Mal di città

Inscenando una metafora del sistema sanitario, la clinica di Pedro Reyes cura le malattie urbane.

Sanatorium, la mostra del Guggenheim Museum che apre la serie di iniziative fuori sede stillspotting nyc, si è inaugurata a Brooklyn a pochi passi dal trambusto e dalle grida dei venditori ambulanti e dei negozi a basso prezzo di Fulton Street Mall e a pochi isolati dal reclusorio di Brooklyn. Realizzata da Pedro Reyes e ospitata in uno spazio sfitto del Metrotech Center offerto dalla Forest City Ratner, Sanatorium è una 'clinica temporanea' pensata per curare malattie urbane. Offre una quantità di terapie per l'ansia e la depressione causate dalla vita di città.

Che si sia o meno assuefatti al linguaggio dei disturbi mentali – noi entusiasti, designer e cittadini della patria del Prozac – la parola sanatorium ("clinica") possiede ancora la capacità di spiazzarci, evocando immagini di istituzioni ottocentesche e di pazienti lobotomizzati. Reyes, con il suo titolo, è provocatorio, ma l'esperienza sa più di autoterapia che di qualcosa di sinistro. 'Terapeuti' volontari in camice bianco e muniti di taccuino accolgono i visitatori, conducendoli al banco della reception. Qui una breve consultazione porta alla prescrizione di tre trattamenti scelti da una lista di sedici terapie individuali e di gruppo. A questo punto i visitatori di Sanatorium si trasformano da frequentatori di musei in pazienti.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Il cambiamento è sottile, una questione mentale quanto architettonica. Lo spazio espositivo di Metrotech è un ex negozio della Ace Hardware e il Guggenheim ha fatto poco più che appendere qualche cartello, sistemare dei tavoli pieghevoli e stendere qualche resto di moquette industriale. Un banale distributore d'acqua fresca si aggiunge al sottile miscuglio di luoghi comuni da servizio sanitario pubblico sul linoleum logoro e i nudi elementi da grande magazzino. La mente colma i limiti dell'intuizione. Star seduti su una sedia dura nella 'sala d'aspetto' pacifica lo spirito.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
È sorprendente la rapidità con cui, sotto un onnipresente bagliore fluorescente, la boria della competenza specialistica sparisce. La psicologia gestaltica, l'assistenza psicologica e la confessione sostituiscono il gusto, il giudizio e il consumo. Nel Casinò filosofico i pazienti interrogano oracoli in forma di enormi dadi a più facce, dove ogni faccia reca citazioni di filosofi greci, rinascimentali, tedeschi e 'tipografici'. Un terapeuta volontario addetto al controllo di questa sezione spiega che il successo della cura è basato non tanto su un'interpretazione individuale quanto sulla "disponibilità a essere aperti".
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Reyes è fiducioso che il più corazzato e cinico newyorchese soccomberà alla terapia e si unirà a quella che è sostanzialmente una performance partecipata. Una terapia intitolata The Great Game of Power ("Il grande gioco del potere") ripropone esercizi teatrali di riscaldamento in un'"analisi spaziale delle forze nascoste che controllano Brooklyn". Immaginatevi degli estranei ben vestiti che si fisicalizzano senza alcun imbarazzo come macchine. Oppure pazienti curati con The Vaccine Against Violence, il "vaccino antiviolenza", che, alla richiesta di esprimere le loro più intime frustrazioni nei confronti della città si accaniscono sull'immagine di una tela nera.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
La terapia forse più efficace è The Tuning Effect ("L'effetto sintonia"): una sessione di 45 minuti di terapia di gruppo. Sotto la guida di Mel S. Kimura-Bucholtz (che negli anni Settanta fondò sulla scia di Esalen la Interface Educational Foundation, con la collaborazione di alcuni intellettuali dell'epoca tra cui Buckminster Fuller) i visitatori siedono con gli occhi chiusi su cuscini collocati sul pavimento, abbandonandosi alla ricalibrazione sensoriale: un esercizio di riduzione dello stress. L'esperienza, come molte delle cure, è depurata da ogni orpello religioso o cultuale.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
In una conversazione Reyes ha parlato della sua sorpresa per come i volontari svolgono entusiasticamente il ruolo di terapeuti (il gruppo è composto di artisti, insegnanti e poeti che per quanto li riguarda non hanno alcuna formazione medica). Reyes considera la loro disponibilità alla collaborazione una risorsa ancora non sfruttata di assistenza psicolsociale. Ma anche se Reyes ritiene che saranno le potenzialità dell'abbondanza di empatia a risanare il mondo, il punto più debole di Sanatorium è la sua portata limitata.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Presso il Fulton Street Mall c'è uno dei quartieri commerciali di colore più popolati. Poiché un rapporto del ministero della Salute ha scoperto che le minoranze hanno minori possibilità di accesso ai servizi di igiene mentale e sono meno propense a sottoporsi a cure, si è mancata l'occasione di provocare un dibattito e di approfondire alcuni dei temi più importanti che riguardano la vita cittadina e la malattia mentale. L'aspetto estetico principale del lavoro di Reyes riguarda l'effetto di omogeneizzazione della medicina occidentale. La sua critica sembra portare uno sguardo amaro sull'adozione, da parte di una società privilegiata, dell'autopromozione come stile di vita. Ma che succederebbe se dei pazienti con un rapporto meno neutrale con la salute mettessero in discussione la struttura del potere dominante costruita nella manifestazione? Avrebbero ancora senso il gergo dell'autoterapia e i giochi di parole per gli addetti ai lavori della psicologia? Nonostante l'intenzione del progetto di offrire "terapie urbane" e l'obiettivo dell'iniziativa stillspotting nyc del Guggenheim di portare il suo programma nelle piazze, Sanatorium non riesce a raggiungere la popolazione appena fuori dalle porte del Metrotech. Mimi Zeiger
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, <i>Sanatorium</i>, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.
Pedro Reyes, Sanatorium, vista dell'installazione. © Pedro Reyes, courtesy of The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram