Bâton–Serpent

“Bâton–Serpent”, a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci, porta per la prima volta in Italia, al MAXXI, il lavoro dell’artista francese di origine cinese Huang Yong Ping.

Huang Yong Ping, La Carte du Monde, 2000-01. Photo Cecilia Fiorenza
Un minareto lungo più di 10 metri adagiato nella piazza del museo, una riproduzione gigante della montagna di Bugarach, un mulino da preghiera buddista che sfiora il soffitto del museo e lo scheletro di un serpente lungo 30 metri.

Sono alcune delle colossali opere esposte nella mostra “Huang Yong Ping. Bâton–Serpent” a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci che porta per la prima volta in Italia il lavoro dell’artista francese di origine cinese, tra i più interessanti sulla scena artistica internazionale.

Huang Yong Ping, <i>Bâton Serpent</i>, 2014. Photo Cecilia Fiorenza
Huang Yong Ping, Bâton Serpent, 2014. Photo Cecilia Fiorenza

Il titolo della mostra “Bâton–Serpent”, scelto dall’artista, richiama un passo dell’Esodo nella Bibbia (“Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente”), e sottolinea il senso profondo del progetto, una riflessione ironica e nello stesso tempo profondamente critica e in qualche modo scettica sulle relazioni e le tensioni che intercorrono tra diverse culture e religioni, tra storia e modernità, uno sguardo critico sull’origine filosofica e geopolitica dei conflitti contemporanei che colpiscono il mondo. 

È particolarmente significativa inoltre la scelta di far partire il progetto da Roma, capitale della civiltà e della religione occidentali e in seguito esporlo a Beijing e Shangai in Cina.

Huang Yong Ping, <i>Bâton Serpent</i>, 2014. Photo Cecilia Fiorenza
Huang Yong Ping, Bâton Serpent, 2014. Photo Cecilia Fiorenza

Il percorso espositivo comprende una serie di lavori selezionati in modo accurato che analizza il confronto e il conflitto nel mondo tra vari sistemi di fede, nel tentativo di disegnare una diversa “mappa della civilizzazione globale”. Queste opere comprendono tra le altre, opere come Construction Site (2007) un minareto, ossia la torre della moschea dalla quale il muezzin (muadhdhin) cinque volte al giorno chiama alla preghiera i devoti di Allah, mostrato nell’area di un cantiere, in uno stato indefinito tra costruzione e smantellamento. Hei Hei Sina Sina (2000 - 2006) un gigantesco mulino di preghiere in rame, come quello usato dai buddisti tibetani, che ruotando produce un suono pacificante ma che in realtà è composto da un palo in legno che è l’immagine di un’arma cinese chiamata mao mentre il coperchio rappresenta uno scudo.

E ancora Bugarach (2012) una grande pietra che fuoriesce dal pavimento che è la miniatura della montagna di Bugarach in Francia, luogo simbolo del turismo esoterico, considerato nel 2012 l’unico luogo in cui si sarebbe trovato scampo all’apocalisse prevista dai Maja; Bâton de Serpent (2007) una monumentale opera che rappresenta lo scheletro di un gigantesco serpente di alluminio ispirato alla mitologia cinese, quella pagana e alla religione cristiana, che l’artista presenta al MAXXI in una versione lunga circa 30 metri. Riferimenti religiosi caratterizzano anche lavori come La chaise à prière (2010) una sedia rovesciata su cui è scritto un passo della Bibbia dal libro di Giacobbe e Camel (2012) un cammello tassidermizzato che riporta sul fianco un passo del Vangelo di Matteo, mentre 92 bras de Guanyin (2014) uno scolabottiglie di duchampiana memoria su cui sono infilate tante braccia umane che reggono oggetti di varia natura, è un chiaro riferimento alla dea Kali indiana.


fino al 24 maggio 2015
Huang Yong Ping
Bâton–Serpent

a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci
MAXXI
Via Guido Reni 4A, Roma

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