Fort: Centrum Solidarnosci

Inaugurato alla fine di agosto, il Centro Europeo Solidarnosc è stato creato con lo scopo di diffondere l’eredità di Solidarnosc in Polonia e oltre, grazie alla partecipazione attiva alla costruzione di un’identità europea.

Il 31 agosto 1980 Stocznia Gdanska – il Cancello n. 2 dell’ingresso ai cantieri navali di Danzica, divenne un luogo storico, grazie alla firma dell’Accordo di Danzica che portò alla costituzione del Sindacato Autonomo Indipendente Solidarnosc (“Solidarietà”). Oggi, trentaquattro anni dopo, la città di Danzica e la Commissione europea hanno inaugurato il nuovo complesso dell’Europejskie Centrum Solidarnosci, il Centro Europeo Solidarnosc, progettato dallo studio polacco Fort.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Danzica, città di quasi mezzo milione di abitanti affacciata sul Mar Baltico, è il principale porto polacco. Le aree circostanti il centro storico sono destinate all’industria navale dalla metà dell’Ottocento, dall’inizio della costruzione dei Cantieri Reali – poi Cantieri Imperiali – prussiani. I cantieri di Danzica, in seguito ribattezzati con il nome di Lenin e con circa 17.000 lavoratori, furono il fiore all’occhiello dell’industria della Polonia comunista. E fu proprio qui che ebbe inizio il cammino non violento della Polonia verso la vera libertà e la vera indipendenza, che condusse poi alla distruzione del Muro di Berlino, alla fine del dominio sovietico sull’Europa centro-orientale e infine al collasso dell’Unione Sovietica.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Tutti conosciamo – e se non è così vi consiglio un vecchio classico – Człowiek z żelaza, (L’uomo di ferro), del 1981, e una nuova produzione, Wałęsa. Człowiek z nadziei (Walesa. L’uomo della speranza), del 2013, entrambi del regista polacco Andrzej Wajda, vincitore di un premio Oscar: i cantieri navali di Danzica divennero il simbolo della lotta contro il comunismo quando un gruppo di operai guidati dall’ex elettricista Lech Walesa riunì pacificamente in tutta la Polonia minatori slesiani, intellettuali di Varsavia e di Cracovia sotto un'unica parola d’ordine: “Solidarietà”. E tuttavia, paradossalmente, dopo le trasformazioni politiche della fine degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, i cantieri hanno attraversato una crisi profonda e infine sono stati dismessi nella maggior parte dell’area.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
I cantieri, che oggi danno lavoro a un pugno di operai, stanno trasformandosi in un nuovo quartiere residenziale e della cultura, battezzato “Giovane Città”. Inaugurato alla fine di agosto come prima pietra della realizzazione del nuovo quartiere, il Centro Europeo Solidarnosc, è stato creato con lo scopo di diffondere l’eredità di Solidarnosc in Polonia e oltre, grazie alla partecipazione attiva alla costruzione di un’identità europea.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Nel dicembre 2007 lo studio d’architettura polacco Fort vinse il concorso internazionale per la realizzazione dell’Europejskie Centrum Solidarnosci, un edificio di 25.000 metri quadrati distribuiti su cinque piani. L’edificio è destinato a ospitare un museo della storia di Solidarnosc e di altri movimenti democratici protagonisti del cambiamento dell’Europa centrale. Comprenderà anche uno spazio multimediale permanente di 3.000 metri quadrati, un archivio, una biblioteca, un centro di informazione e di formazione, un ristorante, insieme con un caffè dotato di dehors e con un giardino d’inverno. E che cosa sarà esposto in questo museo? La giacca di pelle segnata dai proiettili che appartenne a Ludwik Piernicki, il ventenne operaio dei cantieri vittima del massacro del dicembre 1970; le tavole di legno con le 21 richieste che furono appese ai cancelli dei cantieri Lenin durante lo sciopero dell’agosto 1980; il carroponte su cui lavorava la leggendaria sindacalista Anna Walentynowicz; la scrivania che appartenne a Jacek Kuroń, uno dei leader dell’opposizione al regime comunista polacco, donata da sua moglie, sono tra i 18.000 pezzi storici che saranno esposti nel museo.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Per difficile che sia, gli architetti dell’ Europejskie Centrum Solidarnosci hanno cercato di tradurre un movimento storico di protesta e un’intera pagina di storia del XX secolo in forma di edificio. Semplicità, dinamismo e universalità erano, nelle parole di Fort, le più importanti caratteristiche di Solidarność. Quindi, per Wojciech Targowski, direttore dello studio Fort, l’edificio “rispecchia l’essenza di Solidarnosc e contemporaneamente si rivolge ai giovani suscitandone l’interesse non solo per la storia di Solidarnosc, ma anche per i suoi ideali di oggi”. La radicale – forse troppo radicale – semplicità è stata raggiunta grazie a una serie di pareti parallele, nude ed essenziali, libere da particolari superflui, e al grezzo, rugginoso acciaio CorTen. “La prima si spezza a metà e si inclina all’esterno. Le altre la seguono. Il senso dinamico del cambiamento storico è raggiunto tramite l’iterazione ritmica dell’inclinazione definita dalla superficie delle pareti.” L’edificio ricorda perciò lo scafo rugginoso di una nave, forse in movimento. Può sembrare estremamente retorico, ma trova bene il suo posto nella poeticissima area dismessa dei cantieri di Danzica.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Poco conosciuto al di fuori della Polonia, lo studio d’architettura Fort di Danzica è stato fondato nel 1989 da Wojciech Targowski, Piotr Mazur e Antoni Taraszkiewicz. Lo studio ha realizzato un gran numero di progetti residenziali e alcuni palazzi per uffici, insieme con altri edifici pubblici e di servizio. E anche se può apparire abbastanza sorprendente che un concorso internazionale finisca con l’assegnare l’incarico a uno studio strettamente locale, il motivo può essere molto semplice: “Probabilmente erano in una posizione più favorevole per analizzare questa realtà storica profondamente complessa e per tradurla in un edificio”, dichiara l’addetta stampa Magdalena Charkin-Jaszcza.
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Fort, Europejskie Centrum Solidarnosci, Danzica
Con due edifici che si inaugurano nelle prossime settimane (l’altro è il Teatro Shakespeariano di Renato Rizzi che aprirà i battenti in settembre) la piccola città di Danzica appare in pieno rinascimento. E c’è una conferma. Secondo un recente articolo pubblicato dall’Economist, la Polonia, dalla caduta del comunismo, ha visto crescere la sua economia più di ogni altro paese europeo. Secondo l’Economist “a differenza dei suoi vicini ex comunisti, che hanno scelto una transizione più graduale al capitalismo, la Polonia ha affrontato nel 1990 una “terapia d’urto” sotto la guida di Leszek Balcerowicz, all’epoca ministro delle Finanze. […] I polacchi hanno colto con prontezza  l’occasione rappresentata dai fondi strutturali e di coesione dell’UE, insieme con i benefici effetti del miglioramento del sistema di governo e della trasparenza”. Oggi, a dieci anni dall’ingresso della Polonia nell’Unione Europea, l’Europejskie Centrum Solidarnosci si apre grazie ai generosi finanziamenti (praticamente quasi la metà del bilancio complessivo) forniti dalla Unione Europea.
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