Maurizio Nannucci

Pierre Restany racconta ai lettori di Domus la mostra allestita nel 1995 alla Wiener Secession, descrivendo l'artista fiorentino come "scrittore dello spazio" e protagonista dell'integrazione poetica della luce al neon nell'architettura.

Pubblicato in origine su Domus 771 / maggio 1995

Il Sigillo di Salomone fra il Blu Klein e il Rosa Fontana

La mostra di Maurizio Nannucci alla Wiener Secession che si tiene a Vienna dal 5 aprile al 15 maggio 1995 presenta una rassegna antologica delle sue installazioni al neon. Il panorama inizia con le prime installazioni degli anni Sessanta per concludersi sulle opere create apposta per lo spazio della Secession. Questa importante manifestazione avviene dopo tutta una serie di grandi retrospettive recenti: Lenbachhaus, Monaco 1981; Villa delle Rose, Bologna 1992; Villa Arson, Nizza 1992; Usine Fromage, Rouen 1993; Biblioteca Nazionale, Parigi 1994; Kunstmuseum, Aarhus 1994.

La mostra viennese costituisce un momento celebrativo del linguaggio di Nannucci, la consacrazione del suo stile, l'integrazione dei segni semantici nell'architettura, della sua strategia dei rapporti spazio-luce nell'uso combinato dei colori. Questa mostra chiarirà in modo definitivo la dimensione operativa del personaggio in quanto "scrittore dello spazio" e protagonista dell'integrazione poetica della luce al neon nell'architettura.

Ormai Maurizio Nannucci ha raggiunto il suo posto nella famiglia dei grandi semiologi dell'arte di oggi fra il segno e la luce: Barbara Krüger, Jenny Holzer, Bruce Nauman da una parte e James Turrell e Dan Flavin dall'altra. Si conclude chiaramente così il periodo 'solitario' della sua carriera, periodo in cui l'artista fiorentino occupava un posto di relativa autoemarginazione sulla scena italiana della sua generazione.
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Nato nel 1939, Nannucci si inserisce naturalmente nel paesaggio sperimentale della poesia visiva e sonora degli anni '65-'75. Ne testimonia ampiamente la diversità dei suoi modi espressivi: opere visive e audiovisive, performance, libri d'artista, serie fotografiche. Oggi sviluppata nell'arco di trent'anni, la sua opera dimostra tutta la coerenza pratica e teorica della sua motivazione principale, la scrittura come pratica sintetica e globalizzante dell'arte. La scelta del neon nelle composizioni grafiche e calligrafiche alla fine degli anni Sessanta è molto significativa di questa ricerca di ordine linguistico che diventerà ben presto il filo d'Arianna del suo labirinto.
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Alfabetico fonetico (1967-68) o Red Line (1969) illustrano l'impulso lirico di una calligrafia gestuale, mentre The missing poem is the poem (1969) segna l'apparizione di uno spirito di geometria di ordine costruttivista nell'investigazione poetico- visiva. Questa sarà la via magistrale della sua avventura, il dispositivo strutturale che lo distinguerà dai percorsi paralleli dei poeti visivi e dai performer europei di Fluxus. L'uso 'strategico' del neon condiziona nell'opera di Nannucci una serie di dispositivi di tipo semantico-pratico. L'uso ripetitivo dei segni e dei colori è la proiezione del lavoro dell'universo della memoria, di una memoria ove tutto è spazio, ove il tempo conta poco (viene infatti bloccato dopo l'istante dell'illuminazione).

I segni della memoria liberati dalla legge ferrea del tempo si proiettano nello spazio, il loro vero dominio, il loro campo specifico di estensione. Lo spazio è per definizione flessibile e disponibile: è quello della pagina bianca del libro, dei quattro muri o del soffitto di una stanza, dell'architrave o di una facciata architettonica. E allora interviene l'altro sistema operativo della strategia di Nannucci, il colore con i suoi complessi rapporti e corrispondenze: luce, spazio, linguaggio.

Attraverso la combinazione dei diversi elementi di questi dispositivi, l'artista ha saputo fare esplodere la sintassi paralizzante del linguaggio per raggiungere l'ordine estetico delle sue "pitture-luce" (Light-paintings).

Il rapporto fra scrittura e architettura è chiaramente sistemato nei suoi emblemi luminescenti. l suoi segni condizionano sia la luce che lo spazio dell'installazione, l'epigrafia ha conquistato la sua totale autonomia visiva.
Nannucci è stato sempre un grande viaggiatore e durante gli anni Novanta le sue pitture-luce monumentali si sono moltiplicate un po' in tutta Europa
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Il simbolo labirintico del Sigillo di Salomone (1992) esposto a Aarhus, sottolinea il percorso semantico del sistema lineare e l'alchimia dei suoi colori primari. Infatti, nelle sue grandi composizioni del 1991, ormai classiche, come Art Light Text (1000 x 300 x 5 cm) o Time Life Line (1000 x 300 x 5 cm), le maiuscole dell'alfabeto vengono frammentate e progettate in sequenza geometrica, fonte di chiarezze luminescenti.
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Nannucci è stato sempre un grande viaggiatore e durante gli anni Novanta, anni della sua affermazione internazionale, le sue pitture-luce monumentali si sono moltiplicate un po' in tutta Europa. Let's talk about art ... maybe (1992) sulla Mail Road di Edimburgo (1992) o More them meets the eye (Kunsthalle Vienna 1993) proiettano nello spazio ambientale l'obliquità organica del ritmo della ricerca mentale dell'autore, le sue esitazioni operative.
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Grazie alla sua magia dei segni, Maurizio Nannucci ha saputo superare lo scoglio dell'intervento decorativo nello spazio costruito. Per la loro polivalenza semantica visiva, le sue pitture al neon non si accontentano di trasmettere un'informazione oggettiva, come fanno le insegne luminose sui palazzi urbani, comunicano l'insolito messaggio di una poesia altamente personalizzata, un messaggio misterioso e colorato al di là delle parole.

Una composizione monumentale del 1988, un'insegna verticale di quattordici metri di lunghezza, proiettava sullo spigolo laterale del museo St. Pierre di Lione due nomi associati a due colori: Blu Klein, Rosa Fontana. Ecco un riferimento culturale che vale tutto un programma. È la chiave di lettura dell'intero operato di Maurizio Nannucci: fra il rosa dei buchi e il blu della monocromia il sigillo di Salomone...
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995
Dettaglio pagine interne Domus 771 / maggio 1995. Opere di Maurizio Nannucci in mostra alla Wiener Secession dal 5 aprile al 15 maggio 1995

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