The Best of Times, the Worst of Times

Per la prima Biennale internazionale d'arte contemporanea, allestita nell'immenso Arsenale Mistetskij, i curatori Natalia Zabolotna e David Elliot hanno fatto appello alla memoria della storia ucraina più profonda.

L'Arsenale Mistetskij fu costruito per dominare su Kiev e oggi, con l'apertura della prima Biennale internazionale d'arte contemporanea di Kiev, ha una visibilità mondiale. La mostra è una grandiosa manifestazione che presenta 99 artisti in uno spazio di 50.000 metri quadrati, con nomi di primo piano, da Ai Weiwei a Louise Bourgeois fino ad AES+F e Jake e Dinos Chapman, per non parlare dei capifila dell'arte contemporanea ucraina Ilya ed Emilia Kabakov, Oleg Kulik e Boris Mikhailov. Sono stati tutti convinti a partecipare dal direttore artistico David Elliot, i cui sforzi eroici hanno ottenuto il meglio dalla situazione e hanno portato alla realizzazione di Il tempo migliore, il tempo peggiore: rinascita e apocalisse dell'arte contemporanea. Una mostra da apprezzare e da ricordare.

Natalia Zabolotna, direttrice dell'Arsenale Mistetskij, ha costruito una manifestazione di grande impatto per l'importante arte emergente dell'ex Unione Sovietica. Ha lavorato e si è battuta per il rilancio di questa massiccia ex fortezza cosacca, che oggi è il più grande museo d'arte d'Europa: una spettacolare vetrina di spazi dalle volte di mattoni e dai pilastri di pietra bianca, il posto giusto per la sua concezione della Biennale. "L'arte ha il potere di ispirare e di costruire ponti e il nostro scopo è portare sulla scena mondiale il patrimonio della cultura e dell'arte ucraine". Questa passione è una delle numerose ragioni per cui la Biennale di Kiev ha in Natalia Zabolotna un'ambasciatrice di spicco.
In apertura: Song Dong, <i>Wisdom of the Poor</i>, 2005–2012. Courtesy the artist and PACE gallery, Beijing. Qui sopra: Ai WeiWei, <i>Circle of Animals</i>, 2012. Yuz Collection Jakarta. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
In apertura: Song Dong, Wisdom of the Poor, 2005–2012. Courtesy the artist and PACE gallery, Beijing. Qui sopra: Ai WeiWei, Circle of Animals, 2012. Yuz Collection Jakarta. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
David Elliot, noto storico dell'arte, gallerista e saggista, dichiara: "Molte delle mostre che si producono oggi sono eurocentriche nelle premesse e nei rapporti con il mercato dell'arte. Pur non rifiutandolo, Il tempo migliore, il tempo peggiore cerca di presentare un'altra immagine, che tiene anche conto degli sviluppi politici ed estetici che hanno dato forma a tanta arte attuale. In questa linea l'incidenza, che ancora riecheggia, della politica culturale di Josif Stalin e di Mao Zedong non viene trascurata, così come non lo sono le molto più antiche ma ancora vitali tradizioni estetiche dell'Asia, del mondo islamico, dell'Africa e naturalmente dell'Europa e dell'America settentrionale. Questi e molti altri sono gli influssi che incidono sulla piattaforma che chiamiamo arte contemporanea".
L'artista ucraino Boris Mikhailov
L'artista ucraino Boris Mikhailov
L'Ucraina non è il più facile dei terreni, per gli artisti come per gli organizzatori, e l'eredità del secolo passato è parte visibile della vita quotidiana e di quella pubblica. Artisti e arte si sforzano di evolvere attraverso il confronto e la discussione, ma dei veti possono soffocarli e distorcerli. Certi gruppi ucraini usano l'arte come fosse un campo di battaglia per temi di identità e di egemonia politica. L'ostruzionismo non fa che radicalizzare il dibattito e favorire l'estremismo, chiudendo le strade attraverso le quali l'arte e gli artisti d'Ucraina possono trovare un posto nel mondo.
La mostra è una grandiosa manifestazione che presenta 99 artisti in uno spazio di 50.000 metri quadrati, con nomi di primo piano.
Ilya & Emilia Kabakov, <i>
Monument To A Lost Civilization</i>, 1998–1999. Courtesy the artists, The Pace Gallery, New York. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Ilya & Emilia Kabakov, Monument To A Lost Civilization, 1998–1999. Courtesy the artists, The Pace Gallery, New York. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Natalia Zabolotna e David Elliot in questa prima Biennale internazionale d'arte contemporanea hanno fatto appello alla memoria della storia ucraina più profonda, che unisce Oriente e Occidente qui all'incrocio della Via della Seta, in nome della rinascita delle sue antiche tradizioni artistiche e culturali. Le vie del commercio non sono solo fiumi di beni e di ricchezza, ma anche canali d'arte e di cultura. Kiev è stata per mille anni il nodo di uno dei più importanti percorsi commerciali del mondo e sta riprendendosi questo ruolo. Dove arriverà? In conclusione: è una cosa ben fatta? Sì. Avrebbe potuto essere migliore? Sì. Vale la pena di visitarla? Certamente sì.

The Best of Times, the Worst of Times: Rebirth and Apocalypse in Contemporary Art ("Il tempo migliore, il tempo peggiore: rinascita e apocalisse dell'arte contemporanea") è aperta fino al 31 luglio 2012 all'Arsenale Mistetskij di Kiev.
Anila Rubiku, <i>Bunker Mentality/Landscape Legacy</i>, 2012. Courtesy the artist. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Anila Rubiku, Bunker Mentality/Landscape Legacy, 2012. Courtesy the artist. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Louise Bourgeois, <i>CELL (BLACK DAYS)</i>, 2006. Courtesy Hauser & Wirth and Cheim & Read, New York. © Christopher Burke
Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Louise Bourgeois, CELL (BLACK DAYS), 2006. Courtesy Hauser & Wirth and Cheim & Read, New York. © Christopher Burke Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Yin Xiuzhen, <i>Weapons</i>, 2003–2007. Courtesy Annie Wong Art Foundation and Beijing Commune
Yin Xiuzhen, Weapons, 2003–2007. Courtesy Annie Wong Art Foundation and Beijing Commune
Folkert de Jong, <i>The Shooting… At Watou; 1st of July 2006</i>, 2006. Courtesy the artist and the James Cohan Gallery, New York/Shanghai. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Folkert de Jong, The Shooting… At Watou; 1st of July 2006, 2006. Courtesy the artist and the James Cohan Gallery, New York/Shanghai. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Phyllida Barlow, <i>UNTITLED: hoardings</i>, 2012. Courtesy of Hauser & Wirth, London. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Phyllida Barlow, UNTITLED: hoardings, 2012. Courtesy of Hauser & Wirth, London. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Yayoi Kusama, <I>Footprints to the Future</i>, 2012
opera site-specific per la Biennale di Kiev. Courtesy of the artist’s studio and Ota Fine Arts, Tokyo. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy
Yayoi Kusama, Footprints to the Future, 2012 opera site-specific per la Biennale di Kiev. Courtesy of the artist’s studio and Ota Fine Arts, Tokyo. Photo Maksim Belousov, Mykhaylo Chornyy

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