Nicola Twilley: Che cosa l'ha spinta a organizzare Xskool?
John Thackara: Dal 1993 organizzo i convegni Doors of Perception. Vengono giudicati interessanti e spesso chi vi partecipa mi dice che, il lunedì mattina, torna al suo lavoro quotidiano molto rinfrancato. Ma si iniziava ad avere la sensazione che stessimo organizzando una specie di centro benessere per designer annoiati. Il trasferimento del convegno in India, nel 2002, ha cambiato l'atmosfera, ma Doors era ancora un convegno tradizionale in cui delle persone intelligenti sfoggiavano le loro idee di fronte a un pubblico passivo.
Nel frattempo, è divenuto abbastanza evidente che l'architettura e la prassi delle istituzioni del progetto stanno cambiando con troppa lentezza, almeno a fronte della rapidità con cui devono trasformarsi per dare vita a un futuro sostenibile. Le istituzioni sono lente ad adattarsi e io sono abbastanza vecchio da non aver voglia di scendere in campo e denunciare i conservatori delle scuole di design (anche perché in definitiva non ha molto senso). Invece mi sono reso conto che quel che potrebbe essere utile è creare, per chi è già disposto a cambiare, esperienze parallele, non basate sulla creazione di consapevolezza, ma andare un passo più in là, e cioè dar loro competenze per fare meglio il loro lavoro. Quando nel 1993 varammo Doors of Perception parecchi lamentavano che non fossimo ufficialmente riconosciuti e non potessimo conferire diplomi e via dicendo. Così mi catapultai in una delle principali università olandesi a chiedere se non potessero mettere in palio dei crediti per un'iniziativa di questo genere. Mi risposero: "Giovanotto, questa università ha 920 anni, e non siamo diventati così vecchi saltando sul primo treno che passa. Torni tra dieci anni e se questa faccenda di internet sarà ancora interessante, allora prenderemo in considerazione il suo progetto".
Fu allora che rinunciai ufficialmente a cercare di cambiare le istituzioni prendendole di petto, e cambiai il mio motto in "Fallo". Trova le persone che lo faranno comunque, e aiutale a mettersi insieme, dà loro la formazione sulle competenze pratiche che li renderanno più efficaci. Ed è proprio quello di cui sto parlando.
L'intento di Xskool è aiutare chi vuole il cambiamento a partecipare, a interagire e a riflettere. Impareranno quel che avranno bisogno di imparare in quel momento. Xskool non è un pacchetto standard. "X" significa qui, ora, con questa gente. A ogni incontro di Xskool la sede della manifestazione offrirà un tema o un problema su cui il gruppo dovrà lavorare. Il problema non viene enunciato in anticipo, emerge piuttosto da un processo accuratamente organizzato, come l'Open Space o il World Café, quando il gruppo inizia a riunirsi in un certo luogo.
Inoltre Xskool non pretende di essere l'unico. Se un migliaio di esperienze analoghe hanno avuto luogo contemporaneamente al primo Xskool di Lexham, be', va bene così e tanti auguri!
Tuttavia, per quanto Xskool non sia standardizzato né unico, stiamo definendo per le manifestazioni dei principi che ci aiutino a comportarci in modo rispettoso e modesto in ciascun luogo. Per esempio evitiamo di usare espressioni come 'impatto sociale' quando l'impatto si verifica sulla situazione di qualcun altro.
L'intento di Xskool è aiutare chi vuole il cambiamento a partecipare, a interagire e a riflettere. Impareranno quel che avranno bisogno di imparare in quel momento. Xskool non è un pacchetto standard.
Prima di tutto ci si iscrive alla mailing list del sito http://xskool.com. Al momento siamo dell'idea che i nuovi partecipanti vengano presentati dagli attuali membri della comunità di Xskool. Non vogliamo diventare un club esclusivo ma Xskool è per chi condivide certi valori, non solo per chi può pagare. C'è in giro tanta gente che ha davvero un disperato bisogno di smettere di parlare e di fare invece qualcosa. Credo che Xskool possa essere un modo per incanalare un po' di questa energia positiva in modo utile. Ovviamente siamo solo agli inizi, Stiamo compilando un elenco dei corsi e dei progetti esistenti con cui speriamo, con il tempo, di collaborare, e quindi non c'è bisogno di aspettare noi: in giro ci sono dei progetti e delle istituzioni eccezionali.