Architetti a Capo Verde

Gli architetti Ramos Castellano ci raccontano come si lavora a Mindelo, São Vicente, una delle dieci isole dell’arcipelago africano di Capo Verde, considerata la capitale culturale del piccolo stato.

Ramos Castellano Architects, Casa a Capo Verde
Eloisa Ramos e Moreno Castellano hanno deciso di vivere a Mindelo, Capo Verde, e di aprire il loro studio sull’isola. Hanno raccontato a Domusweb la loro filosofia di vita e lavoro.

Paula Nascimento: Entrambi venite da un’isola: Moreno dalla Sardegna e tu, Eloisa, da São Vicente, quando e perché avete deciso di tornare a Mindelo e aprire qui il vostro studio?

Eloisa Ramos, Moreno Castellano: Abbiamo deciso di tornare a Mindelo nel 2004, ma non abbiamo aperto l’attività perché siamo tornati in Italia quando ci hanno chiamato a collaborare a un progetto interessante. Contemporaneamente con il nostro studio sardo abbiamo continuato a lavorare a ristrutturazioni e progetti residenziali. Subito prima della crisi economica Capo Verde sembrava un luogo dove poter realizzare progetti interessanti.

 

Paula Nascimento: Sembra un posto decisamente improbabile: perché lavorare qui è diverso da lavorare in qualunque altro luogo?

Ramos, Castellano: Di solito diciamo scherzando che, grazie all’esperienza fatta qui, possiamo lavorare dovunque nel mondo, per via delle difficoltà che bisogna affrontare: carenza di materiali, il famoso ritmo di vita rilassato che lavora contro le scadenze…

Qui, per realizzare certi progetti, abbiamo passato tutto il tempo a elaborare soluzioni con gli artigiani locali, per cui siamo stati coinvolti al cento per cento in ogni fase. Dai materiali ai particolari, tutto dev’essere semplice perché i costruttori con cui lavoriamo certe volte non sanno nemmeno leggere. Spieghiamo con chiarezza le soluzioni e cerchiamo in un modo o nell’altro di evitare parecchi equivoci. Al tempo stesso si tratta di un processo molto umano, le persone sono il nostro punto di riferimento, quotidianamente; abbiamo lo stesso punto di vista.

Paula Nascimento: Avete parlato di ritmo, che è la prima cosa che si sperimenta qui… Il tempo pare sospeso, non solo per via delle persone, ma anche per l’atmosfera. C’è una vibrazione pacata, per così dire…

Ramos, Castellano: La nostra architettura si è fatta naturale (e umana), collegata a tutto ciò che è puro e a ciò che conta in natura. Certamente Mindelo è una città vivace e cordiale. E poi è molto speciale in questa sensazione di “tempo sospeso”, come hai detto. La gente sa divertirsi e rilassarsi, ma certe volte rimanda il lavoro, per cui dobbiamo trovare il modo di adattarci: è la dimensione sociale e umana che integriamo nei nostri progetti.

Fig.9 Ramos Castellano Architects, Casa a Capo Verde
Fig.9 Ramos Castellano Architects, Casa a Capo Verde

Paula Nascimento: Comprendo questa “dimensione umana” entrando per esempio in uno degli appartamenti Paz (2009), che mi sembrano il vostro primo esperimento, e poi nell’Aquiles Eco-Hotel (2014), dove iniziate a concretizzare un’impostazione. Forma e materiali sono in rapporto compiuto e organico.

Ramos, Castellano: L’idea originaria di ogni progetto è sempre stata quella di realizzare un bioclima completo, con un’impostazione totalmente integrata, dallo schema strutturale e spaziale all’arredamento e alla decorazione, con la maggior quantità possibile di elementi artigianali. Così facendo redistribuiamo i finanziamenti dei progetti nell’isola e creiamo un’economia intorno ai produttori locali. Ci sono due progetti differenti: alla Paz eravamo promotori, committenti e progettisti. Abbiamo costruito letteralmente da soli, con una piccola squadra di muratori locali. Tutto il processo si è svolto come un workshop, come un nostro esperimento, ed è stata un’importante occasione di apprendimento. L’Aquiles Eco-Hotel: anche in questo caso eravamo i committenti e quindi avevano parecchio spazio per sperimentare soluzioni e, in termini architettonici, parecchia libertà. C’erano le premesse per proseguire nella sperimentazione sui materiali, sul sito: l’albergo sorge al centro di São Pedro, un tradizionale villaggio di pescatori. Per noi era l’occasione di usare le soluzioni tradizionali in un contesto nuovo. Nell’insieme il processo consisteva nel progettare un po’ come se suonassimo uno strumento, alla ricerca della melodia giusta … il desiderio era creare armonia tra la morfologia preesistente, il clima, gli edifici preesistenti e la nuova costruzione.

