La geopolitica della sottrazione

Sede di una riserva di milioni di barili di petrolio e luogo con la più alta diversità biologica del Pianeta, il Yasuní National Park è anche il laboratorio per lo sviluppo di un nuovo modello economico apparentemente contraddittorio: la sottrazione infrastrutturale.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 963, novembre 2012

"Se sei un architetto, che cosa ci fai qui?": una domanda (o un'accusa) generica che pareva particolarmente appropriata sulla bocca di David Suzuki, militante ecologista e conduttore della trasmissione televisiva The Nature of Things della CBC. Lo incontrai casualmente all'aeroporto di Coca, nell'Amazzonia ecuadoriana. Lui era arrivato con una troupe di National Geographic. Quanto a me, ero in missione per conto di me stessa, con le uniche credenziali di un paio di pantaloni color cachi, che mi ero comprata nel tentativo di essere all'altezza della situazione.

L'Ecuador è uno dei punti caldi del mondo, dove la biodiversità della foresta pluviale è interessata dalla pressione dello sviluppo. Poiché il tasso di deforestazione del Paese è secondo solo a quello del Brasile, la presenza di un architetto in questo luogo è forse giustamente inquietante. I progettisti, quando non sono i tirapiedi degli immobiliaristi, spesso rispondono a situazioni ingarbugliate, come quelle che si incontrano in Amazzonia con l'autoincensamento o con un piano regolatore salvifico. Il mio obiettivo, invece, era scoprire se non possiedano una competenza perversa, magari favorita dalle cattive compagnie che frequentano. Dato che gli architetti sanno come spingere avanti la macchina edile, non potrebbero riuscire anche a inserire la retromarcia? Non potrebbero progettare e promuovere non solo l'addizione dello sviluppo urbano, ma anche la sua sottrazione?

In apertura: la strada di collegamento fra Manta e Manaus nel tratto fra Yamanunka e Puerto Providencia, Nuevo Rocafuerte, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez. Qui sopra: il corridoio Manta-Manaus collegherebbe Manaus, sul Rio delle Amazzoni in Brasile, a Manta in Ecuador, sull’Oceano Pacifico. Si risparmierebbero diversi giorni di navigazione, ma con pesanti conseguenze ambientali
In apertura: la strada di collegamento fra Manta e Manaus nel tratto fra Yamanunka e Puerto Providencia, Nuevo Rocafuerte, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez. Qui sopra: il corridoio Manta-Manaus collegherebbe Manaus, sul Rio delle Amazzoni in Brasile, a Manta in Ecuador, sull’Oceano Pacifico. Si risparmierebbero diversi giorni di navigazione, ma con pesanti conseguenze ambientali
Altre professioni e altre discipline scientifiche che, da lungo tempo, operano nella regione si sono rivelate importanti fattori a sostegno della politica di deforestazione. Alcuni avvocati hanno passato 18 anni (l'Ecuador produce petrolio da 40) a occuparsi di cause petrolifere su quella che è stata ribattezzata la Chernobyl dell'Amazzonia. Il degrado ambientale prodotto dal petrolio risale agli anni Sessanta e la Chevron è stata condannata a pagare 12 miliardi di dollari solo l'anno scorso. Sono sempre gli avvocati che hanno contribuito a creare parchi nazionali e riserve territoriali per le tribù indigene. Quando biologi e scienziati dell'ambiente riescono a dare una dimensione politica alle loro scoperte, una minuscola rana o una singola pianta riescono a impedire l'edificazione. E nell'Amazzonia ecuadoriana una singola pianta può essere un vero miracolo. Il taxolo che si ottiene dal tasso, per esempio, fornisce un ingrediente per la chemioterapia del cancro al seno; mentre un fungo, che cresce sopra la medesima pianta, adora mangiare plastica. Gli specialisti di economia globale hanno contribuito a delineare un approccio commerciale per la tutela delle foreste. La teoria del REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation, o riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado) considera il territorio come fosse un deposito di carbonio, in funzione della sua capacità di favorire lo sviluppo della foresta e ridurre le emissioni. E tuttavia tutti questi esperti, insieme con innumerevoli altri, sono presumibilmente riusciti più a diffondere una maggiore consapevolezza del fenomeno che non a prendere il controllo della situazione. È come se un numero sempre crescente di persone intelligenti si rendesse conto del disboscamento, che tuttavia continua a sfuggire a ogni controllo.
