Il messaggio inviato alla comunità del design — e in particolare alle aziende colpite dalla crisi, che esponevano i loro prodotti nei padiglioni della Fiera di Milano-Rho — voleva essere: l'età della Rete non è solo una minaccia, ma anche un'opportunità per chi vuole rinnovarsi.
Va da sé che ripensare la struttura economica di un settore basato sulla produzione industriale di oggetti grandi e costosi è più facile a dirsi che a farsi. Ciò nonostante, sembra che il messaggio abbia colpito almeno uno dei visitatori della mostra: Massimiliano Messina, amministratore delegato di Flou, azienda leggendaria, nota ai più per aver prodotto alcuni dei letti di design di maggior successo degli ultimi decenni. Dopo averne assunto la guida alla morte del padre, Messina ha cominciato a chiedersi come una società di successo sul piano internazionale potesse non solo sopravvivere all'uragano dell'innovazione su base digitale, ma anche cavalcarne l'onda. Il risultato non è tanto un passo avanti in senso evolutivo, quanto un inizio completamente diverso: una nuova società, parallela a Flou, chiamata Natevo.
A quel punto, il pubblico sarà in grado di sostenere ciascuna proposta promuovendola alla produzione attraverso una forma di sponsorizzazione effettuata dal sito stesso. Se entro un periodo prestabilito il progetto riceve un numero sufficiente di ordinazioni, allora entra in produzione e viene spedito agli acquirenti.
Un modello di attività economica così audacemente innovativo (almeno per l'industria dell'arredo) implica sicuramente un certo numero di incognite e potenziali sfide: i clienti saranno preparati culturalmente — in particolare in Italia, dove Kickstarter non è ancora disponibile — per un metodo di acquisto così insolito? I progetti presentati interesseranno il mercato?
Un’azienda di successo internazionale può non solo sopravvivere all’uragano dell’innovazione digitale, ma anche cavalcarne l’onda