Chromo Skopje

Un fotografo e un video maker hanno documentato l’esito “a colori”, sui nuovi monumenti voluti dal governo, delle proteste che per tre mesi hanno scosso la capitale macedone.

Marco Zanin, Chromo Skopje, 2016
Skopje è una città multiforme, multietnica, un caleidoscopio di culture e di pensieri. La capitale della Macedonia ha cambiato aspetto molte volte nel corso dei secoli a causa di ripetuti terremoti, che si sono trasformati in opportune occasioni per i nuovi poteri di trasformare l’impianto della città.
Marco Zanin, Chromo Skopje, 2016
Marco Zanin, Chromo Skopje, 2016
Un nuovo terremoto sta adesso scuotendo la città ma stavolta è di natura politica. A partire da aprile la Repubblica di Macedonia è in rivolta. La povertà della regione, insieme a una cattiva amministrazione e a un esercizio di forza politica hanno spinto i cittadini a ribellarsi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il momento in cui il Presidente Gjorgje Ivanov ha concesso la grazia a 56 politici coinvolti nello scandalo delle intercettazioni illegali di un anno prima. 20.000 persone in Macedonia avevano i propri telefoni sotto controllo da parte del primo ministro di allora, Nikola Gruevski, tra cui gli stessi membri del governo. Da queste intercettazioni è emersa l’immagine di uno stato corrotto, vessato da abusi di potere, pressioni su magistratura e media, brogli elettorali e molti altri reati.
Marco Zanin, Chromo Skopje, 2016
Marco Zanin, Chromo Skopje, 2016
Le proteste hanno visto la partecipazione di migliaia di persone e hanno dato vita a quella che è stata definita la Rivoluzione Colorata. Quei monumenti mastodontici che sono stati costruiti nella capitale macedone negli ultimi cinque anni, e che ne hanno trasformato il volto per magnificare la nuova amministrazione, sono diventati il bersaglio preferito dai manifestanti, che hanno deciso di bombardarli con colori di ogni genere, trasformando i simboli del potere in simboli della rivolta. Le persone non si riconoscono in questi monumenti, e ne ribaltano la dimensione in un gesto liberatorio e potente che trasforma lo scontro in un atto poetico.

All’inizio di luglio Mattia Mura, videomaker, e Marco Zanin, fotografo, sono andati in Macedonia. Mattia Mura ha creato un piccolo reportage che fa il punto della situazione, mostra la città e una delle proteste, e racconta la storia di questa rivoluzione colorata attraverso le parole di Branimir Jovanovic, uno dei tredici manifestanti arrestati all’inizio delle proteste; gli scatti di Marco Zanin mostrano le architetture e i pattern di colori generati dal gesto casuale della protesta che regala ai monumenti senza significato quella storicità che altrimenti non avrebbero.

Intanto in Macedonia si attendono le elezioni di dicembre.


Marco Zanin e Mattia Mura
Chromo Skopje
un progetto sostenuto da Fabrica

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