Arago Design

Utilizzando in maniera versatile gli strumenti della cultura locale abruzzese e lavorando un materiale povero, antichissimo e resistente come la ceramica, Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano hanno dato forma a un progetto personale originale, che integra la ricerca al prodotto.

Arago Design è la firma di autoproduzione creata nel 2004 da Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano, dopo quindici anni di libera sperimentazione sulla ceramica. Dalla lavorazione di questo materiale povero, antichissimo e resistente, che associamo agli inizi della civiltà, i due designer hanno iniziato un percorso di ricerca che si pone nuove domande sul significato dell'atto creativo oggi, sulla responsabilità sociale della produzione, l'identità e l'appartenenza, il tutto con un tocco leggero, minimale e intimamente poetico. Li incontro nello studio di Pescara, L'Officina delle Invenzioni, a due passi dalla casa natale di Gabriele D'Annunzio, lungo la stessa via dove, da studenti, davano vita a piccoli happening di gioco e di scoperta. A ridosso dei muri di mattoni del loro primo laboratorio, cuocevano l'argilla dentro forni realizzati con le latte dell'olio e invitavano i passanti ad assistere insieme alla trasformazione della materia. Senza poter esercitare un controllo adeguato del processo, a volte la sostanza aveva delle reazioni anomale che non erano certo considerati errori. Se da una parte studiavano design del prodotto, dall'altra mettevano le mani in pasta senza seguire una tradizione, anche se in Abruzzo le maestranze artigiane si tramandano quest'arte da secoli, dal Gran Sasso alla Majella. Evidentemente, la questione poi indagata dell'identità doveva seguire altre strade e altri ragionamenti.