Il primo pozzo petrolifero trivellato dalla Texaco-Gulf nei pressi di Lago Agrio, 1967
Il primo pozzo petrolifero trivellato dalla Texaco-Gulf nei pressi di Lago Agrio, 1967
Mentre la maggior parte delle idee finora ruota intorno a parametri specifici, una semplice variabile spaziale può rivelarsi, contemporaneamente, più immediata e (in quanto adattabile a situazioni differenti) più complessa. Il REDD+, per esempio, comporta grandi problemi di definizione e di controllo dei valori, e la sua astrattezza apre la strada a molti modi di ingannare il sistema, tra cui il semplice uso dei carbon credits da parte dei Paesi industrializzati, per far passare l'incremento delle emissioni inquinanti. I sostenitori della tutela delle foreste si ritrovano ad auspicare l'istituzione di un mercato che comprenda tutti gli altri valori forestali (la biodiversità oppure le culture indigene), che sono a rischio se il mercato si occupa solo di carbon credits. Il REDD+, se adottato sotto forma di titoli commerciabili, potrebbe evitare, per esempio, trappole del mercato finanziario globale, come la casa suburbana e il relativo mutuo. Perché proprio la residenza suburbana — oggetto nello spazio e protagonista di trattative frenetiche e contorte — da quando il suo commercio si è esaurito si è ridotta a un numero semplice, senza valutazioni ulteriori o sistemi di recupero. Analogamente, quando il costoso e massiccio apparato tecnico del mercato dell'anidride carbonica sarà sfruttato fino all'esaurimento, quale valore resterà al suo antefatto spaziale, la foresta stessa?
Un protocollo sottrattivo può essere adatto a molte parti del mondo in cui, per esempio, l’eccesso di costruzioni affronta dei mercati inefficienti
La strada di collegamento principale Manta-Manaus, all’altezza di Palmeras de Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
La strada di collegamento principale Manta-Manaus, all’altezza di Palmeras de Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
Considerando questa situazione come il momento perfetto in cui gli architetti possono scendere in campo, l'architetto ecuadoriano Santiago del Hierro ci ha condotti nella città petrolifera di Coca, perché qui è possibile verificare da vicino gli alti e bassi dell'evoluzione delle foreste pluviali. Ma soprattutto, la città sta ai margini del grande Yasuní National Park, ricco di specie, dove si applica un nuovo protocollo che affronta una sperimentazione spaziale che si sviluppa in negativo. Mentre i mercati globali, perfino quello del carbonio REDD+, si allineano ai valori dei Paesi sviluppati, il protocollo Yasuní-ITT — invenzione del Governo ecuadoriano guidato da un economista, il presidente Rafael Correa — presenta un'altra faccia della medaglia, grazie a nuove conoscenze e a nuovi valori. L'impianto petrolifero itt (Ishpingo–Tambococha–Tiputini) sorge in un angolo della più ampia riserva di Yasuní, da cui dipende inoltre il 20 % delle riserve petrolifere nazionali. Il protocollo propone di immettere sul mercato certificati che assicurino allo Stato la metà delle entrate che sarebbero risultate dallo sfruttamento di queste risorse (circa 3,6 miliardi di dollari). Inoltre, in questo caso, non sono una superficie astratta o un tasso di co2 a essere valutati per attributi che vanno al di là di quelli correnti nell'economia globale, ma un luogo specifico della foresta.
