In campagna, con l’arrivo dell’estate, giungono anche le lucciole. Ci fanno compagnia con la loro presenza luminosa discreta e puntuale, fluttuando nell’aria e aiutando i nostri occhi a definire volumi e profondità nel buio delle tiepide notti estive.
Koho è, in una certa misura, come una lucciola in scala maggiore. Mika Tolvanen (1975), nel suo studio di Helsinki, non aveva però in mente le lucciole quando ha creato Koho — che è infatti il temine finlandese per il galleggiante da pesca — ma l’idea di un oggetto di luce mobile che oscilla sul pelo dell’acqua è presente anche nel nome che gli è stato dato.
È un cilindro irregolare di dimensioni ridotte, dalle linee morbide e prive di spigoli, e l’aspetto semplice e poco connotato la rende un perfetto contenitore di luce. È formata da un coperchio, disponibile in tre varianti di colore — giallo, grigio e blu — che contiene la fonte luminosa, una scheda a LED da 3 Watt. Il corpo, in polietilene con rigature verticali, contiene la fonte luminosa. Koho può essere appoggiata indifferentemente sia sul corpo sia sul coperchio.
Si accende con un semplice sfioramento del dispositivo touch collocato sul coperchio. Quando è accesa, la lampada ha un’autonomia di circa 7 ore, al termine delle quali segnala, lampeggiando, la necessità di essere ricaricata. Se la lampada non viene ricaricata, la scheda di controllo, alloggiata nel coperchio interrompe completamente l’alimentazione per preservare la batteria da una scarica completa.
Pratica, portatile e ricaricabile, Koho è una perfetta compagna di viaggio, nelle tiepide notti estive, senza lucciole.
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