La collocazione ravvicinata tra le due iniziative, se da una parte ha costretto le gallerie partecipanti a entrambe le iniziative a un vero tour de force, ha sottolineato l’intensità di molte proposte. Le stanze di un ideale collezionista – allestite su sollecitazione della stessa Dardi, curatrice della sezione “Object” anche per questa edizione di miart – ne hanno restituito una visione vivace e variegata, tra sperimentazioni equilibrate e felici innesti storici. Fatto fuoco sul proprio “collezionista ideale”, stimolo fondamentale del design in edizione limitata e della riproposizione storica, ognuna di esse ha messo in scena elementi d’arredo, lampade e oggetti d’arte secondo una chiave interpretativa personale, ma che può essere ricondotta a più generali posizionamenti.
Ecco quindi il mix sapiente di design storico e contemporaneo connotato dal gusto sicuro di Rossella Colombari, Luisa Delle Piane, Nina Yashar/Nilufar – influente più che mai anche sulle piattaforme virtuali.
Di sole ceramiche e d’arte, ovviamente, tratta lo spazio aperto da poco più di un anno da Salvatore Lanteri in un luogo letteralmente eccentrico, già officina meccanica: luminoso e scabro accoglie in questi giorni una riflessione a più voci sui materiali plasmati dalla mano o dall’occhio dell’artista, dalla mescola di schiume e cementi del già citato Gambi, alla scagliola di Odd Matter, ai graniti sintetici di DWA Design Studio.
Affezione, intesa come passione; fisicità degli oggetti e degli spazi: queste sono le carte (ancora) vincenti delle gallerie.