Il tridente di Xi'an

Acqua, vegetazione, architettura e percorsi s'integrano nel paesaggio fluido dei Flowing Gardens, sede dell'Esposizione Internazionale di Orticultura che si sta svolgendo a Xi'an, Cina.

L'International Horticultural Exposition di Xi'an, che segue le Olimpiadi di Pechino del 2008 e l'Esposizione universale di Shangai del 2010, viene pubblicizzata come il terzo grande evento organizzato per attirare l'attenzione internazionale sull'ambizione della Cina di dare prova di una cultura verde e di migliorare la propria immagine di fronte al mondo. Questi eventi mirano anche a dimostrare la capacità della Cina di organizzare e realizzare in tempi brevissimi grandi e ambiziosi progetti di sviluppo urbano. Se a Pechino si voleva soprattutto pubblicizzare un'immagine e a Shangai mettere in mostra le innovazioni, si può dire che l'architettura di Plasma Studio per l'International Horticultural Exposition sia tutta un'architettura di intenzioni.
Plasma Studio, vincitore di un concorso a inviti, ha progettato i tre principali edifici dell'esposizione: il Centro espositivo (5.000 m2), la Serra (4.000 m2) e l'Ingresso principale di Guangyun (3.500 m2). Questo studio, che ha sede a Pechino, Londra e Sesto, in provincia di Bolzano, è guidato da Eva Castro e Holger Kehne. Per la realizzazione e la progettazione complessiva lo studio ha collaborato con Groundlab (uno studio di architettura del paesaggio guidato da Eva Castro, Holger Kehne e altri tre soci), lo studio LAUR di Pechino e il Beijing Institute of Architectural Design (biad). "Al concorso presentammo uno schizzo," racconta Holger Kehne, "perché non avevamo avuto tempo. Era più la rappresentazione di un'idea, un collage di frammenti d'informazione. Non essendo contenti della nostraproposta, fummo sorpresi di apprendere che avevamo vinto. Pensavamo che avremmo avuto una grande opportunità di ricominciare tutto da capo. Ma dovemmo attenerci alla nostra proposta iniziale".

L'ingresso principale dell'esposizione è situato nel settore nordorientale del sito, da dove una dozzina di porte conducono i visitatori verso la piazza principale. La pavimentazione ha un aspetto olimpico e ordinato, le aiuole triangolari arcadico e artificiale, mentre il paesaggio acquatico ti attira in direzione del ponte che attraversa i sessanta metri del viale centrale dell'esposizione e dal quale si può godere un panorama dell'intero sito espositivo. Il paesaggio è dominato dalla torre Chang'an costruita nello stile di una pagoda cinese, una torre di osservazione che è anche il simbolo dell'esposizione. In un primo momento, i due altri progetti di Plasma Studio sembrano assenti. Io ho individuato le costruzioni grazie alle code di gente all'esterno di esse.
La superficie dei tre volumi del Centro espositivo,
in aggetto sul lago, è
parzialmente rivestita in
bronzo, materiale diffuso
nell’edilizia locale.
La superficie dei tre volumi del Centro espositivo, in aggetto sul lago, è parzialmente rivestita in bronzo, materiale diffuso nell’edilizia locale.
Il ponte svolge bene la propria funzione, rendendo agevole il passaggio delle persone, ma non alla scala prevista dagli architetti, a causa di una sovrastima del numero di visitatori. A un mese dall'apertura, l'esposizione attirava una media di solo 10.000 visitatori al giorno. Le difficoltà create dallo scarso afflusso sono state affrontate inserendo una serie di palizzate bianche che impongono un nuovo ordine all'originaria fluidità del sistema di acqua, piante, circolazione e architettura. "Fu difficile farsi un'idea chiara delle dimensioni del progetto," dice Holger Kehne. "Ci fu detto che ci sarebbero stati milioni di visitatori e punte giornaliere intorno ai 200.000. Uno degli elementi principali del progetto divenne così la gestione del flusso di persone. Da questo punto di vista, il miscuglio di elementi diversi è stato un aspetto vincente del progetto. Sono contento del fatto che abbiamo potuto farlo con grande rigore senza che nessuno interferisse. Mi piace la combinazione di colori del paesaggio, soprattutto di notte."