Chiatta sul fiume Napo, Ecuador; villaggio lungo il Rio delle Amazzoni, fra Tefé e Manaus, Brasile. Photo Katy Barkan
Chiatta sul fiume Napo, Ecuador; villaggio lungo il Rio delle Amazzoni, fra Tefé e Manaus, Brasile. Photo Katy Barkan
L'Ecuador fa parte di una coalizione di Paesi dotati tanto di foreste pluviali quanto di riserve di petrolio: un'alleanza che può cambiare le regole dell'estrazione delle risorse da parte delle nazioni sviluppate. A Dubai, negli anni Settanta, l'accesso alle risorse di idrocarburi venne consentito in cambio di un compenso. Gli investitori dovettero finanziare la costituzione di un settore industriale ausiliario, non petrolifero, controllato da Dubai, che avrebbe contribuito allo sviluppo economico. La presumibile logica paleoindustriale delle forme di capitalismo dominanti potrebbe far pensare al compenso come a una forma precapitalista di baratto. Tuttavia, sovranità come l'Ecuador, quando adottano analoghe forme di rapporto tra capitale e risorse, stanno forse creando una forma di capitale più intrinseca, che riconosce l'esistenza di più mercati e di più valori, dove la diffusione sociale è moneta corrente: una forma pari per importanza ai carbon credits o ad altri strumenti finanziari. Da quando è stato adottato, nel 2010, il protocollo si è rivelato particolarmente gradito ai media, attirando il sostegno e il finanziamento di personaggi del cinema e di leader mondiali e raccogliendo i 3,5 miliardi necessari alla prosecuzione del progetto. In un mondo che riesce a monetizzare qualunque cosa, questo protocollo mescola la politica di sinistra con la fecondità della natura e con il capitale simbolico del "fare quel che è giusto". Alla Yasuní-ITT si sono inventati perfino una parola che, in qualche caso, sostituisce il verbo 'monetizzare': yasunizzare.
Rudere di imbarcazione sulla riva del fiume Napo, Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro
Rudere di imbarcazione sulla riva del fiume Napo, Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro
Ma, a Yasuní, un altro progetto mescola ulteriormente le carte, e parlarne mette a tacere di botto ogni coro entusiasta sul tema della 'yasunizzazione'. La coalizione di Paesi sudamericani iirsa (Iniciativa para la integración de la infrastructura regional sudamericana, "Iniziativa per l'integrazione dell'infrastruttura regionale sudamericana") progetta di costruire un ampio canale fluviale che permetta alle merci di navigare fino all'Oceano Pacifico, evitando il Canale di Panama e raggiungendo direttamente le rotte navali verso l'Asia e il resto del mondo. Questo "Corridoio multimodale Manta–Manaus" collegherebbe il porto franco di Manaus, sul Rio delle Amazzoni in Brasile, a quello della città di Manta sul Pacifico, in Ecuador. Il fiume Napo, benché più stretto del Rio delle Amazzoni, accoglierebbe il traffico diretto a ovest, con un risparmio di 25 giorni di navigazione. Esistono progetti per costruire un ulteriore porto container sul corso del Napo, proprio a ovest della riserva di Yasuní. Benché il corridoio venga considerato fonte di nuovi rapporti commerciali con gli altri Paesi sudamericani, la scorciatoia per la Cina farebbe passare container pieni di merci brasiliane in mezzo alla riserva di Yasuní-itt e ad altre aree forestali del bacino del Napo. La macchina dei lavori (entusiasticamente pubblicizzata con i consueti toni) è già al lavoro sul progetto. Mentre la troupe del National Geographic si sistemava nel cuore della foresta di Yasuní, Santiago del Hierro e io siamo penetrati nelle "lande selvagge" dei complessi petroliferi al di fuori della foresta (va detto che i pantaloni da fatica color cachi non erano strettamente necessari). La zona di Lago Agrio — battezzato con lo stesso nome del solforoso Sour Lake presso Beaumont, in Texas — ha visto negli anni Ottanta le prime perforazioni petrolifere. Come quella di Coca, la città si espande e continua a invadere la foresta con nuovi edifici. Macchine e autocarri sfrecciano oltre le condutture sospese su strade che serpeggiano nel territorio, inquinandolo e favorendo ulteriori edificazioni incontrollate. I bambini giocano e vanno a scuola sulle stesse strade. A peggiorare i problemi di disboscamento, l'area è suddivisa a scacchiera in fincas (concessioni territoriali, stabilite dallo Stato) che, trasformate in palmeti o sfruttate per la raccolta del legname, rappresentano per ciascun proprietario un'opportunità di reddito. Inventate negli anni Settanta per tutelare il territorio e sfruttare i benefici collaterali della costruzione di vie di comunicazione da parte di società petrolifere, le fincas sono oggi un potente moltiplicatore della deforestazione. Le strade (di solito portatrici di accessibilità e di opportunità) sono i catalizzatori di questo sviluppo e, in Amazzonia, sono anche portatrici di un'epidemia.
