Plasma Studio, vincitore di un concorso a inviti, ha progettato i tre principali edifici dell'esposizione: il Centro espositivo (5.000 m2), la Serra (4.000 m2) e l'Ingresso principale di Guangyun (3.500 m2). Questo studio, che ha sede a Pechino, Londra e Sesto, in provincia di Bolzano, è guidato da Eva Castro e Holger Kehne. Per la realizzazione e la progettazione complessiva lo studio ha collaborato con Groundlab (uno studio di architettura del paesaggio guidato da Eva Castro, Holger Kehne e altri tre soci), lo studio LAUR di Pechino e il Beijing Institute of Architectural Design (biad). "Al concorso presentammo uno schizzo," racconta Holger Kehne, "perché non avevamo avuto tempo. Era più la rappresentazione di un'idea, un collage di frammenti d'informazione. Non essendo contenti della nostraproposta, fummo sorpresi di apprendere che avevamo vinto. Pensavamo che avremmo avuto una grande opportunità di ricominciare tutto da capo. Ma dovemmo attenerci alla nostra proposta iniziale".
L'ingresso principale dell'esposizione è situato nel settore nordorientale del sito, da dove una dozzina di porte conducono i visitatori verso la piazza principale. La pavimentazione ha un aspetto olimpico e ordinato, le aiuole triangolari arcadico e artificiale, mentre il paesaggio acquatico ti attira in direzione del ponte che attraversa i sessanta metri del viale centrale dell'esposizione e dal quale si può godere un panorama dell'intero sito espositivo. Il paesaggio è dominato dalla torre Chang'an costruita nello stile di una pagoda cinese, una torre di osservazione che è anche il simbolo dell'esposizione. In un primo momento, i due altri progetti di Plasma Studio sembrano assenti. Io ho individuato le costruzioni grazie alle code di gente all'esterno di esse.
Da lontano il Centro espositivo sembra un'onda crescente, il tridente di Poseidone o un serpente marino con tre occhi. Il suo semplice e chiaro disegno lascia capire che è il frutto delle idee e del lavoro di architetti, ma, in verità, è il prezioso tempo libero trascorso in coda, tempo tre o quattro volte più lungo di quello trascorso all'interno degli edifici. Aspettare in fila non è probabilmente la principale motivazione per andare a un'esposizione, ma per molti è una buona ragione per tornare. È qui che la gente mangia, cancella dati superflui e decide le tappe successive. Ho guardato il disegno sul pavimento che conduce all'ingresso meno velocemente di quanto pensassi: le strutture temporanee costringono la gente a compiere percorsi tortuosi. Il Centro espositivo, che, collocato sul bordo del lago, funge da estremità dell'asse centrale, è un edificio di corridoi per la circolazione delle masse. Ha poche cose in mostra, tra cui un'installazione idroponica popolata di pesci annoiati. "Non ci sono mai state date informazioni adeguate sul programma interno," spiega Holger Kehne, "perciò non sapevamo cosa sarebbe successo. Per quanto ci riguarda, ci siamo interessati soltanto alla circolazione, ai flussi, all'apertura e all'adattamento".
A me piacerebbe che la Serra diventasse una chiesa e il Centro espositivo uno spazio per mostre e spettacoli. Holger Kehne
Questi e altri aggiustamenti hanno ridotto l'esperienza spaziale del Centro espositivo a un mero circuito di collegamento di due ampie finestre. Tuttavia, se il flusso e la funzionalità sono forse scomparse, la forma e le struttura interna del padiglione rimangono invariate. "Vi sono tre ampie finestre per l'esposizione, ma alla fine hanno collocato uno studio televisivo nella terza ala, che è stata chiusa al pubblico. Ma l'idea iniziale del landscraper, cioè del grattacielo orizzontale, continua ad animare l'edificio", dice Holger Kehne.
La Serra mira chiaramente a essere il genere di architettura che rimane nascosta sulla superficie di una montagna come un cristallo luccicante e da lontano ci riesce bene. Avvicinandosi mentre si fa la coda, ci si accosta all'entrata dell'edificio attraverso una lunga galleria che genera un intreccio tridimensionale di circolazione interna ed esterna, di edilizia e paesaggio. All'interno, la pianta a ferro di cavallo della Serra crea un circuito a sezione variabile che consente di accogliere una serie di ambienti orticoli e spaziali diversi. Questa pianta genera anche una corte interna, facendo dello spazio aperto il centro naturale dell'edificio.
PLASMA STUDIO
Eva Castro, Holger Kehne, Ulla Hell
Design team
Eva Castro, Holger Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg, Xiaowei Tong with Tom Lea, Ying Wang, Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt Schleicher, Ka y Barkan, Danai Sag e, Federico Ruberto
Structural engineering ARUP (London)
John Martin and Associates (Los Angeles)
Design consultants and construction phase lead designers Beijing Institute of Architectural Design (BIAD)
Landscape design
GROUNDLAB
Eva Castro, Holger Kehne, Sarah Majid, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico
Design team (landscape) Eva Castro, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hoss ein Kachabi with Nadia Kloster, Steve De Micoli, Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou Chen, Clara Oloriz
Design consultants and construction phase lead designers (landscape)
LAUR Studio
Beijing Forestry University
Client
Chan-Ba Ecological District
Superficie area 37 ha
Area totale costruita 12,000 m2
Centro espositivo 5,000 m2
Serra 4,000 m2
Portale d'ingresso 3,500 m2
Fase progettuale 2009
Periodo di costruzione 09/2009—04/2011