Negli anni Trenta Pirelli comincia a pianificare internamente le campagne pubblicitarie, abbracciando i più moderni orientamenti della grafica del tempo e, a partire dal secondo dopoguerra, raggiunge il punto più alto della sua comunicazione pubblicitaria. Impronta infatti la sua azione nel segno dell’integrazione tra cultura politecnica e cultura umanistica, unione che si realizza perfettamente anche sulle pagine della rivista “Pirelli”, che vede le firme di importanti intellettuali, giornalisti, scrittori, poeti, su temi legati alla tecnica e all’industria, come su arte, cinema, letteratura, architettura.
Con la pubblicità dei prodotti Pirelli si cimentano i più importanti esponenti della nascente scuola grafica italiana e alcuni dei più grandi nomi della grafica internazionale, contribuendo alla creazione di uno “stile Pirelli” nella comunicazione, sinonimo di qualità, innovazione e sperimentazione.