After Belonging

La Oslo Architecture Triennale 2016, che aprirà l’8 settembre, è centrata sull’idea di essere a casa: all’interno di ambienti domestici e negli spazi definiti da confini nazionali.

After Belonging, Oslo Architecture Triennale
“After Belonging” indirizza e immagina gli oggetti, spazi e territori di una condizione di appartenenza in trasformazione.
La circolazione globale di persone, informazioni e merci ha destabilizzato ciò che intendiamo per residenza, mettendo in discussione la permanenza spaziale, la proprietà e l’identità – una crisi di appartenenza. Questi trasferimenti portano una maggiore accessibilità alle sempre nuove materie prime e modificano le geografie. Ma, allo stesso tempo, la circolazione promuove anche crescenti disuguaglianze per grandi gruppi di persone, tenute in precari stati di transito. “After Belonging” analizza i modi in cui l’architettura partecipa e interviene sul nostro attaccamento ai luoghi e alla collettività – Dove apparteniamo? Così come sulla nostra relazione con gli oggetti che produciamo, possediamo, condividiamo e scambiamo. Come si fa a gestire le nostre cose?
After Belonging Oslo Architecture Triennale, Managing Dissidence in Gardermoen by Bollería Industrial / Factory-baked Goods
Top and above: After Belonging, Oslo Architecture Triennale 2016, Managing Dissidence in Gardermoen by Bollería Industrial / Factory-baked Goods
La Oslo Architecture Triennale 2016 è divisa in due parti. After Belonging: On Residence documenta le condizioni spaziali che modellano il nostro modo di stare in transito e la definizione dei nostri spazi contemporanei di residenza. Prende in considerazione le implicazioni estetiche, tecniche e socio-politiche di questa definizione. L’architettura qui assume forme diverse al di là dell’edificio, dalla sistemazione degli oggetti e la loro logistica, alle configurazioni territoriali e ai sistemi digitali di organizzazione. La mostra presenta una serie di contributi che gravitano intorno a cinque aree: Borders Elsewhere (Confini altrove), Furnishing After Belonging (Arredare oltre il possedere), Sheltering Temporariness (Riparare temporaneamente), Technologies for a Life in Transit (Tecnologie per una vita in transito), e Markets and Territories of the Global Home (Mercati e territori della casa Globale). Organizzata come un accumulo di prove e speculazioni, la mostra sulla residenza svela le molteplici scale e media coinvolti nelle architetture di forme contemporanee di residenza e come si trasmettono nuove articolazioni tra gli individui, gli oggetti, le tecnologie, comunità e territori.
After Belonging, Oslo Architecture Triennale 2016, Moments of freedom, ph Javad Parsa
After Belonging, Oslo Architecture Triennale 2016, Torshov Modes of Movement by Ruimteveldwerk (Pieter Brosens, Brecht Van Duppen, Sander Van Duppen, Lene Beelen, Pieter Cloeckaert)
After Belonging: In Residence si concentra su una selezione di dieci siti in tutto il mondo che rappresentano le trasformazioni attuali dell’appartenenza. Si tratta di una piattaforma di speculazione organizzata attraverso relazioni commissionate e strategie di intervento considerate come due operazioni architettoniche distinte e collegate per comprendere quei siti. Le relazioni delineano diversi modi di descrivere i luoghi, offrendo prospettive molteplici e su diverse scale. Inoltre, cinque strategie di intervento sono state selezionate per i siti ubicati a Oslo e nella regione nordica, attraverso un invito aperto internazionale. Questi interventi progettno moduli tattici e di impegno di lungo periodo con i siti, e propongono modelli di architettura alternativa. Mettendo insieme questi diversi approcci, la mostra In Residence ha lo scopo di testare la capacità delle competenze architettoniche per rispondere a realtà in mutamento.

8 settembre – 27 novembrer 2016
After Belonging

Oslo Architecture Triennale 2016
A cura di: Lluís Alexandre Casanovas Blanco, Ignacio G. Galán, Carlos Mínguez Carrasco, Alejandra Navarrete Llopis and Marina Otero Verzier
Oslo, Norvegia

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