The Italian Stone Theatre

Nel primo padiglione di Marmomacc designer, architetti e aziende mostrano i risultati di un lavoro con il materiale lapideo che ha coinvolto nuovi macchinari e tecnologie.

The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona
The Italian Stone Theatre racconta la capacità delle aziende italiane di realizzare prodotti innovativi appositamente progettati da architetti e designer internazionali, sia attraverso i tradizionali saperi artigiani sia mediante l’uso avanzato di macchine capaci di interagire con sofisticati programmi di progettazione tridimensionale. 
Il Padiglione, curato dal designer Raffaello Galiotto e dall’architetto Vincenzo Pavan, si articola in due nuclei con diversa identità spaziale.
The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona
The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona

Il primo, dedicato ai materiali, è rappresentato da una serie di installazioni sviluppate in una duplice tematica ispirata ai concetti di orizzontalità e verticalità, due condizioni di uso dei materiali lapidei su cui i progettisti si confrontano quotidianamente.

L’orizzontalità è rappresentata da Carpets of Stone, un collage di pavimenti litici di diversi autori disposto in un percorso segmentato, nei quali fantasia progettuale e precisione esecutiva possono dimostrare le infinite possibilità interpretative e le sfaccettature sia testurali che cromatiche offerte dai materiali lapidei nella loro composizione bidimensionale.

Tra questi Botticino, il progetto di Gumdesign per I.E.M., è un’installazione concettuale che narra la vita del materiale, dalla forma restituita dall’uomo alla sua rappresentazione in natura; un percorso che nasce nei laboratori con le lavorazioni dedicate ai luoghi abitati e che progressivamente si trasforma da semplice lastra piana in piccoli moduli tridimensionali, alcuni dei quali atti ad accogliere piccole tracce erboree. Sono elementi funzionali, veri e propri vasi pronti a raccontare il territorio e la sua spontanea complessità. Un percorso naturale a ritroso che nasce dalla lavorazione della marmetta 20x20 nella sua forma più lavorata (levigatura e lucidatura) per passare alla semplice levigatura ed infine ritornare al suo aspetto originario (filo sega) presente nei blocchi di cava.

The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona
The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona

La verticalità è interpretata da Lithic Vertigo, una serie di installazioni tridimensionali concepite come isole nelle quali pareti, scale e rampe mettono in mostra le potenzialità della pietra in varie componenti costruttive, sia sotto il profilo meccanico sia nelle sue qualità espressive.

In mostra qui Erodescape, installazione sviluppata da Kengo Kuma per Franchi Umberto Marmi modificando  il concetto di marmo sottile. Pensando a come l’acqua e il vento erodono il paesaggio roccioso, è stato adottato un diverso processo di lavorazione, come la sottrazione e la lucidatura, per ottenere questa sottigliezza. In questo modo dalla una lastra di marmo è stata rimossa delicatamente la sua materia, modellandola come una topografia erosa. Le cavità ottenute sono diventate dunque un affascinante paesaggio in negativo.

Accanto a Kuma anche Cino Zucchi, che per Grassi Pietre ha sviluppato New Karnak, un’installazione che ha la forma di un cuneo lapideo sghembo, attraversato da gradini in pietra di Vicenza Bianco Avorio che salgono verso uno stretto taglio di luce e si specchiano in un pavimento levigato. Essa vuole mettere in scena il “grado zero” della costruzione in pietra per impilamento, e al contempo evocare – attraverso l’artificio ambiguo del modello in scala – le “nuove piramidi” delle metropoli contemporanee, proiettate alla ricerca di un futuro possibile.

The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona
The Italian Stone Theatre, vista dell'allestimento a Marmomacc 2015, Verona

Il secondo nucleo espositivo riguarda l’interazione delle macchine di lavorazione della pietra con il progetto di design, un passaggio cruciale che apre nuove prospettive a un settore fino a oggi di accesso problematico al mercato.

Digital Lithic Design è una mostra sperimentale in cui il design si serve di strumentazioni digitali e di macchinari di alta tecnologia per trasformare la pietra e rilanciarla in una nuova dimensione con la macchina che diventa strumento a disposizione della creatività umana. Attraverso una collezione di opere in marmo dal forte impatto formale è sperimentata e portata all’estremo la capacità di ciascuna tecnica di taglio e lavorazione con il coinvolgimento degli attori del settore lapideo, produttori di utensili, software house, macchinari, marmisti e cavatori. La mostra è uno stimolante momento di confronto fra le varie aziende e alimenta il dibattito su come le nuove opportunità tecnologiche possano diventare leva competitiva nel mercato del lapideo internazionale.

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