Le Case del Tè digitali

Lo spazio giapponese più tradizionale per eccellenza è stato interpretato e progettato attraverso gli strumenti del design parametrico durante un recente workshop all'Università di Tokyo.

Durante lo scorso agosto, otto studenti della Columbia University – assistiti da Phillip Anzalone – e sedici studenti della Tokyo University – coordinati all'interno del laboratorio di ricerca di Kengo Kuma – si sono confrontati su un tema d'occasione – la casa del tè – attraverso delle tecniche avanzate di disegno parametrico e fabbricazione digitale.

Il workshop è stato diviso in due parti: la prima ha avuto un momento di studio intenso sulla logica e il senso del design parametrico. La seconda parte ha riguardato lo studio della cerimonia del tè giapponese, del rituale e degli strumenti a essa inerenti.

I tre team alla fine del workshop hanno assemblato le rispettive case del tè, testando concetti, metodologie e materiali nel frattempo studiati. Nonostante i diversi prerequisiti imposti – quali l'uso di software specifici (Rhinoceros/Grasshopper), il materiale da usare (compensato da 9 e 12 mm), la limitazione di budget (meno di 2.000 euro), e metodi di fabbricazione a controllo numerico (CNC routing a tre assi) – è stato sorprendente vedere la varietà progettuale e qualità dell'immaginazione espressa dai tre team.

1. Il padiglione '130008252010' è stato progettato per svolgere la sua funzione limitatamente a una certa ora prestabilita: le 13:00 del 25 agosto 2010. La luce del sole che filtra attraverso il tetto composto da una decisa ma delicata composizione triangolare, ricade su un pattern analogo disegnato sul pavimento. La sovrapposizione fra luce e pattern sul pavimento dura solo per un lungo momento, è delicatissima e richiama la piattaforma della villa imperiale di Katsura, costruita per guardare la luna piena di agosto soltanto per una notte. I due ospiti, quando la luce si unisce alla terra, possono bere il tè servito dal maestro di cerimonie.

2. Il secondo team, denominato "Space of Waves", ha portato all'estremo le qualità costruttive del compensato, flettendolo al massimo per ottenere un effetto di curvatura che si ispira alle forme imperfette della tazza da tè giapponese. Il padiglione di forma cilindrica – come la tazza – viene smaterializzato, ed è composto da 'onde' inclinate di compensato che, grazie a incisioni praticate con la macchina a controllo numerico, formano lo spazio del padiglione.

3. Gli studenti della Columbia University hanno usato il design parametrico come pretesto per tradurre gli elementi della cerimonia del tè in progetto. Hanno dato vita a una sequenza spaziale che sfrutta le rispettive entrate e i posti assegnati al maestro di cerimonia e ai due ospiti come "punti focali e attrattori" che, modulati tramite Grasshopper, danno forma alla casa del tè da loro ideata. Nonostante la difficoltà di coniugare l'uso di una geometria spinta con la limitata disponibilità di materiale, il tutto è stato controllato e risolto attraverso aggiustamenti possibili solo grazie all'uso di un software parametrico.

Al di là del risultato conseguito, è stato particolarmente interessante notare come questo fenomeno globale del disegno parametrico può anche essere letto attraverso lenti culturali specifiche: la sensibilità giapponese mantiene una sua inconfondibile peculiarità, anche quando viene filtrata attraverso l'uso di Grasshopper e Rhino.
Kaon Ko e Salvator-John A. Liotta


Crediti
Progetto: Digital Tea House

Sito: Tokyo, Giappone, Università di Tokyo
Periodo: agosto 2010
Università: University of Tokyo, Department of Architecture Kengo Kuma Lab / Columbia University, GSAPP, Phillip Anzalone, Avery Fabrication Lab.
Docenti: Phillip Anzalone, Toru Hasegawa, Brigette Borders (Columbia University).
Yusuke Obuchi, Tachi Tomohiro, Kaon Ko, Salvator-John A. Liotta, Nahoko Yoshii (University of Tokyo).
Keisuke Toyoda, Motoki Yamamoto, Yusuke Oono, Alex Knezo (Noiz Architects)
Studenti: Team "130008252010": Tan Toon Cheng, David Jenny, Taichi Kuma, Reiko Nishiyama, Shuhei Tanaka, Haruka Tomoeda, Cui Xuan.
Team "Space of Waves": Anna Braverman, Kazami Furukawa, Akinori Hamada, Yuta Ito, Nikola Nikolovski, Hiroyuki Tanaka.
Team "Columbia": Momo Araki, Yuval Borochov, Jordan Carver, Rachel Hillery, Teel Lassiter, Lindsay McClelland, Kristen Munro, Michael Walch
Padiglione "Space of Waves"
Padiglione "Space of Waves"
Padiglione della Columbia University
Padiglione della Columbia University

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