NArchitekTURA, Museo Etnografico a Cracovia

Il progetto degli interni del Museo etnografico di Cracovia, nel palazzo municipale di Cracovia di piazza Wolnica, è un tentativo di interpretazione creativa di motivi popolari attraverso strumenti architettonici contemporanei. Progetto e testo di Bartosz Haduch/NArchitekTURA.

La nuova sistemazione degli spazi si ispira a pezzi di arte popolare scelti nel patrimonio del Museo etnografico e a elementi dei preesistenti interni del municipio di piazza Wolnica. Il progetto comprende componenti d'arredo appositamente progettati, un nuovo sistema di illuminazione e la parziale sostituzione dei pavimenti. Un banco sviluppato in lunghezza con la biglietteria e il servizio informazioni è composto da 132 elementi multicolori laccati nello stile del tradizionale costume a strisce della regione della Piccola Polonia (Malopolska). Questo blocco colorato, lungo oltre 5 metri, caratterizza l'ingresso con un accento espressivo, indirizzando i visitatori alla cassa e, più in là, al guardaroba e agli spazi espositivi.

Un altro elemento della ristrutturazione degli interni è un contenitore longitudinale nero destinato a conservare ed esporre souvenir e libri in vendita. La configurazione per linee, intersezioni e aggetti forma scaffali, ripiani per libri, vetrine e anche portaombrelli. La tecnica di collegamento degli elementi si ispira alle soluzioni tradizionali dell'architettura in legno. Il guardaroba è costituito da oltre cento pioli che sporgono dalla parete. Un apparente schema astratto che in realtà è la composizione di notazioni di musica popolare. 143 pioli numerati sono collocati sulle pareti in uno schema semplificato di note e parole tratte da canzoni tradizionali polacche (i piani superiori ospitano una sezione del museo dedicata alla musica tradizionale). Nel guardaroba una legenda permette di collegare a ogni numero una lettera o un suono, invitando i visitatori a trarne una composizione completa. Può essere cantata e suonata da una persona oppure fino a gruppi di 8 elementi, in ordine definito o meno, con un sorprendente effetto alla Bobby McFerrin.

La "parete musicale" viene usata spesso in occasione delle visite scolastiche al museo, e i ragazzi ci si divertono molto. In più serve anche da guardaroba polifunzionale. La serie degli armadietti a serratura del guardaroba è coronata da una lunga lastra di acciaio inossidabile sulla quale sono sparse lettere dell'alfabeto intagliate, che possono essere ordinate in parole e frasi. Possono essere lette nel riflesso dello specchio posto al di sopra sulla parete. Nella zona d'ingresso i classici del design del XX secolo (sedie di Charles e Ray Eames) si contrappongono a semplici sedute fabbricate a mano in forma di sgabelli di rovere. I preesistenti battenti di ghisa e vetro che portano agli spazi espositivi sono arricchiti da un'installazione realizzata con elementi modulari Algues di Ronan ed Erwan Bouroullec. Questa forma decorativa contemporanea ispirata a motivi floreali vuole essere un complemento agli ornamenti storici e innescare un particolare dialogo tra due stili.

Il colore della nuova pavimentazione in resina epossidica si armonizza al pavimento preesistente, in lastre di terracotta da esterni, del lungo atrio del museo. Enormi pedine che fungono da basi mobili nere per le mostre di singoli artisti si aggiungono al preesistente schema a scacchiera. In più le 'pedine' si possono muovere non solo manualmente ma anche tramite uno speciale telecomando. È un idea che unisce nello spazio espositivo gioco, divertimento e interazione. Lampade semplici e geometriche mettono in risalto le vele delle volte preesistenti con una luce soffusa e indiretta. Il nuovo arredamento polifunzionale collega ambienti separati, cancella i confini tra le stanze, suggerisce una direzione di movimento, invita e provoca i visitatori a svolgere attività varie e spesso sorprendenti, e talvolta anche a dare personalmente forma allo spazio. Il progetto è un tentativo di interpretazione creativa di motivi popolari tramite strumenti architettonici contemporanei, che conserva e utilizza allo stesso tempo i vantaggi dell'edificio preesistente. Bartosz Haduch

Design: NArchitekTURA / Bartosz Haduch
Design team: Bartosz Haduch, Sebastian Machaj, Jakub Wagner, Piotr Wroczek
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
Foto Sebastian Machaj
Foto Sebastian Machaj
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
Foto Bartosz Kardas
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Foto Dominik Papaj
Foto Dominik Papaj
Foto  Jakub Wagner
Foto Jakub Wagner

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