Cino Zucchi: Artemide / 56

In Inverted Shadows la presenza fisica dell’oggetto illuminante viene trasformata in sostanza immateriale che anima lo spazio statico di una stanza.

Al suo esordio nel mondo del design, chiamato da Carlotta De Bevilacqua per disegnare una lampada che si ponga in un rapporto nuovo con lo spazio, Cino Zucchi rovescia il rapporto luce-forma.
Il punto di partenza del suo progetto è una riflessione su come la forma intercetti la luce, che a sua volta è prodotta dalla tecnica.
Cino Zucchi, lampada Inverted Shadows, Artemide
La forma viene posta in analogia con le modanature di una trabeazione, che nell’architettura classica possono essere viste – seguendo la narrazione di Vitruvio – semplicemente come elementi che intercettano la luce e il movimento del sole. Così la nuova lampada Inverted Shadows vuole recuperare l’articolazione di luce e ombra attraverso la geometria complessa di un profilo architettonico senza alcuna nostalgia per una perduta epoca classica. Un profilo estruso e traslucido modula la luce proveniente da un’anima lineare a LED in esso contenuta. La sua forma a stella marina dirige e diffonde la luce che proviene dal cilindro interno che ruota, creando diverse intensità e atmosfere in stretta relazione con la geometria degli spazi interni e la sua disposizione in rapporto con essi.
Cino Zucchi, lampada Inverted Shadows, Artemide

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