L’ufficio è onnipresente nelle società industrializzate. Oltre a spazio per il lavoro, è anche luogo di ordine, standardizzazione, razionalizzazione, e della gerarchia burocratica. Le recenti tendenze di gestione che collegano la produttività all’interazione tra i lavoratori hanno portato alla creazione di spazi di riposo e altre zone informali non-funzionali, spesso ispirate agli interni degli hotel.

Allo stesso modo, con l’obiettivo di facilitare il lavoro collaborativo, le scrivanie assegnate personalmente sono state sostituite da sistemi non territoriali che posizionano il lavoratore come un’ospite che fa il “check-in” per avere una scrivania (hotdesking), o “prenota” una scrivania se è disponibile (hoteling o, se per un breve periodo, moteling). Ciò consente di ridurre i costi riducendo il numero totale di scrivanie a una frazione del numero di dipendenti.

L’ufficio è nato nel XIX secolo, contemporaneamente allo sviluppo della fotografia. Eppure, nonostante la prevalenza della sede nel mondo della comunicazione visiva – film, serie televisive, fumetti, pornografia, e arte – la documentazione degli uffici reali è stata generalmente limitata alla fotografia di architettura e a quella commissionata da aziende o sviluppatori immobiliari per scopi commerciali – o si è concetrata sulla rappresentanza dei lavoratori, come nei lavori di Lee Friedlander e Anna Fox.

The Politics of the Office costituisce quindi un’indagine visiva senza precedenti nello spazio dell’ufficio, che utilizza la fotografia sia per esaminare i rapporti di potere attivati attraverso questo spazio, sia per intervenire nelle strutture di potere coinvolte nella sua rappresentazione. Evitando la geometria seducente del piano open space che si accorda molto bene con il quadro rettilineo della fotocamera per creare composizioni drammatiche, e impiegando un punto di vista basso, gli uffici sono mostrati a misura d’uomo e nella loro banalità.

Andreia Alves de Oliveira è una fotografa londinese. Ha concluso di recente un dottorato di ricerca pratico in fotografia presso l’Università di Westminster. La sua fotografia si concentra su argomenti connessi al lavoro e alle condizioni di vita contemporanee, in particolare attraverso la ricerca e l’analisi di spazi vissuti.