Renzo Piano Building Workshop: Zentrum Paul Klee, Bern

L’amicizia che lega l’ortopedico Maurice Müller, il pianista Maurizio Pollini e l’architetto Renzo Piano – insieme alla comune passione verso l’arte polifonica di Paul Klee – è l’energia che sta sollevando un’intera collina coltivata a pochi chilometri dal centro di Berna. Nello spessore ondulato tra la terra e il nuovo prato, disegnato da Piano, tre grandi sale ospiteranno dal giugno 2005 opere, testi e ricerche sul grande artista svizzero, che riposa a poche decine di metri di distanza. Conversazioni con Andreas Marti, Maurice Müller e Renzo Piano. Fotografia di Francesco Jodice

Una conversazione con Renzo Piano

Domus
Come è nato il progetto per il Centro dedicato a Paul Klee?
Renzo Piano Tutto è cominciato grazie a Maurizio Pollini, un amico carissimo. Circa sette anni fa, in un periodo in cui ero molto impegnato, Maurizio mi telefonò per anticiparmi la possibilità di realizzare il progetto di un museo dedicato a Paul Klee. Il Centro sarebbe nato grazie al sostegno economico del professor Maurice Müller, un celebre ortopedico svizzero, inventore della protesi all’anca, al quale Maurizio era legato da una forte amicizia. In un primo momento ero titubante, ma quando ci siamo incontrati e abbiamo iniziato a riflettere insieme sul concetto di uno spazio polivalente, dove ospitare opere, testi e spazi di ricerca e consultazione su Paul Klee, ho deciso di accettare. In quel periodo, si discuteva ancora se fare il museo nel centro storico di Berna o nel sito attuale. Che tra l’altro è confinante con la casa dove vivono Maurice Müller e sua moglie.

D In effetti la scelta di un museo staccato dal centro urbano è stata coraggiosa.
RP È un tema delicato perché, in linea di principio, un museo dovrebbe trovarsi in città. Catalizzare flussi e attenzioni urbane, disponibili, contigue. Tuttavia, avendo concepito l’architettura del Centro come un frammento di land art – un sussulto controllato nel terreno – abbiamo accettato di buon grado questa ultima soluzione. In ogni caso, il filo di asfalto curvilineo dell’autostrada – che scorre appena sotto il grande prato di Klee e che ha dettato la disposizione parallela e curvilinea delle tre grandi arcate del Centro – garantirà ai visitatori la presenza di un sentimento di urbanità, di densità di relazioni, anche se ci troviamo in aperta campagna.

D Come è nata l’idea di uno spazio espositivo interposto tra il terreno e il prato?
RP Adiacente alla casa di Müller, avevo notato un terreno ondulato e percorso da solchi di aratro; talmente bello da farmi subito pensare che il progetto era già lì. Bastava amare Klee e guardare quel terreno... Mi è sempre piaciuta l’idea – più che un’idea, è una mia sensazione – che l’architetto sia una sorta di voce narrante, una voce fuori campo, che osserva, assiste, va sul luogo, vede il terreno, accompagna un processo che ha delle sue ragioni naturali... Così per il progetto del Centro su Paul Klee è nata l’ipotesi di una topografia ‘ragionata’, di un movimento tellurico leggero...

D ...Che imprime una specie di scossa verso l’alto al prato coltivato...
RP C’è anche, sostanzialmente, un’altra ragione a favore dello scavo dentro la collina: disponendo di cinque o seimila pezzi d’arte da preservare – questa la missione del museo – l’idea di metterli sotto terra ci è parsa del tutto ragionevole. Senza dimenticare che Paul Klee riposa nel vicino cimitero, a soli 200 metri di distanza dal sito dove nel giugno 2005 si inaugurerà il Centro.

