Jean Arp-Osvaldo Licini

Il Museo d’Arte di Lugano presenta la mostra “Jean Arp Osvaldo Licini”, un dialogo inedito che svela assonanze visive e di poetica fra due grandi artisti del XX secolo.

Jean Arp-Osvaldo Licini
Arp e Licini indagano il mistero della relazione fra uomo e natura attraverso un vocabolario di forme essenziali: geometriche negli anni giovanili e, in seguito, tratte dall’universo umano e naturale.
Parti del corpo, forme organiche, paesaggi, lettere dell’alfabeto o oggetti quotidiani vengono trasfigurati e ricombinati, come se gli artisti ambissero – ponendo in relazione elementi della natura e simboli astratti – a cogliere le dinamiche che presiedono a processi invisibili e rivelare le regole alla base del divenire delle cose. Una sottile ironia pervade il loro immaginario, senza tuttavia comprometterne il lirismo, ma tenendolo al riparo dal pericolo dell’abbandono al sentimento.
Jean Arp, Osvaldo Licini
In apertura: Osvaldo Licini, Addentare su fondo grigio, 1936. Olio su tela, 66,5 X 90 cm (dettaglio). Galleria d'Arte Contemporanea Osvaldo Licini, Ascoli Piceno Foto: Archivio iconografico Musei Civici di Ascoli Piceno. Sopra: Jean Arp, Deux têtes / Zwei Köpfe (Due teste), 1927. Olio e corda su tela, 64,8 x 80,6 cm. Collezione privata
Al fine di mettere a fuoco i diversi temi di dialogo fra i due artisti, il percorso espositivo si articola in una successione di capitoli: dagli anni di formazione (“Gli esordi figurativi”), verso l’astrazione geometrica (“La linea dell’orizzonte”, “Equilibri instabili”, “Architettura dello spazio”, “Astrazioni”), la mostra si sofferma sull’indagine dell’universo naturale (“Genesi delle forme”), sull’uso delle lettere e dei simboli (“Caratteri e segni evocativi”) per chiudersi con un’importante sezione dedicata alla figura biomorfa  (“La danza della figura”).
Jean Arp-Osvaldo Licini
A sinistra: Osvaldo Licini, Obelisco, 1932. Olio su tela, 32 x 27 cm. Museo del Novecento, Milano Foto: © Comune di Milano – tutti i diritti di legge riservati © MondadoriPortfolio / Luca Carrà – Museo del Novecento, Milano. A destra: Osvaldo Licini, Figura T3, 1932-1945. Olio su tela, 19,5 x 25 cm Collezione privata, Milano
Il confronto fra le opere di Arp e Licini permette allo stesso tempo di apprezzare alcune differenze nella poetica dei due: se la natura rappresenta infatti per Arp lo spazio in cui esplorare forme e processi al fine di formulare un inedito linguaggio visivo, per Licini essa è invece il luogo del mito, la dimensione a cui attingere per dare forma a un immaginario fantastico.
Jean Arp-Osvaldo Licini
Osvaldo Licini, Amalassunta su fondo giallo, 1954. Olio su carta intelata, 22,3 x 28,3 cm. Collezione privata, Milano Foto: Archivio Lorenzelli Arte, Milano
La mostra non si esaurisce in un dialogo a due voci, ma propone anche opere di artisti che Arp e Licini amarono o che condivisero il loro stesso orizzonte di ricerca.
Accanto alle opere giovanili dei due artisti saranno pertanto esposti dipinti e sculture di Auguste Rodin, Henri Matisse, Moise Kisling, Amedeo Modigliani: modelli ispiratori o compagni di strada. Per rendere conto del continuo confronto che Arp e Licini intrattennero con le avanguardie loro coeve – Dadaismo, Surrealismo, Costruttivismo, Neoplasticismo – e con le diverse correnti dell’astrazione, vengono presentate inoltre opere di Paul Klee, Vassilij Kandinskij, Alberto Magnelli, Josef Albers e altri ancora. Un ruolo di particolare rilievo riveste, inoltre, la figura di Sophie Taeuber-Arp, dal 1915 compagna di Jean Arp, nonché autrice di opere che destarono profondo interesse in Licini.

Fino al 20 luglio 2014
Jean Arp-Osvaldo Licini
a cura di Guido Comis, Museo d’Arte
e Bettina Della Casa, Museo Cantonale d’Arte
Museo d’Arte
Riva Caccia 5, Lugano

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