Architettura come sfida

A Palazzo Te, la prima grande retrospettiva internazionale dedicata a Pier Luigi Nervi passa in rassegna dodici opere, che scandiscono il percorso di ricerca e affermazione della creatività architettonica dell'ingegnere italiano.

La tappa mantovana della prima grande retrospettiva internazionale Pier Luigi Nervi. Architettura come sfida, frutto di un progetto espositivo itinerante e della ricerca di un comitato scientifico presieduto da Carlo Olmo, è allestita fino al 25 novembre nelle Fruttiere di Palazzo Te dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura, con il sottotitolo, per questa sede, "L'industria e la fabbrica sospesa".

La mostra prende in esame dodici opere di Nervi che scandiscono un percorso di ricerca e di affermazione della creatività architettonica dell'ingegnere italiano, uno dei pochi riconosciuti a livello internazionale, spesso al di sopra dell'indifferenza o di sterili dibattiti locali.

Il percorso inizia con il poco noto cinema-teatro Augusteo di Napoli, ideato tra il 1924 e il 1929 con l'architetto Arnaldo Foschini per gli aspetti architettonici, una sala a cui il trentacinquenne Nervi era molto affezionato per i primi esperimenti su strutture iperstatiche a scheletro in cemento armato. È nel 1932, con lo stadio comunale Berta di Firenze, pubblicato su Quadrante e Architettura e adottato dal Razionalismo come sintesi di invenzione strutturale ed estetica, che Nervi raggiunge la fama a livello internazionale. I materiali esposti raccontano le tormentate varianti di ideazione e realizzazione, e l'integrazione delle tribune sopraelevate all'inizio degli anni Cinquanta. L'immaginario di quel periodo nella ricerca in ingegneria è però sicuramente rappresentato dalle volte reticolari delle aviorimesse di Orbetello, Orvieto e Torre del Lago, rese eterne dagli scatti dello Studio Vasari e presentate in un'editoriale di Ponti su Domus come "Stile delle strutture". Proposte dall'impresa Nervi e Bartoli per l'Aeronautica militare, nascono da test effettuati con modelli in scala ridotta da Guido Oberti al Politecnico di Milano, e nelle ultime realizzazioni anticipano il concetto di prefabbricazione strutturale largamente adottato dopo la guerra.
In apertura: Pier Luigi Nervi, Palazzo del Lavoro, Torino, dettaglio di un pilastro, 1959. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles. Qui sopra: la scala elicoidale dello Stadio Berta a Firenze, 1932. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
In apertura: Pier Luigi Nervi, Palazzo del Lavoro, Torino, dettaglio di un pilastro, 1959. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles. Qui sopra: la scala elicoidale dello Stadio Berta a Firenze, 1932. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
La ripresa postbellica registra infatti la realizzazione del Salone al Palazzo delle Esposizioni di Torino, dove l'uso di elementi prefabbricati accompagna l'invenzione nerviana del "ferrocemento": l'armatura di strutture sottili con reti metalliche e spezzoni di tondino in acciaio. E la successiva collaborazione internazionale per la Sede parigina dell'UNESCO, proprio di fronte alla Tour Eiffel, con Marcel Breuer e Bernard Zehrfuss e la supervisione di un formidabile gruppo dei CIAM formato da Costa, Gropius, Le Corbusier, Rogers e Markelius. Nella sala delle Assemblee è Nervi che offre le intuizioni plastiche del calcestruzzo al servizio della rappresentanza richiesta dall'incarico.
Vista della mostra alle Fruttiere di Palazzo Te
Vista della mostra alle Fruttiere di Palazzo Te
Il Palazzetto dello Sport realizzato nel 1957 con Annibale Vitellozzi è il simbolo architettonico delle Olimpiadi di Roma di tre anni dopo. Compreso allora solo da Bruno Zevi, ha una copertura di 60 metri di diametro basata sul concetto essenziale della prefabbricazione a piè d'opera sperimentata con le aviorimesse prima della guerra. Il Palazzo del Lavoro al Parco torinese del Valentino per il Centenario dell'Unità d'Italia, realizzato in pochi mesi, è il risultato della collaborazione tra strutture in calcestruzzo – i piloni a geometria variabile – e in acciaio – le 'stecche' dei sedici ombrelli di 40 metri di lato che, accostati tra loro, coprono la luce di una straordinaria celebrazione della produzione nazionale, allestita da Gio Ponti.
Queste 12 opere, attraverso disegni e modelli, fotografie di cantiere e di cronaca, sono il corollario alla realizzazione della Cartiera Burgo, che occupa il posto di preminenza nell'esposizione.
Cantiere della Cartiera Burgo di Mantova
Cantiere della Cartiera Burgo di Mantova
La Torre della Borsa di Montréal, progettata con Luigi Moretti per la Società Generale Immobiliare tra il 1961 e il 1965, e la Cattedrale di St. Mary a San Francisco con Pietro Belluschi (1963-71) ribadiscono la valenza della struttura nell'immagine architettonica dell'edificio. Ma la contemporanea 'Sala Nervi', con l'inversione strutturale nell'uso tradizionale della copertura, appartiene più di ogni altro spazio nerviano alla memoria collettiva di occasioni assembleari presiedute dalle figure affaticate degli ultimi Pontefici. Conclude la rassegna, dopo il ponte del Risorgimento a Verona, la realizzazione dell'Ambasciata d'Italia a Brasilia, progettata con il figlio Antonio all'inizio degli anni Settanta per la nuova capitale, prima della scomparsa di entrambi a poca distanza di tempo.
Ambasciata d'Italia a Brasilia, pilastri del piano terra, 1969. Photo  Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
Ambasciata d'Italia a Brasilia, pilastri del piano terra, 1969. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
Queste dodici opere, attraverso disegni e modelli, fotografie di cantiere e di cronaca, sono il corollario alla realizzazione per Mantova della Cartiera Burgo, che occupa il posto di preminenza nell'esposizione a Palazzo Te, risultato del lavoro di Cristiana Chiorino e del sostegno del Gruppo Burgo. Il ritrovamento recente di alcuni dei casseri utilizzati per il getto del solaio isostatico della cartiera ha permesso di individuare ulteriori aspetti della ricerca di Nervi per questa costruzione e, nella mostra, offre la possibilità di mettere a confronto l'ideazione rappresentata dai documenti con la scala della realizzazione.
Pier Luigi Nervi, Sala B del centro espositivo di Torino, dettaglio del soffitto, 1948. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
Pier Luigi Nervi, Sala B del centro espositivo di Torino, dettaglio del soffitto, 1948. Photo Mario Carrieri, courtesy Pier Luigi Nervi Project, Bruxelles
Nel profilo naturale delle sponde oltre i laghi della città, questa opera si inserisce ancora oggi con discrezione e intelligenza, e sembra raccontare non solo l'intuizione tecnica, ma il senso di essenziale necessità di questa architettura, rappresentato da Nervi in una sezione che mostra ai lati opposti della fabbrica sospesa l'ingresso di un pioppo e l'uscita di una bobina di carta. Promossa dal Comune di Mantova e dal Museo Civico di Palazzo Te, la mostra ha il patrocinio della Regione e del Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano.
La Cartiera Burgo di Mantova in costruzione
La Cartiera Burgo di Mantova in costruzione
La Cartiera Burgo di Mantova in costruzione, 1961
La Cartiera Burgo di Mantova in costruzione, 1961
Ponte Risorgimento a Verona
Ponte Risorgimento a Verona

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