Sotto i corpi di fabbrica
caratterizzati dalle forme
piegate al vivo, sono
ricavati ampi spazi per la
circolazione.
Sotto i corpi di fabbrica caratterizzati dalle forme piegate al vivo, sono ricavati ampi spazi per la circolazione.
Buona parte dell'esperienza di ogni visitatore dell'esposizione pubblico. Ma l'idea iniziale del landscraper, cioè del grattacielo orizzontale, continua ad animare l'edificio", dice Holger Kehne. Il Centro espositivo si fonde con il lago attraverso una serie di moli dai quali si parte per la traversata in barca. Non vedendo traghetti in circolazione, né prevedendo di vederne, decisi di girare intorno alla Serra e di esplorare, strada facendo, l'area di 37 ettari (per il 40 per cento coperta d'acqua). Il terreno dell'esposizione presenta un insieme tremendamente mediocre di eterogenei padiglioni, un insieme di specie architettoniche pericolosamente modificate e di strutture moderatamente interessanti. Fortunatamente vi sono i fiori, il paesaggio e un piccolo quartiere che ospita, uno vicino all'altro , i padiglioni di Afghanistan, Grecia, Birmania, Turchia e Olanda. Alla fine mi sono chiesto chi abbia orchestrato la corrente di questo nuovo ordine orticolo mondiale.

Da lontano il Centro espositivo sembra un'onda crescente, il tridente di Poseidone o un serpente marino con tre occhi. Il suo semplice e chiaro disegno lascia capire che è il frutto delle idee e del lavoro di architetti, ma, in verità, è il prezioso tempo libero trascorso in coda, tempo tre o quattro volte più lungo di quello trascorso all'interno degli edifici. Aspettare in fila non è probabilmente la principale motivazione per andare a un'esposizione, ma per molti è una buona ragione per tornare. È qui che la gente mangia, cancella dati superflui e decide le tappe successive. Ho guardato il disegno sul pavimento che conduce all'ingresso meno velocemente di quanto pensassi: le strutture temporanee costringono la gente a compiere percorsi tortuosi. Il Centro espositivo, che, collocato sul bordo del lago, funge da estremità dell'asse centrale, è un edificio di corridoi per la circolazione delle masse. Ha poche cose in mostra, tra cui un'installazione idroponica popolata di pesci annoiati. "Non ci sono mai state date informazioni adeguate sul programma interno," spiega Holger Kehne, "perciò non sapevamo cosa sarebbe successo. Per quanto ci riguarda, ci siamo interessati soltanto alla circolazione, ai flussi, all'apertura e all'adattamento".
A me piacerebbe che la Serra diventasse una chiesa e il Centro espositivo uno spazio per mostre e spettacoli. Holger Kehne
Situato all’estremità
dell’asse centrale che prende
avvio dal portale d’ingresso
al sito dell’Expo, il blocco
espositivo si sviluppa
attraverso piani inclinati e
rampe interne, in continuità
con la sistemazione
paesaggistica. Le coperture
non sono comunque
praticabili dai visitatori.
La previsione di una forte
affluenza di persone ha
indirizzato il progetto verso
la scelta di percorsi e aree
di sosta di dimensioni
particolarmente generose.
Situato all’estremità dell’asse centrale che prende avvio dal portale d’ingresso al sito dell’Expo, il blocco espositivo si sviluppa attraverso piani inclinati e rampe interne, in continuità con la sistemazione paesaggistica. Le coperture non sono comunque praticabili dai visitatori. La previsione di una forte affluenza di persone ha indirizzato il progetto verso la scelta di percorsi e aree di sosta di dimensioni particolarmente generose.
