Ma quasi sempre è all’opera il riutilizzo del demone seminale di Warhol in una direzione o un altra. Soprattutto nella dimensione architettonica. Per Tiravanija è ancora una volta il modello, la ricostruzione in scala 1:1 dello spazio di lavoro dell’artista che diventa un riuscitissimo contenitore per le strategie di redistribuzione del poetico tout court.
Giorno ha liberato la poesia dalla pagina, l’ha portata nelle strade, distribuita su tutti i media ed è divenuto una galassia di senso critico e bellezza inossidabile e diffusa. Fuori e dentro la mostra. Ragazze in rollerblade riattivano la distribuzione di testi come nelle operazioni di incontro con il pubblico cominciate alla fine degli anni ’60.
Thanx 4 Nothing, è il meraviglioso poema che Giorno scrisse per il suo 70° compleanno, che Ugo Rondinone ha messo in scena e filmato. Il poeta si trasforma in magnifico crooner a piedi nudi in un elegante tuxedo sulla scena del Palais des glaces de Paris.
La beat-generation non potrebbe avere nell’antropocene odierno una migliore installazione. Questa performance rimarrà probabilmente come uno dei migliori tentativi di carotaggio di un giacimento che pare inesauribile. Che siano la gioia dell’atto spirituale buddista, così cara a tutti i poeti beat, o quella che John Giorno comunica, vi si ritrova un surplus, un suo segreto dell’energia nella meticolosa e instancabile attività di performer, ammanuense, filosofo, archivista di una poesia che sembra scaturire da un atto collettivo e realizzarsi solo nell’incontro con il pubblico.
L’esposizione del suo archivio nella sala centrale della mostra è una impresa da capogiro con poemi trasformati in wall papers ma anche migliaia di documenti ed effemera, quasi quest’uomo avesse attraversato le decine e decine di stagioni della storia dell’arte recente, tutti consultabili come la sala di una enorme biblioteca.
La dedizione profonda al testo, forse l’eco della pratica quotidiana della scuola buddista Nyingma, che già è trascrizione dal sanscrito al tibetano, e l’antichissimo passaggio dall’oralità alla scrittura ne sono i precetti. Questo è più probabilmente il segreto dei tanti mantra sutra e testi epurati ed efficaci che ci circondano e riempiono la mostra persino in versione karaoke.