Una conversazione con Maurice Müller

Domus Che cosa l’ha spinta a questo straordinario omaggio alla città di Berna?
Maurice Müller Il figlio di Klee e sua moglie volevano donare al Cantone di Berna la loro collezione di opere: bisognava quindi decidere dove creare un museo che l’accogliesse. Io avevo un po’ di soldi da investire e ho voluto fare qualcosa per raccontare e testimoniare le molte facce di Klee – pittore, musicista, letterato – che non tutti conoscono. Avevo inizialmente previsto di far costruire il museo nel centro di Berna, ma in ragione di alcune difficoltà politiche, si è poi optato per un’area periferica.

D ...E ha pensato a Renzo Piano come progettista...
MM Ho pensato subito a lui perché è molto legato a Maurizio Pollini che, a mia volta, conosco bene. Così, ho chiesto a Piano se poteva essere interessato a questa iniziativa e l’ho invitato a visitare il luogo. È venuto, si è seduto a osservare lo spazio e si è entusiasmato, perché ha trovato una situazione paesaggistica veramente eccezionale. Immediatamente ha ipotizzato di creare tre nuove ‘colline’. Poi mi ha assicurato che in tre giorni mi avrebbe inviato una sua idea di progetto e, in effetti, è stato di una puntualità estrema. Il fatto straordinario è che ho ritrovato nei suoi disegni tutti gli elementi di cui mi aveva parlato durante la visita. Una cosa che prima non sapevo è che Renzo Piano è un grande ammiratore di Klee, ma anche del Klee musicista.

D Paul Klee è una presenza che ha legato tutti voi. Maurizio Pollini ha poi seguito attivamente il progetto?
MM Sì, anche perché siamo da anni in stretto contatto. Molte volte si è discusso sulle ipotesi di realizzazione e, anche quando Pollini e Piano erano di pareri diversi, alla fine sono sempre riusciti a trovare un accordo. E non è certo un caso che, fra un anno, il concerto di inaugurazione nell’auditorium del Centro sarà tenuto proprio da Pollini.

Una conversazione con Andreas Marti

Domus Nella relazione che ha legato un medico, un musicista e un architetto intorno alla figura di Klee, lei quale parte ha giocato?
Andreas Marti Come segretario generale del Ministero dell’educazione del Cantone di Berna, mi è stato chiesto di seguire il programma di realizzazione di questo museo. Inizialmente si era pensato a una piccola sede, confinante con il Museo des Beaux-Arts della città di Berna. Poi, però, Maurice Müller ha donato il terreno e ha deciso di finanziare in prima persona il progetto e la costruzione del Centro. Abbiamo deciso di realizzare un Centro culturale proprio per restare fedeli alla poliedricità di Paul Klee. Era importante ricordare, per fare un esempio, l’amore di Klee per la musica. O sapere che – oltre alle opere d’arte – ci sono trecento sue opere musicali. Non a caso, tra i miei collaboratori, c’è un giovane maestro d’orchestra, che sta progettando il programma degli eventi musicali dell’auditorium del Centro Klee.

D Quali altri programmi prevede il Centro?
AM Klee è stato un grande didatta. Ha insegnato e scritto testi scolastici e per questo Maurice Müller ha voluto che ci fosse uno spazio pedagogico: un Museo per i bambini. Inizialmente questa parte era costituita da una serie di sale per l’insegnamento della pittura e del disegno a mano libera; poi sono stati aggiunti laboratori per la fotografia e altre attività didattiche. Ma oltre al Museo per i bambini, ci sono un centro di comunicazione e una biblioteca con una raccolta di 160 volumi sull’opera di Paul Klee. E si tratta in tutti i casi di spazi a disposizione gratuita del pubblico.

D Come sarà esposta la collezione?
AM Abbiamo programmato una rotazione: le opere sono oltre 4.000 e, quindi, abbiamo previsto di esporne, di volta in volta, una piccola parte a cicli di sei mesi. Per il resto, i lavori saranno conservati nella zona sotterranea, in condizioni di temperatura, umidità e luce ottimali.