L'edificio è organizzato come un raggruppamento di tre volumi paralleli all'interno del paesaggio, che scorre attraverso e sotto di esso, conducendo ai moli. I tre volumi a sbalzo, sospesi sul lago, sono parzialmente rivestiti di bronzo, mentre fasce di vegetazione li ricoprono come una rete tessellata. All'interno, alcune rampe consentono ai visitatori di accedere al piano ammezzato e, nelle intenzioni originarie dei progettisti, anche al tetto dell'edificio. Alla fine, tuttavia, questa ambizione architettonica è andata frustrata e il tetto dell'edificio resta inaccessibile.
Questi e altri aggiustamenti hanno ridotto l'esperienza spaziale del Centro espositivo a un mero circuito di collegamento di due ampie finestre. Tuttavia, se il flusso e la funzionalità sono forse scomparse, la forma e le struttura interna del padiglione rimangono invariate. "Vi sono tre ampie finestre per l'esposizione, ma alla fine hanno collocato uno studio televisivo nella terza ala, che è stata chiusa al pubblico. Ma l'idea iniziale del landscraper, cioè del grattacielo orizzontale, continua ad animare l'edificio", dice Holger Kehne.
La <i>tensegrity structure</i>,
la struttura a traliccio
del Guangyun Entrance,
disegnata in collaborazione
con Arup, convoglia i
visitatori verso il ponte
che supera un grande asse
stradale situato al centro del
sito espositivo. Nel tempo, il
reticolo metallico si coprirà di rampicanti a formare un grande tetto verde.
La tensegrity structure, la struttura a traliccio del Guangyun Entrance, disegnata in collaborazione con Arup, convoglia i visitatori verso il ponte che supera un grande asse stradale situato al centro del sito espositivo. Nel tempo, il reticolo metallico si coprirà di rampicanti a formare un grande tetto verde.
Il Centro espositivo si fonde con il lago attraverso una serie di moli dai quali si parte per la traversata in barca. Non vedendo traghetti in circolazione, né prevedendo di vederne, decisi di girare intorno alla Serra e di esplorare, strada facendo, l'area di 37 ettari (per il 40 per cento coperta d'acqua). Il terreno dell'esposizione presenta un insieme tremendamente mediocre di eterogenei padiglioni, un insieme di specie architettoniche pericolosamente modificate e di strutture moderatamente interessanti. Fortunatamente vi sono i fiori, il paesaggio e un piccolo quartiere che ospita, uno vicino all'altro, i padiglioni di Afghanistan, Grecia, Birmania, Turchia e Olanda. Alla fine mi sono chiesto chi abbia orchestrato la corrente di questo nuovo ordine orticolo mondiale. Da lontano il Centro espositivo sembra un'onda crescente, il tridente di Poseidone o un serpente marino con tre occhi. Il suo semplice e chiaro disegno lascia capire che è il frutto delle idee e del lavoro di architetti, ma, in verità, assomiglia allo schizzo su un tovagliolo.
La Serra mira chiaramente a essere il genere di architettura che rimane nascosta sulla superficie di una montagna come un cristallo luccicante e da lontano ci riesce bene. Avvicinandosi mentre si fa la coda, ci si accosta all'entrata dell'edificio attraverso una lunga galleria che genera un intreccio tridimensionale di circolazione interna ed esterna, di edilizia e paesaggio. All'interno, la pianta a ferro di cavallo della Serra crea un circuito a sezione variabile che consente di accogliere una serie di ambienti orticoli e spaziali diversi. Questa pianta genera anche una corte interna, facendo dello spazio aperto il centro naturale dell'edificio.
Il Centro Espositivo
con struttura reticolare
d’acciaio durante la fase di
sbancamento del terreno
antistante. Lo sbalzo genera
una copertura di circa 20 m
sulla riva del lago. La
struttura appoggia su un
basamento di calcestruzzo
armato dove si collocano i
vani per le installazioni.
