OMA libera Prometeo

Rivelando le strutture tubolari retrostanti, l'impianto scenico di OMA non solo scardina l'idea di fondale, ma esibisce l'esistenza dei macchinari e delle persone che hanno realizzato la scenografia e mette in contatto platea e scena.

La scenografia realizzata da OMA per le rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa interviene nella cronaca di questi mesi, collegandolo, in modo sorprendente, all'architettura. L'analisi di tale esperienza – la prima di questo genere per lo studio olandese – non può essere compresa senza essere ricondotta alla specificità delle produzioni dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA), la fondazione responsabile delle produzioni siracusane diretta dal sovrintendente Federico Balestra. Dopo un lungo periodo di crisi, questo ente sembra essere tornato in grado di consolidare il programma delle rappresentazioni classiche a un livello adeguato allo scopo dell'iniziativa, nata all'inizio del XX secolo: realizzare spettacoli del repertorio antico con produzioni dalla sperimentazione moderata, ma capaci di attrarre un grande pubblico.

In una città di provincia, nella quale il turismo è un altalenante supporto economico, riempire un teatro da oltre 5.000 posti per circa un mese e mezzo, non è facile. Non è pertanto un teatro totalmente sperimentale quello che può essere qui proposto, quanto piuttosto il ricongiungimento verso l'alto di una prospettiva popolare e accessibile a un pubblico generico. Lungo questo itinerario, l'INDA ha scoperto da qualche anno la rilevanza della scenografia e i vantaggi, anche di richiamo mediatico, dell'affidare l'incarico ad architetti di fama internazionale. Così, dopo le realizzazioni di Doriana e Massimiliano Fuksas nel 2009, e quella di Jordi Garcés nel 2010, tocca ora a OMA realizzare l'impianto scenico per la stagione 2012. Le scelte di queste figure non sono però l'esito di una precisa strategia, ma fortunate coincidenze che nascono dalla possibilità di estendere gli incarichi locali di architetti celebri, o dai legami che connettono professionisti locali con l'ente e prestigiosi progettisti stranieri. Non è stato infatti l'INDA a cercare OMA, ma quest'ultimo ad attivare il dialogo che ha condotto all'incarico dell'allestimento. Incarico nel quale la presenza in loco e per lungo tempo di una figura dello studio olandese è risultata cruciale.
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La risposta di OMA si è mossa dal ricongiungimento di platea e scena. Completando, l'ideale circolarità del diazoma (il corridoio anulare, posto circa a metà della platea, che serve a far defluire il pubblico all'interno del teatro), l'impianto scenico delimita un recinto che, da un lato, fa da sfondo e circoscrive il campo di evoluzione delle vicende rappresentate e dall'altro determina il luogo d'inclusione del pubblico. Realizzato per mezzo di una passerella circolare in tubi d'acciaio (che richiama i percorsi circolari in quota di alcune "architetture disegnate" dell'epoca manhattaniana di OMA, come il Welfare Palace Hotel o l'Egg of Columbus Circle), esso ha permesso di rivelare qualcosa di sconosciuto anche agli archeologi: ovvero l'esistenza di una pendenza nel diazoma stesso, realizza al fine di permettere il deflusso delle acque. Raccordando due quote diverse, la passerella "in opera" appare una rampa continua priva d'inclinazione, che completa il semicerchio del teatro. In realtà, con un artificio tipico delle macchine teatrali, il raccordo tra le differenti quote è realizzato per mezzo di due gradini, nascosto al pubblico dietro ad un cipresso che si erge a fianco della scena. Il pubblico avrebbe avuto coscienza di questo dato "geometrico" se, com'era nelle intenzioni iniziali dei progettisti, la passerella avesse potuto svolgere le funzioni del diazoma, consentendo agli spettatori di accedere alla scena. Il palco è, infatti, costituito di due dischi: la "zattera", ovvero la superficie piana che riproduce esattamente le dimensioni del coro del teatro sottostante, e la "macchina": una gradonata inclinata alta sette metri, che specchia l'anfiteatro. Questa può ruotare e, dividendosi al centro, aprirsi, permettendo l'ingresso degli attori e di altri elementi sulla "zattera".
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