Oggi Elisabetta e Dario si dividono tra lo studio di Pescara e un laboratorio attrezzato a Rosciano, dove producono pezzi unici in una dimensione seriale, anche per contenere i costi. Qui prendono vita una serie di oggetti che, come si legge sul loro sito aragodesign.it, raccontano "storie di tecnica" e "storie di verità e bugia".
In apertura e qui sopra: Birillume, lampada a forma di birillo stradale che finge di essere un reperto di plastica, ma fossile. Photo Massimo Camplone
In apertura e qui sopra: Birillume, lampada a forma di birillo stradale che finge di essere un reperto di plastica, ma fossile. Photo Massimo Camplone
Alcuni oggetti raccontano "storie di tecnica" perché manifestano una propria regola interna. Gli oggetti della serie Ceramica fluida, ad esempio, vengono realizzati versando l'argilla liquida su piani e stampi di gesso, successivamente svuotati facendo in modo che il materiale trovi da sé la propria forma. Il comportamento naturale dell'argilla che si espande nello spazio è assecondato rinunciando al controllo totale su di essa, senza tagli né manipolazioni, ottenendo alla fine un solido dai bordi morbidi, che ha la consistenza sensuale della pasta liquida. Utilizzando stampi texturizzati si ottengono anche effetti mimetici e fantasiosi mantenendo la stessa densità organica. Così nascono le Neole, gli accessori per la tavola dalla forma di biscotto tipico abruzzese. I designer ceramisti qui ricordano il gesto antico del pasticcere che cola l'impasto cremoso sulla piastra arroventata e lo cuoce sul fuoco, aprendo la strada a una riflessione su certe icone contemporanee che, ancora qualche tempo fa, sarebbe stato di moda definire glocal, citando Bauman.
Via lattea è una collezione di articoli per la tavola che racconta il percorso tecnico che li ha
generati: gli stadi di plasticità dell’argilla, la sua forma liquida colata in stampi in gesso, vengono
memorizzati ed esplicitati nelle gocce che si formano sul bordo dei contenitori durante lo
svuotamento degli stampi
Via lattea è una collezione di articoli per la tavola che racconta il percorso tecnico che li ha generati: gli stadi di plasticità dell’argilla, la sua forma liquida colata in stampi in gesso, vengono memorizzati ed esplicitati nelle gocce che si formano sul bordo dei contenitori durante lo svuotamento degli stampi
Tutti questi prodotti si rivelano al tatto e, per Elisabetta, ricordano qualcosa di familiare. Facendo leva sull'affettività che riescono a suscitare in chi li tocca, sul ricordo inconscio di qualcosa di piacevole, gettano le basi per una nuova ceramica popolare, reclamando un posto tra gli scaffali di casa come utensili di uso comune. Altri oggetti raccontano "storie di verità e bugia" perché sono cose che si travestono da altre cose. Per Dario sono oggetti-manifesto che evocano processi costruttivi originati da bisogni reali ma troppo spesso prestati all'industria del superfluo. Come Birillume, la lampada a forma di birillo stradale che finge di essere un reperto di plastica, ma fossile. Oppure imitano prodotti realizzati con materiali industriali deperibili, ai quali ci affezioniamo perché li colleghiamo ai periodi della vita in cui li abbiamo utilizzati. È il caso della Schizosfera, il bellissimo pallone da spiaggia a spicchi colorati, luccicante e falso come un gonfiabile di Jeff Koons, che promette di restare al nostro fianco idealmente per sempre, eterno monumento all'infanzia.
La mappa tridimensionale che riproduce la morfologia della regione abruzzese in scala. 1:315.000 è un foglio di ceramica invetriata che non porta segni di identificazione dei luoghi nello spazio
La mappa tridimensionale che riproduce la morfologia della regione abruzzese in scala. 1:315.000 è un foglio di ceramica invetriata che non porta segni di identificazione dei luoghi nello spazio
Utilizzando in maniera versatile gli strumenti espressivi propri della cultura locale, Elisabetta e Dario danno forma a un progetto personale, più che originale, integrando la ricerca agli aspetti concreti legati al prodotto con quella stessa liberazione, ironia e senso di responsabilità che li ha animati nel corso delle prime scoperte. E gli abruzzesi? Vivono con la stessa passione questo senso di appartenenza al territorio? Con in testa questa domanda, i due inventano una mappa tridimensionale che riproduce la morfologia della regione in scala. Abruzzo 1:315.000 è un foglio di ceramica invetriata che non porta segni di identificazione dei luoghi nello spazio. Non rappresenta un concetto ma evoca un ricordo, e i ricordi portano emozioni. Qualsiasi riferimento grafico suggerirebbe un'interpretazione, per cui piuttosto questa è una anti-mappa in cerca di corrispondenza affettiva. Sei tu che dai un senso al modello, perché "se lo riconosci gli appartieni".
Neole è una famiglia di accessori per la tavola che nasce dall’osservazione del processo artigianale che da secoli genera uno dei prodotti tradizionali della cultura gastronomica abruzzese: la neola
Neole è una famiglia di accessori per la tavola che nasce dall’osservazione del processo artigianale che da secoli genera uno dei prodotti tradizionali della cultura gastronomica abruzzese: la neola
Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano studiano Architettura a Pescara, città dove vivono, e si laureano in Disegno Industriale allo IUAV di Venezia. Nel 2005 aprono lo studio-laboratorio l'Officina delle Invenzioni nel quale si occupano di progettazione e ricerca nell'ambito del design del prodotto, dell'architettura d'interni dell'arredo urbano e della grafica, e depositano il marchio di auto-produzione Arago Design. Dal 2011, l'attenzione rivolta alla cultura locale li porta a ideare oggetti e azioni (definite Attacchi Creativi) volti a stimolare la collettività verso la ricostruzione di un patrimonio di "icone abruzzesi contemporanee". Le attività dell'Officina delle Invenzioni e nello specifico le logiche alla base della firma Arago Design ricevono numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale tra questi la partecipazione alla 54ma Biennale d'Arte di Venezia nei Padiglioni Abruzzo e Piemonte, l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, Argillà - Faenza, Design Boom, Mini&Me - BMW Italia, ADI Associazione per il Disegno industriale - Young Design, MIG Design Contest, Promo Sedia – Udine, DAS – Roma Design +, ArTò. Dal 2004 al 2010 all'attività professionale affiancano l'insegnamento, collaborando presso lo IUAV di Venezia e il Corso di Design della Repubblica di San Marino con Aldo Cibic, Gaddo Morpurgo e Marco Ferreri e prestando docenza in Design della Ceramica presso vari istituti universitari e strutture pubbliche e private. Dal 2008 sono tra i fondatori dell'Associazione Culturale ALTACA, che si occupa di promozione della cultura creativa.
Collezione Neole
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Gran Sassolino
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Via delle Caserme
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