Rudere di imbarcazione sulla riva del fiume Napo, Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro
Rudere di imbarcazione sulla riva del fiume Napo, Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro
Ai bordi della riserva di Yasuní lo spazio si fa ristretto e la foresta s'ispessisce. Negli impianti petroliferi rigidamente regolati della riserva (come in quello gestito dalla società spagnola Repsol) strade, condutture e un oleodotto sotterraneo sono raggruppati in corridoi il meno possibile invasivi. Tecnici in tuta, occhiali ed elmetto sorvegliano ossessivamente il sistema monitorizzato da computer e ricordano in continuazione a chiunque di usare il corrimano quando si scendono le scale. I processi di certificazione, come ISO 9000, ISO 14000 e altri, possono talvolta vaccinare le aziende contro i regolamenti restrittivi, come a Lago Agrio. Ma possono anche essere la leva per l'adozione di "buoni comportamenti" quando vengono introdotti dalle ong nella costellazione delle politiche globali di controllo. Pur essendo spacciati per strumenti aziendali di profitto ed efficienza, i loro frutti in tema di regolamenti fastidiosi possono rapidamente diventare parte integrante di una filosofia aziendale e dei suoi criteri di gestione interna.
Un lavoratore in viaggio lungo la strada di collegamento Manta-Manaus, fra Yamanunka e Puerto Providencia, nei pressi di Palmeras de Ecuador
Un lavoratore in viaggio lungo la strada di collegamento Manta-Manaus, fra Yamanunka e Puerto Providencia, nei pressi di Palmeras de Ecuador
Il problema della sottrazione, ovvero dello sviluppo in negativo, ruota evidentemente intorno a quozienti spaziali e, tuttavia, può sfuggire al progettista che si dedichi solo alla consueta prospettiva di un sito, di un edificio o di un piano regolatore. Gli ingarbugliati problemi dello sviluppo globale, come quelli dell'Amazzonia, forse suggeriscono una prospettiva di definizione della forma che non abbia come risultato un singolo fenomeno o un singolo progetto, ma che si collochi piuttosto su un registro più facilmente accessibile al mondo politico. Il "controllo a distanza" degli immobiliaristi stranieri e dei moltiplicatori selvaggi del mercato, pur essendo la bestia nera di molti conservazionisti, può anche essere fonte di progetti geniali per architetti e urbanisti che lavorino contro la moltiplicazione e contro il 'telecontrollo'. Oltrepassando la portata della forma del singolo oggetto, un protocollo sottrattivo può stabilire l'interdipendenza di variabili che, nel tempo, si possono applicare a siti diversi: un "coseno X" che funge da valvola o da controllo per l'eliminazione, lo sfruttamento o la contrapposizione nei confronti dell'attività costruttiva. Così come "coseno X" è l'espressione di una serie di valori, queste forme attive, a differenza di un piano regolatore, forniscono semplicemente un delta per la concentrazione e la contrazione dell'attività costruttiva. La singola finca, intenso moltiplicatore della deforestazione, può diventare la potente variabile di una valvola o di un meccanismo di controllo sottrattivo. Un programma statale denominato Socio Bosque ha già individuato queste entità come strumenti di controllo della deforestazione attraverso il pagamento ai singoli proprietari terrieri di contributi per il mancato disboscamento. Ulteriori protocolli spaziali potrebbero favorire questo tentativo, giocando sulla sommatoria di mosse semplici. Collegando e rendendo interdipendenti i terreni densificati e quelli tutelati, le entrate della tutela potrebbero concretamente finanziare lo sviluppo della sottrazione. Le grandi aggregazioni territoriali lasciate prive di costruzioni, per esempio, sono adattissime a soluzioni turistiche che possono diventare fonti di reddito. Analogamente, la biodiversità che si trova solo nei terreni intatti è fonte di potenziali risorse economiche e di conoscenze farmaceutiche. Contrazione dell'attività costruttiva significa crescita della foresta e di industrie alternative. Viene considerato assolutamente razionale commerciare in azioni che rappresentano lo spazio su astratti mercati della finanza e dell'anidride carbonica. E tuttavia, il risultato può dare allo spazio una volatilità che non lascia tracce, mentre gli effetti fisici sul terreno sono molto duraturi. Con un protocollo spaziale, tutti i valori associati alla proprietà vera e propria (il terreno, la residenza, l'agricoltura, il suolo, il clima, le risorse, la biodiversità) entrano in gioco. La sottrazione produce scambi in termini di azioni, di contrapposizioni e di interdipendenze, ma molti dei fattori di rischio e beneficio sono visibili e tangibili. Le qualità spaziali espresse come funzioni di altre qualità spaziali sono potenzialmente più stabili e più fluide.
