Questo progetto vuole essere un “paesaggio come spazio di vita” piuttosto che un semplice edificio. Si compone di due parti distinte: una sezione minerale – le facciate – e una sezione fatta di piante – il tetto. L’involucro avvolge la scuola, un volume unico con contorni e linee morbide, rivelando spazi interni fluidi ed esterni elastici, evitando fratture tra gli spazi. La costruzione estremamente compatta si apre sul contesto, offrendo una moltitudine di punti di vista.
I campi da gioco sono due spazi esterni in dialogo tra loro, collegati visivamente e fisicamente uno all’altro (un giorno i bambini in età prescolare saranno alla scuola primaria, e cambieranno campo). Il muro esterno racchiude un ambiente naturale primitivo che agisce come un catalizzatore più o meno a lungo termine per la biodiversità. Infatti, questa struttura è viva in quanto il suo aspetto cambia, con tutta l’incertezza di natura, che non necessariamente appare dove ci si potrebbe aspettare.
La “corteccia” del progetto, la parete vivente, è fatta di blocchi prefabbricati di calcestruzzo. Questi blocchi presentano due diversi tipi di tessuto. Il lato visibile è liscio, levigato, e riflette la luce. Gli altri lati sono ruvudi, e si fondono in un unico muro. Questa differenza di superfici aiuta a convogliare l’acqua verso i lati dei blocchi, evitando il gocciolamento sul lato visibile e il suo degrado precoce. L’opposizione di questi due trame sottolinea anche la profondità della facciata e migliora il suo rilievo. Sulla parte inferiore, e fino a una altezza di circa due metri, il muro autoportante è inclinato verso l’esterno, per impedire l’accesso agli estranei.
Le rientranze delle facce laterali del muro incoraggiano la vegetazione (con ciotole per felci e calcestruzzo grezzo per i muschi); le piccole cavità sono destinate agli animali (sbalzi per le rondini, e recessi porosi per gli insetti) e agiscono come un invito alla nidificazione di diverse varietà di uccelli. Lo scaglionamento dei blocchi aumenta i tipi di potenziale habitat per le diverse specie. Le cassette-nido sono state inserite nei blocchi di cemento, con dimensioni progettate per specie come il gheppio, i pipistrelli, i pettirossi, i codirossi, i rondoni comuni, gli storni o le rondini.
Il tetto della palestra, un vero e proprio giardino pensile a dodici metri dal suolo, ospita tre livelli di vegetazione: un prato di mesophilus piantate in 50 centimetri di terra, una frangia di arbusti e un piccoo bosco piantato in un metro di terra.
La continuità dei corridoi ambientali creati dalla flora naturale consente la comunicazione tra le specie. Questo giardino ha due funzioni: in primo luogo, è un luogo ricco di risorse per la fauna e la biodiversità; in secondo luogo contribuisce a migliorare le condizioni di vita nell’edificio a nord e negli appartamenti al sud, creando un paesaggio.
Il progetto presenta una scuola, una palestra ma integra anche un terzo elemento: favorisce la biodiversità. Con vincoli distinti in termini di volume e spazio per questi tre elementi, si è deciso di puntare sulla fluidità dei collegamenti tra pieni e vuoti e in particolare tra i diversi livelli topografici.
Queste connessioni forniscono un ordine logico per i vari elementi: gli spazi didattici semplici e rigorosi entrano in dialogo con gli spazi esterni del gioco con contorni flessibili, sistematicamente oggetto di un processo più giocoso. La palestra sorge a un’altezza di dodici metri, mentre la scuola è per lo più ai piani terra e primo, per crescere progressivamente fino al terzo piano occupato dalla scuola primaria.
Scuola primaria della scienza e della biodiversità, ZAC Seguin Rive de Seine Boulogne–Billancourt
Tipologia: scuola e palestra
Architetti: Chartier Dalix architectes
Impresa: SAEM Val de Seine
Società: Bouygues Ouvrages Publics
Area: 5.164 mq
Completamento: 2014