, La Grande Illusion

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