L’arte di editare

A trent’anni dalla sua scomparsa raccontiamo, soprattutto alle nuove generazioni di lettori, di Gianni Mazzocchi inventore e instancabile animatore della casa editrice Editoriale Domus.

L’arte di editare
Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 984 ottobre 2014

 

Dirigere oggi Domus, la rivista fondata da Gianni Mazzocchi nel lontano 1928, mi dà la possibilità, e anche l’onore, di ricordare proprio dalle sue pagine questo straordinario editore a 30 anni dalla sua scomparsa. Mi permette di parlare di come abbia curato e accudito la sua (nostra) amata Domus, e di come l’abbia fieramente e magistralmente condotta per oltre mezzo secolo, attraversando indenne anche momenti molto difficili e complessi.

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Sopra: Gianni Mazzocchi al suo tavolo di lavoro. Con questa foto riprodotta sulla copertina, Domus ha ricordato l’editore al momento della sua scomparsa, avvenuta il 24 ottobre 1984 (Domus 655, novembre 1984). Per tutti i documenti © Domus Archives.
Troppo importante il personaggio e troppo grande il patrimonio da lui ideato, realizzato e diffuso, con un’infinita quantità di prodotti editoriali, diventati nel tempo mitici, per non cogliere l’occasione di ravvivarne la memoria in questo anniversario. Rivolti talvolta al grande pubblico e altre a precise élite culturali, i prodotti editoriali da lui creati sono stati capaci di raccontarci, per così dire, con spirito di verità il percorso intrapreso dal nostro Paese nella prima metà del secolo scorso – spesso anticipandolo –, e di accompagnarlo nella sua tormentata crescita moderna.
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Copertina di Domus numero 61, gennaio 1933. Photo Andrea Basile

Racchiudere ora, nello spazio di qualche pagina, l’incredibile storia di tanta e variegata produzione è impossibile: per questo non è nostra intenzione farlo. Vogliamo invece raccontare, soprattutto alle nuove generazioni di lettori, di Gianni Mazzocchi inventore e instancabile animatore della fantastica avventura realizzata con la sua casa editrice, l’Editoriale Domus.

Di quest’uomo si dice che rivoluzionò la stampa italiana, creando una quantità impressionante di periodici e di edizioni, chiamando a lavorare accanto a sé il meglio del giornalismo, della letteratura e delle arti italiane del momento.

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Due pagine interne riprese da Domus 133, gennaio 1939. Sullo sfondo rosso, un disegno di Gio Ponti: nella didascalia, i lettori vengono invitati a far interpretare dai propri mobilieri i diversi disegni di libreria proposti, e vengono suggerite possibili scelte di essenze; gli artigiani sono invece sollecitati a realizzare qualche modello e a inviarne le foto alla rivista. Photo Andrea Basile

Oggi, però, ci occupiamo solo di una parte della leggendaria produzione editoriale di Gianni Mazzocchi, in particolare di quella dedicata al tema dell’abitare, dell’abitare degli uomini: dalla casa alla città. Quest’attività lo ha visto per tantissimi anni lavorare fianco a fianco con personaggi del calibro di Gio Ponti, Giuseppe Pagano, Edoardo Persico, Ernesto Nathan Rogers e progettare con loro riviste come Domus e Casabella.

A questo stesso tema ha dedicato poi altre testate, con formule editoriali anche molto diverse tra loro, sempre tese alla ricerca di qualcosa capace d’interpretare al meglio lo spirito del proprio tempo: ecco allora apparire altre riviste, come A o Stile Industria, e ancora una notevole quantità di pregevoli volumi e di collane tematiche. Tutta questa produzione ha dell’incredibile e non ha pari nell’editoria mondiale di settore

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La copertina di Casabella Continuità 199, dicembre 1953-gennaio 1954, primo numero diretto da Ernesto N. Rogers, che manterrà la direzione fino al numero 294-295, dicembre 1964-gennaio 1965. Photo Andrea Basile
Ora, se la storia del Movimento Moderno in architettura ha trovato i suoi principali protagonisti e le sue più importanti realizzazioni al di fuori del nostro Paese, possiamo dire invece che questa cospicua produzione letteraria resta oggi uno dei contributi più alti e originali dato dall’Italia alla costruzione di questo movimento: una produzione critica, teorica e divulgativa che con le riviste di Mazzocchi ha conquistato il mondo intero, dando sostanza e contenuto a una precisa idea dell’abitare moderno di cui ancora oggi, nonostante tutto, l’Italia resta riconosciuta protagonista.
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Lo schizzo della torre-osservatorio Einstein di Erich Mendelsohn riprodotta nel numero 199 di Casabella Continuità come regalo per i lettori. Photo Andrea Basile

Vorrei infine concludere queste brevi note con le parole di Gianni Mazzocchi che traccia un grandioso programma per la sua città natale, Ascoli Piceno, che dal 1983 attende ancora di essere realizzato.

“Io con la rivista Domus arrivo in 127 Paesi del mondo. Propongo quindi un grande concorso internazionale, aperto agli architetti di tutto il mondo, con premi rilevanti, una giuria internazionale, perché la città di Ascoli sia salvata e ripristinata nel nucleo medievale, e si preveda lo sviluppo moderno fino a 200.000/300.000 abitanti che potrà raggiungere dopo il Duemila”. ndb

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copertina di Stile Industria, n. 1, giugno 1954, fondata e diretta da Alberto Rosselli, Editoriale Domus, Milano. Photo Andrea Basile

“Affidandogli questa testata, di cui sono editore da oltre cinquant’anni, confido che l’architetto Mendini, che ben conosce l’alto valore culturale e di prestigio riconosciuto a Domus in tutto il mondo, saprà ulteriormente arricchirla, trasfondendo in essa la sua sensibilità e la sua intelligenza.

Da parte mia, rinnovo l’impegno di continuare ad offrire ai lettori una rivista ancora migliore, aderente alla realtà e aperta ai problemi del momento”.

 

Gianni Mazzocchi, in occasione dell’incarico di direzione ad Alessandro Mendini, in Domus 596, luglio 1979

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Copertina della rivista quindicinale (poi settimanale) A, n. 1, 18 febbraio 1946. Il comitato di direzione era costituito da Lina Bo, Carlo Pagani (responsabile), Bruno Zevi (coordinatore delle corrispondenze americane), Editoriale Domus S.A., Milano. Photo Andrea Basile

“Casabella è nata quando la Montecatini aveva appena costruito la sua prima sede di Milano, su progetto dell’architetto Giovannozzi; oggi, nel cielo di Milano si innalza orgoglioso il grattacielo Pirelli. Dal falso Rinascimento di Giovannozzi all’edificio di Ponti – ammirato ed imitato persino nell’America del Nord, proprio nella patria dei grattacieli – può sembrare che siano passati dei secoli. Sono passati solo trentotto anni, l’età di Casabella.

La battaglia di Giuseppe Pagano e di Edoardo Persico, una battaglia giusta, è stata vittoriosa. Con nostalgia io posso rivedere le pagine del primo glorioso periodo: il tempo corre veloce, ma non sono i rimpianti che possono arrestarlo. Oggi all’architettura si affianca trionfante l’urbanistica: già conta più la città che l’edificio, domani conterà ancora di più la regione urbanizzata”.

 

Gianni Mazzocchi, in occasione dell’incarico di direzione di Casabella a Gian Antonio Bernasconi, in Casabella 296, agosto 1965.

 © riproduzione riservata
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Pagine interne della rivista quindicinale (poi settimanale) A, n. 1, 18 febbraio 1946. Photo Andrea Basile

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