La vita degli aeroporti

All'Istituto internazione di architettura svizzero, una tavola rotonda e una mostra hanno offerto lo spunto per discutere degli aeroporti e della loro complessità, oltre che della realtà infrastrutturale del Canton Ticino.

C'è una villa secentesca in Portich a Vico Morcote, nel Canton Ticino, che semplicemente non ci si aspetta. È uno di quei posti in cui passare del tempo è senza alcun dubbio un'esperienza degna di nota; uno di quei posti in cui entrare equivale a immergersi nell'atmosfera ascetica di un monastero e al contempo a percepire le tracce di una storia importante, iniziata nel 1983, quando lo SCI-Arc decise di farne una succursale europea della sede di Los Angeles, nella quale studenti di tutto il mondo avessero l'opportunità di risiedere e formarsi insieme ai più importanti nomi della cultura architettonica contemporanea. Dal 1990 l'istituto prende il nome di i2a – istituto internazionale di architettura e oggi produce ricerca e cultura legate al territorio ticinese, ma intesse parallelamente relazioni transnazionali di grande respiro.

Tra i programmi di ricerca attivi, infrarealities, curato da Jachen Könz e Alessandro Martinelli, si pone l'ambizioso obiettivo di affrontare la tematica della gestione delle infrastrutture urbane attraverso un approccio che spazia dalla dimensione politica delle larghe questioni geografiche allo sguardo degli artisti sulla città e sul territorio. Così, venerdì 16 marzo, una tavola rotonda organizzata nella villa ha visto confrontarsi in un dibattito serratissimo sulla dimensione della gestione infrastrutturale del basso Ticino: Alessandro Sozzi, CEO di Lugano Airport SA; Rocco Martelli, Direttore tecnico dell'Aeroporto di Orio al Serio-Bergamo, Nicola Marinello, Direttore sviluppo e progettazione di Alpha Team, che si sta occupando di un progetto di sviluppo in prossimità dell'Aeroporto di Milano Malpensa; Vicente Padilla Goméz-Guillamón, Direttore di Aertec solution; Paolo Belloni di pbeb Architetti (Bergamo).