La strada di collegamento Manta-Manaus fra Yamanunka e Puerto Providencia, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
La strada di collegamento Manta-Manaus fra Yamanunka e Puerto Providencia, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
Un 'plenipotenziario' o un 'telecontrollore' possono anche fornire strade e trasporti. Così come gli standard globali agiscono da telecontrollori per la Repsol, la proposta del nuovo porto sul fiume Napo può essere tolta di mezzo concentrando più lontano i miglioramenti delle infrastrutture portuali nell'area di Lago Agrio o nella città costiera di Manta. Inoltre, il nodo di questo problema di trasporto potrebbe non essere il territorio o il porto, ma il tempo di viaggio di 25 giorni. Così come la rapidità del progresso tecnologico ha creato nello spazio di qualche decennio i porti intermodali automatizzati, l'attività di trasporto delle merci nelle aree sensibili è un problema di tecnologia. Quali sono i punti di forza, le distanze di trasporto e le economie di scala che rendono profittevoli il trasporto aereo e quello ferroviario? Gli architetti e gli urbanisti non sono, in quanto tali, esperti di logistica o inventori di nuove tecnologie di trasporto, ma possono elaborare scenari di sviluppo che rendano palesi le relative conseguenze spaziali. L'autorizzazione a costruire può essere espressa in termini di decentramento di scuole, di tecnologie e di migliorie per la comunità che ricalibrino e diminuiscano la necessità di vie di comunicazione. Le strade possono esistere solo quando sono accoppiate a servizi sotterranei, a polmoni verdi, a telecomunicazioni senza fili e ad altri elementi soppressivi.
Chiatte a Puerto Providencia, porto di transito lungo il tragitto Manta-Manaus, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
Chiatte a Puerto Providencia, porto di transito lungo il tragitto Manta-Manaus, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
L'Amazzonia ecuadoriana promuove una prospettiva che non è né prescrittiva né limitata ai confini regionali. Il protocollo sottrattivo può essere adatto a molte parti del mondo in cui, per esempio, la diffusione dell'eccesso di costruzioni affronta dei mercati inefficienti; in cui l'attività edile si contrappone a problemi ambientali; in cui sarebbe saggio ritirarsi da terreni esausti e da pianure sommerse; o dove si prende in considerazione la tutela di territori particolari. Potrebbe risolvere il problema della diffusione delle costruzioni extralusso, così come potrebbe anche fornire qualche strumento di acquisizione meno violento e una maggiore tutela contro la perdita di potere negli insediamenti informali più depauperati. Inoltre, come il settore delle costruzioni, l'industria pesante della sottrazione edile diventa un nuovo mercato che produce lavoro e profitti. L'avvocato ecuadoriano Pablo Fajardo — eroe di anni di cause contro le società petrolifere — fa ritorno da Quito al lago Agrio sul mio stesso aeroplano. L'architetto, invece, è più divertente immaginarlo come un militante poco eroico e schivo, che evita deliberatamente le soluzioni moralmente giuste. Come i progettisti stanno imparando a guardare oltre i singoli fenomeni e i singoli oggetti progettuali, alcuni degli scienziati e degli economisti più interessanti del mondo guardano al di là dei principi razionali della scienza per sperimentare idee in un contesto più complesso, con attori e circostanze molteplici. La matrice mista dei protocolli spaziali è un fecondo terreno di prova per i nuovi accordi extrastatali imperniati su aspirazioni apparentemente irrazionali o fungibili. In Amazzonia, e anche in altri luoghi, gli architetti possono avere un posto proprio perché non forniscono una scienza materiale, ma una tecnica di sottrazione.
Puerto Providencia, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
Puerto Providencia, Ecuador. Photo Gabriel Moyer-Perez
Raffineria Repsol, Yasuní National Park, Ecuador. Photo Santiago del Hierro
Raffineria Repsol, Yasuní National Park, Ecuador. Photo Santiago del Hierro
Piramide lignea vicino a Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro
Piramide lignea vicino a Iquitos, Perù. Photo Santiago del Hierro

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