Il Centro Espositivo con struttura reticolare d’acciaio durante la fase di sbancamento del terreno antistante. Lo sbalzo genera una copertura di circa 20 m sulla riva del lago. La struttura appoggia su un basamento di calcestruzzo armato dove si collocano i vani per le installazioni.
"Sarebbe bello che dopo l'esposizione si facesse un uso pubblico di questi edifici, costruendo più densamente intorno a essi", risponde Kehne alla domanda sul futuro delle due strutture. "Oggi l'area è priva di attrattive per la gente. Potrebbe essere trasformata nel parco principale dell'intera zona. I nostri edifici potrebbero dare un contributo in questo senso. Non devono essere trasformati in un museo d'arte, ma in qualcosa di più ordinario. A me piacerebbe che la Serra diventasse una chiesa e il Centro espositivo uno spazio per mostre e spettacoli. Ci piacerebbe partecipare al progetto di questa trasformazione e finire gli edifici come si deve. Attualmente le cose sono tutt'altro che perfette, ma gli edifici fanno bene il loro lavoro: comunicano l'ambizione." Dagli interessanti scavi nel paesaggio al fascino naturale della pavimentazione, dai moli del padiglione alla pianta a ferro di cavallo che riesce a trasformare la conoscenza scientifica in esperienza religiosa, lo spazio che Plasma Studio ha ricavato dal paesaggio di Xi'an comincia ad assumere la fluidità evocata dal nome dello studio. Questo dipende anche dal restare fedeli alle idee iniziali e dal realizzarne lo scopo.
Veduta dall'alto dei tre volumi del Centro espositivo.
Veduta dall'alto dei tre volumi del Centro espositivo.
Design architect
PLASMA STUDIO
Eva Castro, Holger Kehne, Ulla Hell
Design team
Eva Castro, Holger Kehne, Mehran Gharleghi, Evan Greenberg, Xiaowei Tong with Tom Lea, Ying Wang, Nicoletta Gerevini, Peter Pichler, Benedikt Schleicher, Ka y Barkan, Danai Sag e, Federico Ruberto
Structural engineering ARUP (London)
John Martin and Associates (Los Angeles)
Design consultants and construction phase lead designers Beijing Institute of Architectural Design (BIAD)
Landscape design
GROUNDLAB
Eva Castro, Holger Kehne, Sarah Majid, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico
Design team (landscape) Eva Castro, Alfredo Ramirez, Eduardo Rico, Jorge Ayala, Hoss ein Kachabi with Nadia Kloster, Steve De Micoli, Elisa Kim, Filipo Nassetti, Rui Liu, Kezhou Chen, Clara Oloriz
Design consultants and construction phase lead designers (landscape)
LAUR Studio
Beijing Forestry University
Client
Chan-Ba Ecological District

Superficie area 37 ha
Area totale costruita 12,000 m2
Centro espositivo 5,000 m2
Serra 4,000 m2
Portale d'ingresso 3,500 m2
Fase progettuale 2009
Periodo di costruzione 09/2009—04/2011
La Serra. Struttura
principale d’acciaio della
copertura e movimenti di
terra sulla collina adiacente.
La Serra. Struttura principale d’acciaio della copertura e movimenti di terra sulla collina adiacente.
L’adattamento della Serra
alla morfologia del terreno
consente di creare, con i
cambi di sezione, continue
variazioni dei cannocchiali
prospettici dei visitatori.
L’adattamento della Serra alla morfologia del terreno consente di creare, con i cambi di sezione, continue variazioni dei cannocchiali prospettici dei visitatori.
Chanba
Ecological District, un
tempo occupato da una cava
di sabbia e da un sistema di
acque gravemente inquinate.
L’ecosistema dell’area è stato
ora ripristinato.
Chanba Ecological District, un tempo occupato da una cava di sabbia e da un sistema di acque gravemente inquinate. L’ecosistema dell’area è stato ora ripristinato.

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