Gianandrea Barreca, Direttore del Master in Urban Vision and Architectural Design della Domus Academy, ha poi presentato Canton Ticino: territory of a new modernity. An infrastructural project inside the scattered city, una pubblicazione di Domus Academy e i2a, in cui sono confluiti i risultati del workshop tenutosi a Vico Morcote nel luglio 2011 con gli studenti del Master.
In apertura e qui sopra: Donatello De Mattia, Still dal video <i>Intorno all'aeroporto di Lugano</i>, 2012, Pista Nord-Sud (apertura), torre di controllo (qui sopra)
In apertura e qui sopra: Donatello De Mattia, Still dal video Intorno all'aeroporto di Lugano, 2012, Pista Nord-Sud (apertura), torre di controllo (qui sopra)
Ma è proprio dell'ambizioso progetto infrarealities far collidere senza falso pudore la dimensione prosaica del discorso tecnico ed economico, in un luogo intimo e dall'aura intensa com'è la villa di Portich da Sura, con il carattere consapevolmente assai emozionale della mostra, intitolata La vita degli aeroporti due case studies: Lugano e Isola di Santa Maria (Azzorre), del lavoro dei due fratelli Donatello e Giuseppe De Mattia, rispettivamente architetto-videomaker e fotografo. Il lavoro di Donatello De Mattia si focalizza sullo studio degli utilizzi del video come metodo di indagine del territorio. L'installazione Intorno all'aeroporto di Lugano, presentata all'i2a, è una lettura audiovisiva intorno e dentro il recinto dell'aeroporto di Lugano. Cinque piccoli schermi riproducono serie di inquadrature che osservano i quattro lati dell'aeroporto e l'interno. Lo studio del recinto, affidato alle quattro riprese del contorno (Nord, Sud, Est, Ovest), alterna visioni dell'interno e dell'esterno del perimetro, mettendo a confronto le due facce del territorio antropizzato della campagna e dell'infrastruttura. Donatello De Mattia mira così a documentare la specificità dell'aeroporto di Lugano che, con la sua dimensione di impianto a scala ridotta, riesce a conservare la permeabilità visiva dei suoi confini.
Giuseppe De Mattia, <i>Isola nell'isola #1</i>, Santa Maria-Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, Isola nell'isola #1, Santa Maria-Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
E, paradossalmente rispetto a un'immaginario collettivo per il quale un aeroporto è uno degli oggetti di maggior possibile impatto sull'ambiente naturale, l'esistenza di questa sorta di infrastruttura gentile finisce invece per tutelare il territorio dall'aggressione edilizia, conservandone il diritto a rimanere, di fatto, vuoto. Vuoto quanto basta, almeno, a lasciarsi attraversare con lo sguardo e a creare un microcosmo di curiosi che nei fine settimana si addensano sugli argini del fiume a Est, tanto per contemplare le montagne quanto per lasciarsi stregare dal fascino delle macchine volanti. Giuseppe De Mattia, invece, espone la serie di fotografie intitolata Un pezzo di storia dell'aeroporto, estratta dalla più lunga Un'isola nell'isola, realizzata nel 2010 insieme al regista francese Marc Weymuller sull'isola di Santa Maria delle Azzorre. L'intenzione di Giuseppe De Mattia è quella di sviluppare un lavoro che, attraverso una chiave istintuale ed emozionale, illustri la bizzarra storia di un'isola legata a doppio filo al glorioso passato del suo aeroporto. L'isola, oggi popolata da poche migliaia di abitanti, ne contava più del triplo quando, dagli anni '30 alla guerra fredda, gli Americani la utilizzavano come avamposto atlantico d'Europa, come perfetta portaerei naturale a guardia dell'oceano. Intorno a questo aeroporto, negli anni '50 era nato un piccolo mondo di bidonville per chi lavorava nella struttura e una vivace economia di mestieri e traffici di lusso, legati allo scalo del Concorde, che ne facevano una città in miniatura, del tutto autosufficiente.
Donatello De Mattia mira a documentare la specificità dell'aeroporto di Lugano che, con la sua dimensione di impianto a scala ridotta, riesce a conservare la permeabilità visiva dei suoi confini
Giuseppe De Mattia, <i>Isola nell'isola #2</i>, Santa Maria-Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, Isola nell'isola #2, Santa Maria-Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Poi, con l'abbandono dell'aeroporto militare, l'illusione temporanea della sua riconversione a scalo tecnico civile e l'ulteriore abbandono di quest'ultimo, l'isola è entrata nella dimensione sospesa del ricordo. Ed è su questa dimensione di malinconia onirica che il fotografo lavora, illustrando la memoria istantanea della nostalgia degli ormai pochi abitanti dell'isola, che vivono dei feticci del volo, che ovunque popolano il quartiere vicino all'aeroporto. Chi è rimasto è, in qualche modo, legato all'aeroporto: quasi tutti vi lavorano part-time, compresi i funzionari pubblici, e chi non vi lavora, è appassionato del volo. Così, anche la cultura visuale dell'isola si nutre di un linguaggio ossessivo, che non lascia spazio ad altro che ai simulacri legati all'aviazione. Le fotografie di Giuseppe De Mattia ritraggono, quindi, ambienti quasi sempre vuoti, spesso interni di locali pubblici in cui le tracce di una vita passata continuano a celebrare il mito vagamente funebre della memoria.
Giuseppe De Mattia, <i>Isola nell'isola #3</i>, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, Isola nell'isola #3, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Donatello De Mattia, Still dal video <i>Intorno all'aeroporto di Lugano</i>, 2012, equenza atterraggio
Donatello De Mattia, Still dal video Intorno all'aeroporto di Lugano, 2012, equenza atterraggio
Giuseppe De Mattia, <i>Isola nell'isola #5</i>, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, Isola nell'isola #5, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, <i>Isola nell'isola #4</i>, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012
Giuseppe De Mattia, Isola nell'isola #4, Santa Maria, Azzorre (Portogallo), courtesy Nowhere Gallery, Milano 2012

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