La Casa della Memoria

Il centro dedicato ai valori della democrazia si concretizza, con il progetto di baukuh, in un’opera che espone la differenza di potenziale fra esoscheletro solido e contenuto fluido.

baukuh, Casa della Memoria, Milano
Inaugurata il 24 aprile 2015 e realizzata su progetto di baukuh, la Casa della Memoria ospita la sede di alcune associazioni che conservano la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia: l’Associazione Nazionale Ex Deportati (A.N.E.D.),
 l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.), l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (A.I.VI.TER.), l’Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969 e l’Istituto Nazionale di Studi sul Movimento di Liberazione d’Italia (I.N.S.M.L.I.).
L’edificio, costruito dal 2013 al 2015 a seguito del concorso svolto nel 2011, è stato realizzato per il Comune di Milano, che ha voluto destinare una nuova sede alle associazioni e attivare un centro dedicato ai valori di democrazia e libertà per cui la città di Milano ha combattuto nell’ultimo secolo.
baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Archivio baukuh
baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Archivio baukuh

La complessa temporalità di un monumento è anche la più grande ricchezza della Casa della Memoria: questa complessità permette infatti di combinare l’inerzia e la lentezza dell’architettura con la mutevolezza e la rapidità dei media contemporanei. Per questo motivo, piuttosto che ridurre la complessità delle forme di comunicazione rese possibili dalle nuove tecnologie all’inevitabile fissità dell’architettura (e piuttosto che inseguire goffamente le tecnologie contemporanee attraverso qualcosa di inesorabilmente statico come l’architettura), la Casa della Memoria espone da subito la differenza di potenziale fra il suo esoscheletro solido e il suo contenuto fluido e mutevole.

Una scena fissa si affianca a scenari mutevoli, costruendo una macchina complessa e sorprendente, lenta e imprevedibile, molteplice ed immobile. L’edificio approfitta della sua pesantezza e della sua leggerezza. Come archivio aperto e continuamente accessibile grazie alle più recenti tecnologie, la Casa della Memoria si lascia usare nei modi più imprevisti e informali.

Piuttosto che considerare la Casa della Memoria come espressione di una memoria condivisa, gli architetti hanno preferito immaginarla come strumento della discussione sulle differenti figure che convivono nella memoria della città. L’opera prova a offrire una casa alle differenti memorie che si intrecciano non solo nella società, ma negli stessi individui: memorie solide, irrinunciabili convivono in tutti noi con memorie più transitorie, più leggere; memorie pubbliche convivono con memorie private; memorie esplicite convivono con memorie inconsce.

La Casa della Memoria è interamente rivestita di immagini rappresentative della storia di Milano del dopoguerra. L’involucro dell’edificio, inteso come un grande polittico, prova a dar conto con immediatezza della complessità della memoria di una intera città, senza per questo rinunciare ad immaginarne una ideale unità. La decorazione delle facciate, più che definire una memoria condivisa, espone l’esigenza di questa condivisione. Per questo le immagini rappresentate sull’involucro dell’edificio sono allo stesso tempo esplicitamente monumentali e deliberatamente fragili. Per come sono realizzate, queste immagini appaiono più nettamente da lontano e poi perdono chiarezza avvicinandosi, scomponendosi in un pulviscolo inafferrabile, quasi a proclamarsi infine piuttosto incerte della stessa verità che hanno così orgogliosamente scelto di esporre.

Il programma iconografico, definito da un apposito comitato scientifico, si compone di diciannove ritratti di milanesi anonimi (che suggeriscono la complessa composizione della moltitudine che ha animato la città nel dopoguerra) e di otto quadri storici che fissano alcuni momenti decisivi della storia recente della città: la deportazione nei campi di concentramento, la Liberazione, l’attentato di piazza Fontana... Il rivestimento in mattoni policromi si mette esplicitamente in relazione con la tradizione lombarda delle decorazioni in laterizio di edifici come l’Ospedale Maggiore o Santa Maria delle Grazie.

baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Stefano Graziani
baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Stefano Graziani

L’edificio, un prisma a base rettangolare, è diviso in tre parti, connesse da un piano terra interamente libero. Due sottili fasce alle estremità brevi, comprendenti l’archivio (a Sud) e i servizi (a Nord), si affiancano ad una ampia (20 x 30 m) parte centrale, di cui la porzione a Sud (a tutta altezza) è occupata da una scala circolare dipinta di giallo. Questa scansione dell’edificio, con la presenza della grande vite gialla incastrata tra i tre livelli dello spazio espositivo e degli uffici e i corrispondenti cinque livelli dell’archivio attribuisce agli spazi interni un’ampiezza speciale. Confrontandosi con i livelli ravvicinati dell’archivio e con la dimensione inafferrabile della scala, tutti gli altri spazi acquistano maggiore ampiezza; il visitatore percepisce uno spazio più largo, più generoso.

La scala gialla non è solamente il principale elemento distributivo dell’edificio, ma anche lo strumento che mette in relazione la collezione ed il visitatore. Siccome la natura della collezione è tale da non consentire ai visitatori di accedere direttamente ai documenti, il rapporto tra i cittadini e le testimonianze d’archivio è garantito dal movimento rotatorio lungo la scala che ripetutamente avvicina ed allontana il visitatore alla collezione, costruendo una complessa sequenza di sguardi sui documenti e, attraverso essi, sul parco alle loro spalle.

L’edificio prende luce in maniera differente nelle sue diverse parti. Gli uffici sono illuminati da ampie finestre concentrate nelle corrispondenti parti della facciata. L’ingresso e la scala prendono luce da poche, grandi, bucature, che determinano una illuminazione radente, che invade la penombra producendo uno spazio pacato e solenne.

baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Stefano Graziani
baukuh, Casa della Memoria, Milano. Photo Stefano Graziani

inaugurazione 24 e 25 aprile 2015

Casa della Memoria, via Confalonieri 14, Milano
Programma: edificio pubblico
Architetti: studio associato baukuh
Committente: Comune di Milano
Soggetto attuatore: Hines Italia Sgr Spa
Progetto strutturale: Arup Italia srl

Progetto impiantistico e consulenza acustica: Deerns Italia spa
Progetto prevenzione incendi: Gaeengineering srl
Quantity surveyor: J&A consultants srl
Impresa costruttrice: Edilda Edilizia Lombarda spa
Area: 2.500 mq
Costo di costruzione: 3.600.000 €
Completamento: 2015

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