L’archivio svelato

Rimasto quasi inaccessibile per circa 50 anni, apre l’archivio del CSAC di Parma con oltre 12 milioni d’opere d’arte, design, fotografia, grafica e architettura.

CSAC Parma, veduta della mostra
Un archivio che diventa museo non capita tutti i giorni, soprattutto se raccoglie 12 milioni di opere. Da oggi il CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) mette in mostra una selezione dei materiali che raccoglie dal 1968, anno della sua fondazione.
Il lavoro iniziato da Arturo Carlo Quintavalle, storico dell’arte, ha raggiunto questi straordinari numeri grazie alla capacità di acquisire fondi importanti composti da dipinti, sculture, fotografie, disegni, maquette, film, stampe, manifesti, fumetti e opere d’arte di personaggi illustri del ‘900. Nella splendida cornice dell’Abazia di Valserena a Parma, saranno da oggi in mostra lavori di Fontana, Castiglioni, Armani, Ghirri, Nizzoli, Man Ray, Ponti, Samonà, solo per citarne pochissimi. Un pot-pourri di nomi e discipline raro da trovare concentrato tutto in uno stesso luogo.
CSAC Parma
CSAC Parma. Navata centrale della chiesa dell'Abbazia Cistercense rinnovata dall’Arch. Carlo Quintelli, incaricato anche dell’allestimento museale
Un progetto esemplare e straordinario che vede la sua eccezionalità nella trasversalità dei fondi raccolti negli anni da Quintavalle (arte, fotografia, moda, media, architettura, design e spettacolo) e nella facilità di consultazione di questo enorme patrimonio, a breve anche on-line, se pur parzialmente.
Come ci conferma Simona Riva, una delle curatrici, la passione e l’importanza di tramandare alle future generazioni nel miglior stato possibile le fonti della storia, ha spinto a proseguire il percorso arrivando fino alla creazione del museo all’interno del complesso cistercense. La straordinaria possibilità di divulgare le suddette fonti attraverso uno spazio espositivo permette di dare voce a tutti quei documenti che altrimenti rimarrebbero muti. Un potenziale sopito enorme, celato per decenni come in una cassaforte e apprezzabile prima solo da pochi fortunati, ma che da oggi può prendersi la sua fetta di pubblico. Così le sale della Chiesa dell’Abbazia di Valserena diventano il palcoscenico di un inedito percorso multidisciplinare di ricerca e didattica: 16 aree tematiche, per un totale di oltre 600 opere che solo minimamente rappresentano la complessità e la ricchezza dell’archivio stesso.
Andrea Branzi (Archizoom Associati), Individuazione di Quanti di Attrezzature per il Tempo Libero nel comune di Prato, 1966. Modello del progetto di tesi di laurea
Andrea Branzi (Archizoom Associati), Individuazione di Quanti di Attrezzature per il Tempo Libero nel comune di Prato, 1966. Modello del progetto di tesi di laurea
Il progetto curatoriale orchestrato da più esperti, mira chiaramente alla costruzione di una critica ponderata, alla definizione di narrazioni visive e all’ampliamento del dibattito culturale, perché resti chiaro che ci si trova in un archivio-museo di un ateneo universitario. Le 16 diverse sezioni si intrecciano e compenetrano dialogando con registri differenti. Ognuna di esse con un titolo, di modo che ne sia chiaro il contenuto e il visitatore possa più facilmente relazionarle l’una all’altra.
Archivio CSAC, Parma
Archivio CSAC, Parma
Nella zona dell’Abside e del transetto della chiesa si colloca la prima mostra sui temi della Pop Art, Controdesign, arte ideologica e concettuale. Questo spazio cambierà periodicamente per svelare quanti più “tesori nascosti” possibile. Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma è perciò una vera miniera d’oro per ricercatori e storici ma da oggi anche curiosi e appassionati potranno godere del caleidoscopico intreccio di una parte della nostra storia recente.
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