 

Paula Nascimento: Come affrontate la scarsità di materiali? Praticamente non ci sono materiali d’importazione: progettate, costruite e realizzate anche l’arredamento?

Ramos, Castellano: Per noi la scarsità di materiali è l’occasione di sviluppare gli aspetti creativi… Certe volte diventa un problema perfino trovare una vite e quindi l’atteggiamento è quello del fai da te.

Paula Nascimento: Fate buon uso del riciclo: al CNAD (Centro Nacional de Artesanato e Design) dei bidoni di petrolio diventano porte ed elementi di facciata, il legno riciclato serve a costruire mobili, e poi i pavimenti di cemento trattato. Come viene percepita e accolta qui questa impostazione dell’architettura?

Ramos, Castellano: Per noi l’architettura è una componente fondamentale della felicità… È una questione di energia, di equilibrio. E nella maggior parte dei casi la risposta non è stata di indifferenza: quando abbiamo iniziato a costruire la gente comune veniva da noi e diceva più o meno: “Sto aspettando di vedere che cosa succede adesso”.

 

Paula Nascimento: Comunque state allestendo un museo (il CNAD, Centro Nacional de Artesanato e Design) che consiste in un edificio pubblico con una facciata insolita. Come ci siete arrivati?

Ramos, Castellano: Il progetto del museo è nato da un sogno. In una conversazione non ufficiale il direttore del Centro Nacional de Artesanato e Design di Mindelo ci chiese un’idea per quello spazio: una vecchia residenza coloniale con un patio e un vecchio edificio sul retro. Ci pose il problema e gli rispondemmo con l’idea di un nuovo edificio simbolico, un museo. Da allora sono entrate in gioco la sua energia e la nostra immaginazione; e l’impegno da entrambe le parti. Il progetto può portare parecchio beneficio a tutti gli attori locali, a vari livello: il paese, la città, gli abitanti di Mindelo e così via… Perciò stiamo usando questo concetto per mandare avanti il progetto.

Paula Nascimento: Qual è l’impostazione concettuale e in che modo l’idea viene realizzata?

Ramos, Castellano: il sito include una vecchia abitazione che ha avuto una parte importante nella storia di Mindelo. Accanto a questo edificio ci sono un patio aperto nella corte posteriore e un secondo edificio. Ci è stato chiesto di occuparci del patio e dell’edificio sul retro, creando un collegamento con la vecchia casa.

Capo Verde è un arcipelago di dieci isole in mezzo all’Oceano Atlantico. Quasi ogni prodotto viene dall’estero chiuso in contenitori, in barili… dal petrolio all’abbigliamento, al cibo, ai migranti. Perciò questi barili vengono adoperati per ogni cosa, come contenitori e come materiali per più usi.

La nostra impostazione è stata l’abbattimento dei muri e l’apertura del patio verso la città, usando questi barili per creare un’epidermide ventilata che riveste l’intero museo, rendendo omaggio a questo semplice oggetto così profondamente presente nella vita dei cittadini di Mindelo. Come negli altri progetti lo scopo consisteva nel lavorare con le minime risorse possibili e nel lavorare con gli artigiani del posto, in un workshop di autocostruzione che usasse materiali riciclati. Curiosamente ora i fondi sono aumentati, ma la concezione è rimasta invariata. L’idea consiste nel portare concretamente nel centro urbano, rendendogli omaggio, un materiale usato in periferia. E per di più ha anche una funzione specifica e funge da riparo dal sole.

Paula Nascimento: Vi piacerebbe che le persone, quando entrano negli spazi che progettate o soggiornano nell’albergo, rallentassero i ritmi?

Ramos, Castellano: Sì, è uno dei nostri scopi… È questione di vita, e di capire quali sono le cose essenziali nella vita. Le sensazioni che ciascun progetto e ciascuno spazio trasmettono dipendono dal progetto. Per esempio negli alberghi che abbiamo progettato per lo più ci piace creare spazi che permettano alle persone di sfuggire alla routine infinita della vita occidentale e che consentano di stabilire un collegamento con se stessi, e con altre realtà e altri stili di vita.

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