All'ombra dei fanciulli in fiore

da Domus 912 marzo 2008In una nuova scuola, l'uso della trasparenza trasforma la percezione delle distanze. Progetto Elisabetta Terragni con Paola Frigerio, Mike Dolinski. Testi Elisabetta Terragni. Foto Luisa Lambri, Filippo Simonetti.

Pochi edifici sono in grado di coniugare bellezza e utilità quanto le strutture scolastiche: vorrei quindi cercare di spiegare come, nel progetto per la scuola Leonardo da Vinci ad Altavilla Vicentina, abbiamo provato a realizzare la triade Vitruviana in chiave contemporanea.

Tutte le funzioni sono accorpate in un singolo edificio: un asilo per 120 bambini, una scuola elementare per 150, e un piccolo teatro da 140 posti ad uso della scuola e della comunità. Secondo la tradizione italiana, abbiamo previsto ingressi ben distinti tra le due scuole, uno spazio per l'attività motoria, una mensa, e luoghi separati per il gioco e lo studio. Per ogni classe abbiamo immaginato un'atmosfera di luce calma durante tutto l'anno e un patio protetto comunicante con gli interni. Tutte le aule, simili per dimensione, si distinguono però per orientamento e collocazione nell'insieme dell'edificio. Due corridoi portano alle aule e le connettono con spaziosi atrii. Abbiamo pensato a patio e aula come un'unica entità qualunque sia la superficie, la dimensione e la prossimità con altri luoghi. Gli scorrevoli in facciata e un sandwich di reticelle tra i vetri aggiungono sfumature all'ambiente.

Tutte le aule condividono lo stesso scopo, ma ambiscono anche a un carattere singolare. Come piccoli specchi di un caleidoscopio, è come se le aule 'cadessero' nei loro posti assecondando le mutevoli regole della varietà. In modo simile, i corridoi, i bagni e gli spazi per gli insegnanti si definiscono nel gioco di pazienza tra regola e singolarità.

È un lavoro che nasce dall'interno e acquista strati leggeri di colore e luce all'esterno. Abbiamo usato colori freschi e allegri per i bagni e gli spazi del gioco, e lasciato invece ai bambini il compito di colorare le aule con i loro lavori. Per poter abbracciare questa varietà di spazi, abbiamo scelto di lavorare su un edificio ad un piano con un solaio di copertura di 94 metri di lunghezza e 26 di larghezza realizzato con travi rovesce post-tese. Nelle discussioni iniziali sulle possibilità strutturali, l'ingegnere Jürg Conzett di Coira è stato intrigato dalla sfida di concepire quella che ha chiamato "una struttura anarchica", capace però di concretizzarsi in maniera armoniosa.

Abbiamo lavorato sotto un soffitto liscio con un'altezza uniforme di 4 metri in tutti gli spazi realizzando coraggiose luci strutturali e tagli sugli ingressi, nella palestra ribassata e sopra l'auditorium. Questo spazio per le rappresentazioni – essenzialmente una piramide tronca su base ovale – può essere raggiunto da una scala che scende dall'atrio o da una rampa esterna. Nell'atrio della scuola elementare il vano del teatro emerge creando una piattaforma destinata ai giochi dei bambini. Questo poggio artificiale, in resina rossa con parapetti a forma conica inclinata, dialoga con il pendio naturale sul lato ovest dell'edificio. Certamente l'ingegneria della soletta di copertura garantisce stabilità e chiarezza, mentre la distribuzione a meandri delle aule e la calibrata gamma dei colori, scelta con Aldo Cibic, conferiscono vivacità agli interni.

La scuola non solo accoglie un teatro ma ostenta aspetti scenografici nel costante alternarsi di lunghi scorci e improvvise chiusure, di prospettive filtrate dalla luce e interni riparati. Tre o quattro differenti strati di materiali (scorrevoli esterni, vetri con la doppia rete metallica, tende e pannelli oscuranti interni) ci hanno permesso di creare un ambiente lieve e protetto, senza precludere le viste esterne.

All'interno, i vari patii e aree di passaggio riflettono l'attività pubblica nel loro fluire da uno spazio all'altro. Come edificio nuovo, la nostra scuola ambiva ad essere una serra dove nascono e si perfezionano sensibilità, ma come ultima arrivata, tra numerosi nuovi arrivi ad Altavilla, essa si presta a riunioni serali e a portare un po' di magia nella vita di ogni giorno. Se la scuola può essere pensata come casa dell'infanzia e la comunità cittadina come l'arena della vita adulta, allora il nostro edificio si propone di mediare tra loro.

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