Planimetria generale. L’orientamento di ognuno dei tre corpi del Centro Culturale è perpendicolare all’asse dell’autostrada
Planimetria generale. L’orientamento di ognuno dei tre corpi del Centro Culturale è perpendicolare all’asse dell’autostrada
a) Sala polivalente. Il più grande dei tre volumi sarà usato per manifestazioni, laboratori e seminari. Ai piani inferiori si trovano il Museo dei Bambini e un auditorium; b) Vendita biglietti e caffetteria; c) Negozio; d) Sala espositiva; e) Centro di ricerca e amministrazione; f) Cybercafe
g) La Rue du Musée collega i tre spazi del Centro
h) Ristorante
a) Sala polivalente. Il più grande dei tre volumi sarà usato per manifestazioni, laboratori e seminari. Ai piani inferiori si trovano il Museo dei Bambini e un auditorium; b) Vendita biglietti e caffetteria; c) Negozio; d) Sala espositiva; e) Centro di ricerca e amministrazione; f) Cybercafe g) La Rue du Musée collega i tre spazi del Centro h) Ristorante
Le onde e le increspature di un paesaggio collinare arato hanno ispirato le forme sinuose del nuovo complesso
Le onde e le increspature di un paesaggio collinare arato hanno ispirato le forme sinuose del nuovo complesso
Il sito del nuovo complesso è lambito dal tracciato autostradale, che costituisce una cesura rispetto alla città ma, allo stesso tempo, garantisce al Centro Culturale un’appartenenza urbana
Il sito del nuovo complesso è lambito dal tracciato autostradale, che costituisce una cesura rispetto alla città ma, allo stesso tempo, garantisce al Centro Culturale un’appartenenza urbana
Renzo Piano insieme ad alcuni visitatori nel salone che ospiterà il centro per la ricerca e gli spazi amministrativi
Renzo Piano insieme ad alcuni visitatori nel salone che ospiterà il centro per la ricerca e gli spazi amministrativi
Il più grande dei tre volumi, che ospiterà gli spazi per 	i seminari e i laboratori
Il più grande dei tre volumi, che ospiterà gli spazi per i seminari e i laboratori
La facciata delle tre colline è composta da due parti verticali in vetro leggermente sfalsate e collegate a 4 metri di altezza dalla copertura della Rue du Musée
La facciata delle tre colline è composta da due parti verticali in vetro leggermente sfalsate e collegate a 4 metri di altezza dalla copertura della Rue du Musée
Nel suo punto più alto – corrispondente all’arcata di ingresso della sala polifunzionale – il prospetto del Centro raggiunge i 19 metri di altezza
Nel suo punto più alto – corrispondente all’arcata di ingresso della sala polifunzionale – il prospetto del Centro raggiunge i 19 metri di altezza
Le tre colline artificiali che costituiscono il Centro Klee sono sostenute da un’ossatura metallica composta da una maglia di travi in acciaio, di una lunghezza totale di 4,2 chilometri. Il grande tetto ha una geometria ondulata, che si accentua avvicinandosi all’autostrada. Una parte degli archi metallici della copertura (quelli più prossimi alla facciata) è leggermente inclinata sul suo asse verticale
Le tre colline artificiali che costituiscono il Centro Klee sono sostenute da un’ossatura metallica composta da una maglia di travi in acciaio, di una lunghezza totale di 4,2 chilometri. Il grande tetto ha una geometria ondulata, che si accentua avvicinandosi all’autostrada. Una parte degli archi metallici della copertura (quelli più prossimi alla facciata) è leggermente inclinata sul suo asse verticale
Renzo Piano discute con Bernard Plattner, il capoprogetto che da molti anni collabora con RPBW, e Andreas Marti (al centro), direttore del Zentrum Paul Klee
Renzo Piano discute con Bernard Plattner, il capoprogetto che da molti anni collabora con RPBW, e Andreas Marti (al centro), direttore del Zentrum Paul Klee

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