Two Days After Forever

Christodoulos Panayiotou che rappresenta Cipro alla Biennale di Venezia, guarda all’archeologia come strumento per dispiegare riflessioni sui meccanismi socioeconomici che regolano tradizione e modernità.

Christodoulos Panayiotou, Two days after forever, Biennale 2015
Antica e vigorosa l’aria che si respira all’ingresso del Padiglione cipriota, nel cui giardino quattro vasi in ceramica realizzati secondo tradizione accolgono le radici solide della Rosa Noisette, una varietà aromatica di fiore risalente ai primi del ‘900 e risultato di un incrocio geografico fra la Francia e il Sud Carolina.
Su questa onda, che alterna la storia al suo riflesso nel presente, prosegue il percorso di Two days after forever, il solo show di Christodoulos Panayiotou.
Christodoulos Panayiotou, <i>Two Days After Forever</i>, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015
Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015

Una mostra che si dispiega su livelli diversi mettendo insieme linguaggi di rappresentazione che guardano all’architettura dello spazio e al suo stare in equilibrio fra memoria e racconto. Una coreografia fatta di piccoli e potenti gesti sui quali Christodoulos costruisce immaginazioni visive, generando riflessioni argute sui meccanismi socioeconomici che regolano il rapporto fra tradizione e modernità.

L’archeologia è la disciplina a cui l’artista guarda per comporre la propria esplorazione.

Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015
Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015
Dietro a ogni scavo, a ogni riassemblaggio dei mosaici appesi alle pareti, dietro al recupero di scarti archeologici, si nasconde una performatività quasi rituale, che trasuda dagli oggetti non come processo, ma essa stessa forma e completamento degli oggetti in questione.
Le scarpe realizzate con la pelle di borse contraffatte acquistate a Venezia da venditori ambulanti, la montagna di banconote cipriote triturate subito dopo l’entrata in vigore dell’euro, che straborda dalle stanze addossate al fondo dello spazio, puntano l’accento su questioni di autorialità e di produzione.
Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015
Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015
Il pavimento in terracotta meticolosamente posizionato nella sala centrale riveste il pavimento originale del Palazzo con uno strato di terra prodotta a Limassol, rimossa da un sito archeologico durante il reperimento di manufatti antichi. Spoil Heap, questo il titolo del lavoro, si spalma nella stanza e funge da palcoscenico a un momento imprecisato e improvviso, per ospitare l’azione del performer Jean Capelle che mette in scena una versione al maschile di Death of Nikiya di La Boyadère, coreografata da Panayiotou.
Christodoulos Panayiotou, Two Days After Forever, Padiglione Cipro, Biennale Arte di Venezia 2015

C’è in generale una visione molto terrena, di materialità, che sottende al percorso articolato da Christodoulos. I pavimenti ricomposti, la terra, le scarpe (Untitled, 2015) il “red carpet” reale arrotolato (Operation Serenade, 2012) e ancora il fondale teatrale. Motivo ricorrente che accompagna il lavoro dell’artista dal 2007, il fondale riproduce la linea dell'orizzonte e si presenta come gesto e concetto extra-teatrale, che allude a una percezione disincantata nei confronti della tradizione del teatro.

A Venezia, sotto il titolo di The Parting Discourse, è stato ancora una volta appeso e srotolato in un’unica azione al Teatro Goldoni, a due passi dal padiglione. Ripiegato su se stesso ora giace sul pavimento ondulato di Palazzo Malipiero, mostrando un fazzoletto di mare stampato e lasciando aperta la possibilità di leggervi attraverso un’altra storia.

© riproduzione riservata

fino al 22 novembre 2015
Christodoulos Panayiotou
Two Days After Forever
a cura di Omar Kholeif
Padiglione Cipro
Palazzo Malipiero
Sestiere San Marco 3079, Venezia

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