“L’intervento diretto da Carmassi non può essere definito semplicemente un’opera di restauro, anche se accurati interventi di restauro ne fanno parte. E non possiamo neppure parlare di una semplice ri-funzionalizzazione, anche se le parti realizzate sino a oggi ospitano egregiamente le nuove aule e i nuovi servizi.” Motiva Alberto Ferlenga, membro con Luisa Collina, Alessandra Fassio, Vincenzo Latina e Christophe Pourtois della giuria presieduta da Claudio De Albertis. “Se consideriamo l’intervento nel suo insieme lo dovremmo definire, piuttosto, un’opera di architettura contemporanea realizzata in stretto rapporto con le preesistenze.
In questo caso l’intervento, oltre a recuperare materialmente le pietre antiche, si pone il compito di chiarire gli spazi originari tramite interventi che ne evidenzino la natura e li sviluppa in modo convincente mettendo in atto l’unica vera forma di salvaguardia di una struttura del passato, quella di evitarne museificazione o degrado permettendone una continuità di vita coerente con la sua natura ma anche adeguata ai nuovi usi.”