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Alessandro Sarfatti: Astep
Alessandro Sarfatti racconta il suo nuovo marchio Astep che, oltre a valorizzare il passato, guarda al futuro con un’innovativa lampada di Francisco Gomez Paz. #MDW2016
Un passo per volta, nel rispetto della tradizione.
A Palazzo Litta presenta Astep, l’azienda che ha appena fondato. Alessandro Sarfatti, nipote di Gino Sarfatti, spiega che l’azienda è danese, perché lui vive in Danimarca.“Però”, precisa, “tutte le mie radici sono in Italia, i miei amici, il mio network sono qui. Quindi l’azienda ha questo testa-coda Scandinavia-Italia”.
Perché Astep? “Astep vuol dire cercare di essere innovativi e fare qualcosa di nuovo, ma anche rispettare quello che c’è stato prima di noi”, spiega. “Ho la fortuna di fare parte di una famiglia importante nel mondo del design dell’illuminazione. Abbiamo quindi deciso di riportare sul mercato un prodotto di mio nonno Gino Sarfatti, disegnato nel 1950 (la lampada Model 2065) e uno di Vittoriano Viganò – che per me era un amico, e aveva lavorato con mio nonno e con mio padre e mia madre – sempre degli anni Cinquanta (la lampada VV Cinquanta, da terra, parete e sospensione”.
Oltre al rispetto della tradizione, “Sarfatti jr” punta però anche all’innovazione di progetto. E per questo ha coinvolto l’amico designer Francisco Gomez Paz. “Va bene rispettare il passato, ma soprattutto vogliamo cercare di proporre qualcosa di nuovo. Grazie alla genialità di Francisco Gomez Paz abbiamo sviluppato questo prodotto che abbiamo chiamato Candela, che è in grado di generare la propria elettricità, grazie a un effetto termoelettrico scoperto 200 anni fa da Thomas Seebeck. Aveva scoperto che, se su due superfici si crea un differenziale di temperatura, caldo e freddo, questo differenziale genera della corrente. Possiamo applicare oggi l’Effetto Seebeck grazie al fatto che i Led hanno bisogno di poca energia per emettere luce. Riusciamo anche a produrre energia per caricare il telefono cellulare”.
La lampada, portatile, funziona grazie al bioetanolo, combustibile naturale che viene dalla fermentazione delle biomasse e che non fa fumo. Al momento Astep è focalizzata sull’illuminazione. In futuro? “Nella prima fase ci concentriamo sull’illuminazione, ma l’idea, a tendere, è fare anche altri prodotti, sempre nuovi e innovativi. E riportarne in produzione altri disegnati anni fa”.
12 – 17 aprile Astep
Palazzo Litta
corso Magenta, Milano