Queste due piastre "solari", rivestite con lo stesso legno – ma poste in opera in momenti differenti assumendo così tonalità differenti – sono delle astrazioni che rimandano alle avanguardie del primo dopoguerra. Il modello "inconscio" dell'impianto scenico sembra infatti essere indubbiamente quello del progetto di Walter Gropius per il Totaltheater di Erwin Piscator: con le piattaforme e le gradonate la rotanti, la disposizione tangente e centrale del coro, tra pubblico e placo, i percorsi di accesso e servizio in quota, e perfino un accenno,alla possibilità di aggiungere delgi schermi ai telai intubi d'acciaio, dove svolgere le proiezioni. Molto meno complesso, l'impianto di OMA si è piegato ai molti limiti di costo, di sicurezza e di realizzazione imposti dall'ambiente siciliano. Eppure quasi tutte le invenzioni di questo dispositivo si sono infine rivelate efficaci per le narrazioni delle opere presentate. La passerella, persa la funzione pubblica, continua però a consentire una grande quantità di accessi "dall'alto", agli dei e ai personaggi che giungono in scena, così tipica delle rappresentazioni antiche. La rotazione del piano inclinato consente di "cambiare scena" e di aprire uno spettacolo, laddove l'altro finisce.
Il modello 'inconscio' dell'impianto scenico sembra essere indubbiamente quello del progetto di Walter Gropius per il Totaltheater di Erwin Piscator.
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
Nel complesso il progetto espone quindi una sorta di "contestualismo astratto". Questo non perché, come ha indicato con ironia qualcuno, in fondo sbeffeggia i cerchi inclinati di Mario Botta, ma perché la figura del cerchio, così spesso ripetuto nei progetti e nelle iniziative dello studio olandese (dalla finestra della villa presso Bordeaux, alla copertina del libro sui metabolismi, dalla grafica di presentazione del piano per Mosca al progetto del parco a Toronto), si rivela una sorta di inconscia trasfigurazione delle figure archetipica contenute nell'architettura greco-romana preesistente. Se le macchine di scena funzionano compiutamente nel Prometeo Incatenato, nelle Baccanti l'impianto corale, esaltato dai movimenti del Martha Graham Dance Company (e dai vortici rossi e neri dei costumi), fornisce certamente più compimento alla circolarità della scena. Alla prova degli spettacoli, si potrebbe dire che il dialogo tra impianto scenico e regie avrebbe forse potuto essere ancora più forte e presenta qualche pausa (probabilmente dovuta agli spettacoli inaugurali e dunque destinata a scomparire nelle repliche future). Anche perché questi scollamenti sembrano l'esito delle "forme" registiche e di un certo barocchismo che in Sicilia sembra doversi imporre come "kitsch necessario" in costumi e carri allegorici. Ma al di là di tutto questo, per mezzo di questa scenografia (a parte forse nel caso degli Uccelli, dove la scena resta immobile) un'importante rottura è stata istituita: la necessità di non limitare l'intervento scenico alla costruzione di uno sfondo – per quanto coerente con il concetto e la messa in scena antica – ma trasformarlo in una struttura che metta in contatto platea e scena, pubblico e spettacolo (che è poi vero l'aspetto cruciale della rappresentazione antiche laddove era incontro e momento di educazione per la polis).
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
Rivelando le strutture tubolari "retrostanti" – e di supporto della passerella e della "macchina"–, l'impianto scenico non solo scardina l'idea di fondale tante volte richiesta al teatro siracusano, ma esibisce l'esistenza e la qualità dei movimenti e dei macchinari necessari allo spettacolo, le persone che hanno "inventato" e realizzato materialmente la struttura. Figure che restano invisibili al pubblico, ma che illustrano dove l'investimento si trasforma in esperienza, in sapere in pratica pratico e l'arte in mestiere. In sostanza, a Siracusa, per una fortuita serie di cause, o per la volontà della dimensione collettiva dello studio, OMA ha colpito tre volte al centro il cerchio. Perché ha saputo dimostrare che la questione cruciale di questi tempi è quella di: costruire o consolidare una produzione culturale specifica in un contesto locale; rendere questo contesto capace di accumulare le conoscenze e farle diventare qualcosa di alternativo e permanente; che il modello di produzione intermittente è legato solo al ritmo episodico e turistico.
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
La scenografia di OMA per Il Prometeo Incatenato, Le Baccanti e Gli Uccelli al Teatro Greco di Siracusa
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